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Recensione

78/100

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Vandenberg’s Moonkings – MK II – recensione

13 Novembre 2017 1 Commento Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Mascot Records

Tracklist:

1 Tightrope 
2 Reputation
3 Angel In Black
4 The Fire
5 Walk Away
6 All Or Nothing
7 What Doesn’t Kill You
8 Ready For The Taking
9 New Day
10 Love Runs Out
11 If You Can’t Handle The Heat

Formazione:

Adrian Vandenberg - chitarra
Jan Hoving - voce
Sem Christoffel - basso
Mart Nijen Es - batteria

Contatti:

sito ufficiale
pagina facebook

 

Adrian Vandenberg è un pennellone alto… ma alto, alto! La sua presenza ingombra pesantemente lo schermo di ‘Starkers iN Tokyo’, CD e/o DVD del 1997 che consiglio a tutti per l’intimismo che è in grado di tradurvi (ovviamente alla voce è Mr.Coverdale).
Qui ci troviamo (come per la prima uscita sotto questo monicker) di fronte a puro Hard Rock Old Style, e quando dico Old Style non intendo l’Old Style di una new band come Dirty thrills od Inglorious dove è evidente che i suoni sono quelli, ma l’attitudine è attuale… qui suoni e attitudine sono quelli là, solo con una produzione aggiornata. Quindi bene, direte (quasi tutti) voi.

Ah beh… se iniziamo con un pezzo come ‘Tightrope’, basso alà Ozzy/No More Tears… chorus che mi fa sballare!!
Che privilegio poter ascoltare questa roba quando fuori da noi si muove una massa informe di trogloditi che pensa che la musica inizi da Marco Carta e finisca con Emma! ‘Reputation’, forse emulo di ‘Bad Reputation’ richiama proprio i Thin Lizzy, poi si slega e accarezza persino il Southern..
Ed ‘Angel in Black’ è la prefetta consecutio con quel sapore di Van Zant/Lynyrd Skynyrd e una voce che (a tratti) ricorda il primo Tangier (capolavoro!).l’unica pecca (come già in precedenza) sono gli assoli di Adrian, non sempre centrati..
Quando il fumo (in senso ampio) dei Seventies si dilegua, salta fuori un Hard Rock classico (e imbastarditure di RHCP) con un chorus che unisce idealmente Mr.Big e Blackfoot. Pecca finale: 2 minuti di chiusura del pezzo, potevano evitarselo..
L’intimismo di cui alla mia introduzione è degnamente rappresentato nella ballad ‘Walk Away’, contrappuntata da (finti) archi..
All For Nothing’ è un filler evidente (e allora ca**o lo registrate a fare, mah?!).
Ancora ‘sti finti archi?! in ‘What Doesn’t Kill You’… che non c’entra pure una mazza con tutto quanto sopra..
Ragazzi, non rovinate tutto con il finale, neh?!
Grilli notturni, rane e alligatori, allegri abitanti di Florida e Louisiana, inducono i nostri a ricorreggere il tiro e a tirar fuori un pezzo che amerei veder suonato su di un palco polveroso installato proprio in quei lidi..
Dopo il ri-filler ‘New Day’..note da Coming Of Age/Damn Yankees per un riff che diventa early AC/DC e vira su di una struttura (finalmente!) ca**uta, assolo di Adriano a parte (ma starsene zitto, chitarristicamente parlando, noo?!)..
Love Runs Out’ ha un nonsochè di ZZ Top e quelle melodie vocali quasi 60’s… poi un break che strizza l’occhio a DavidCover…
Vocalizzi tra Tangier ed Astral Doors per la conclusiva semi-zeppeliniana ‘If You Can’t Handle The Heat’ che chiude degnamente.

IN CONCLUSIONE

Mettiamola così.. ci sono Luci che sono molto Luci e Ombre che sono piuttosto Ombre… nel complesso le Luci superano le Ombre e rischiarano il tutto…
Non c’avete capito un’emerita min*ia?!… giusto… scaricatevi (legalmente!) solo le Luci… e risparmierete pure sulla bolletta di casa vostra…

© 2017, Marco ‘Rokko’ Ardemagni. All rights reserved.

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