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Recensione

85/100

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Lionheart – Second Nature – recensione

02 Gennaio 2018 4 Commenti Denis Abello

genere: AOR
anno: 2017
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:

1. Prelude
2. Give Me The Light
3. Don't Pay The Ferryman
4. Angels With Dirty Faces
5. 30 Years
6. On Our Way
7. Second Nature
8. Prisoner
9. Every Boy In Town
10. Time Is Watching
11. Heartbeat Radio
12. Lionheart
13. Reprise

Formazione:

Lee Small (lead vocals)
Dennis Stratton (lead guitar / backing vocals)
Steve Mann (lead guitar / backing vocals)
Rocky Newton (bass guitar / backing vocals)
Clive Edwards (drums)

Contatti:

pagina facebook
sito ufficiale

 

Mi prendo le mie colpe per arrivare in netto ritardo con questa recensione… si sbaglia nella vita! 🙂
Uscito infatti ad Agosto per l’ottima AOR Heaven il ritorno dei Lionheart merita sicuramente una menzione tra gli album di sicuro valore del 2017!
Nati nel 1980 dall’incontro tra Dennis Stratton (chitarra, ex-Iron Maiden), Jess Cox (voce, ex-Tygers of Pan Tang), Steve Mann (chitarra, ex-Liar), Rocky Newton (basso, ex-Wildfire) e Frank Noon (batteria, ex-Def Leppard) la band vede svariati cambi di vocalist negli anni (Rueben Archer, John Farlham e Bob Hawthorn) mentre il cuore della band formato da Stratton / Mann e Newton resta sempre pressochè invariato.
Come spesso capita la fortuna avversa stoppa ben presto la (sperata) scalata al successo dei Lionheart, che dopo l’uscita del loro debutto Hot Tonight (1984, con Chad Brown alla voce) ben presto si scioglieranno e solo la provvidenziale richiesta di una reunion per il Rockingham Festival del 2016 in quel di Nottingham riesce nel piccolo (e direi insperato) miracolo di rimettere insieme la band.
Così il trio Stratton, Mann e Newton si ritrova, piazza alla voce una nostra vecchia conoscenza come Lee Small ed il vecchio leone inglese è nuovamente pronto a far battere il suo cuore! Diciamo subito che quessto cuore non risulta per nulla affaticato dal tempo e infatti dopo il Rockingham e l’ottima apparizione allo Sweden Rock del 2017 la band è pronta a dare alle stampe questo Second Nature .

Miscelate Magnum e Praying Mantis con il tocco melodico degli FM o quello raffinato degli Shy e bene o male capirete con cosa vi troverete fra le mani. Sarebbe bello sapere se questi brani sono di “penna fresca” o, come suppongo, vecchi ripescaggi da un lontano 1985. Fatto sta che l’album è un bel concentrato di musica in puro stile NWOBHM misto al più classico Melodic Rock di tradizione Inglese!
Dopo un intro (Prelude) abbastanza inutile ci si lancia sulla sculettante (vi sfido a non far andare a tempo le vostre chiappe) Give Me The Light che lascia presto spazio alla riuscita cover di Don’t Pay The Ferryman. Due pezzi ed è chiaro che la band ha talento da vendere e come sempre la voce di Small è una garanzia.
Brani riusciti e ben costruiti con un sacco di cori e controcori come Angels With Dirty Face, Second Nature si alternano a lenti emozionanti come Every Boy in Town, per arrivare a buttarsi nelle note radiofoniche di una Heartbeat Radio. IL reto se la gioca sul lato più roccioso e infarcito di riff come in brani quali 30 years, Prisoner o Lionheart.

IN CONCLUSIONE

Se amate le sonorità più melodiche della classica scena NWOBHM allora buttatevi a capofitto in questo Second Nature dei Lionheart. Non siete sicuri di amarla? Bene, sappiate che comunque qui qui troverete una band “vecchia scuola“, una grande voce dietro al microfono e una manciata di brani dal respiro profondamente inglese ed ’80s.

© 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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