Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.
effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!
03 Marzo 2018 3 Commenti Luka Shakeme
genere: Hard Rock
anno: 2018
etichetta: ROAR ! Rock Of Angles Records
Tracklist:
1. Around The World
2. Standing My Ground
3. The Glory Within
4. Gates Of Babylon
5. The Highest Mountain
6. Jammin In The Jungle
7. One For All
8. The Other Side
9. Heart Has Been Broken
10. Shout It Out
11. World On Fire
Formazione:
Christian Palin – Vocals (Random Eyes, ex Adagio)
Dennis Ward – Bass (Pink Cream 69, Gus G, Unisonic)
Sammy Lasagni – Guitars (Gods of Silence, ex Kirk, ex Godiva)
Ben Varon – Guitars (Amoral, ex Grease Helmet)
Philipp Eichenberger – Drums (Gods of Silence, ex Kirk)
Contatti:
https://www.panorama-band.com/
https://www.facebook.com/Panoramarocks
Il progetto di cui mi appresto a parlarvi non nasce con la presunzione di voler scalzare nomi importanti della scena Hard Rock/aor ma come spesso accade fa parlare di se attraverso una qualità che talvolta latita in act più quotati. Il pluriaffaccendato Dennis Ward crede nel progetto Panorama e oltre a presenziare come Bassista confeziona “Around The World” in maniera impeccabile. Quando hai un uomo del genere in squadra la partita la porti a casa.
Around The World è un deciso attacco frontale carico di adrenalina e massicce dosi di belle armonie vocali pronte ad essere metabolizzate fin dal primo ascolto; rese ancor più incisive dall’ugola importante di Christian Palin. Le premesse per un ottimo platter ci sono tutte.
Standing My Ground si presenta come un anthem dai connotati epici. Punto di forza naturalmente è sempre il chorus tendente a dilatare una traccia che gira intorno un riffing roccioso su cui si stagliano linee vocali relativamente ricercate. Ancora una volta direi siamo su standard qualitativi sicuramente alti.
The Glory Within al momento è la traccia migliore a mio avviso in quanto vive di più momenti emozionali pur mantenendo le caratteristiche di una produzione calda e granitica. Mi ha colpito ancora una volta la buona ricercatezza delle linee vocali rese ancor più fluide da arrangiamenti che portano il pezzo a vivere di un continuo saliscendi emozionale.
Gates Of Babylon ammicca verso un aor, seppur sempre muscolare. Il tutto suona a meraviglia malgrado non faccia gridare al miracolo compositivo e sia un pelo inferiore alle tracce precedenti. Detto questo gli standard restano decisamente alti.
The Highest Mountain è il primo episodio più delicato. Una power ballad ricca di pathos e dal flavour velatamente epico. Arrangiamenti ricercati confezionano una traccia che non lascia sicuramente gridare al miracolo ma assolutamente godibile.
Jammin In The Jungle a gusto personale l’ho adorata fin dal primo ascolto. Un robusto mix di Hard Rock moderno e blues boogie che riuscirà a smuovere anche l’ascoltatore più freddo e misurato. Uno di quei pezzi dove ritrovi vagonate di energia positiva.
One For All altro mid tempo dove la sperimentazione più moderna riesce a fare capolino e fondersi con ottima perizia a riff incisivi e chorus aperti sempre di stampo epico. Un platter che sembra avere pochissimi punti deboli. Uno di quei progetti come già anticipato non nasce probabilmente sotto le luci dei riflettori e come spesso accade invece risulta vincente.
The Other Side è monolitica, complice un riffing chiuso che si sposa come meglio non potrebbe con un cantato aspro anche se pur sempre capace di cesellare pregevoli linee vocali. Sto cercando delle pecche per i lettori più intransigenti desiderosi di trovare il pelo nell’uovo; mi spiace ma al momento più luci che ombre.
Heart Has Been Broken strizza l’occhio a un più leggerino aor radiofonico. Notevole il lavoro fatto sul break centrale dalle chitarre che provano a dilatare il pezzo rendendolo sicuramente meno prevedibile, prima di lanciarsi nell’ultimo bellissimo chorus.
Shout It Out è più vicino a uno sleazy melodico. Il neo che stavo trovando in un lavoro che era quasi impeccabile? Forse. Nel senso che il valore dei pezzi precedenti è talmente alto, da porre la traccia in questione un gradino sotto. Fermo restando che in un disco più scialbo avrebbe valutazione più enfatizzata.
World On Fire in chiusura è l’ultima bordata e poco aggiunge a quanto già detto. La traccia in più che avrei evitato. Discorso simile per quanto detto sopra. Buon pezzo, nulla di trascendentale ma che risulterebbe importante in contesto anonimo.
IN CONCLUSIONE
Un lavoro che mi sento di promuovere non a pieni voti ma ci siamo andati veramente molto vicino. Belle melodie, produzione importante e omogenea fra un pezzo e l’altro sono peculiarità oggettivamente riscontrabili; dunque senza remore, darei una possibilità a questo “Around The World”.
© 2018, Luka Shakeme. All rights reserved.
Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli