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Recensione

84/100

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Pretty Boy Floyd – Public Enemies – recensione

28 Novembre 2017 48 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. S.A.T.A.
02. Feel The Heat
03. High School Queen
04. Girls All Over The World
05. American Dream
06. We Can’t Bring Back Yesterday
07. We Got The Power
08. Do Ya Wanna Rock
09. Run For Your Life
10. Shock The World
11. Paint It On
12. 7 Minutes In Heaven
13. Star Chaser
14. So Young So Bad

Formazione:

Kristy Majors - Chitarra, Basso, Cori
Steve Summers - Voce
Chad Stewart - Batteria
Keri Kelli - Cori

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Quando negli 80’s il Glam si faceva duro&puro, il sottoscritto… scappava!
Sì, nel senso che se il Glam era fortemente metallizzato (vedi 1° Motley Crue) pigiavo il tasto power altrimenti (citando Totò in Miseria e Nobiltà) desistevo. Per dirla tutta (e qui in molti alzeranno il sopracciglio) ai Tigertailz e ai Wratchild rispondevo con gli Exodus e Wratchild, quella degli Iron..
Figuratevi il mio entusiasmo quando mi sono trovato tra le orecchie questi files da recensire… poi ho visto la cover con il loro logo, un misto di caratteri Maiden/Motley Crue (prima maniera), e quello scheletrico gangster tempestato di anelli bikers che ti punta addosso una calibro qualcosa. Allora mi sono fatto coraggio e ho detto: provamoce (per i meno avvezzi al dialetto romanesco e per i detrattori del linguaggio popolare: proviamoci).

Feel The Heat’ non ha ovviamente nulla a che spartire con la ben nota omonima di Jean Beauvoir/Cobra OST, questo è un pugno in faccia ben calibrato da un attacco alà Stryper e vocals scartavetrate very VinceNeil.
High School Queen’ è la perfetta sintesi tra Crue e Poison, scanzonata, solare, adolescenziale, un po’ (direbbe qualcuno) come quando scrivo le recensioni (ogni riferimento a fatti/persone/cose è puramente voluto)
L’atmosfera di base non cambia di una virgola neanche con ‘Girls All Over The World’, semplicità e schiettezza, it’s only Rock’N’Roll.
In ‘American Dream’ alla base Crue (onnipresente) si aggiunge qualche velatura L.A. Guns (nella loro veste meno Metal).
Accendini in bella mostra per ‘We Can’t Bring Back Yesterday’, ballata necessaria, uscita fresca fresca dagli 80’s, tutto come allora: vocals nasali, chitarra acustica e non, cori sognanti, assolo scolastico.
We Got The Power’ parte con un giro vagamente Danger Danger, il resto è un buon Bignami di come si possano sposare AOR & Glam.
Vorrei tornare a qualche pugno in faccia come in apertura, ma ci si riesce solo parzialmente con ‘Do Ya Wanna Rock’ che ha un bel basso pulsante, ma un chorus molto (un po’ troppo, per il sottoscritto) Glam, in sottofondo una pianola ti sento e non ti sento.
Qui ci siamo… l’attacco di ‘Run For Your Life’ è Crue meets Vain, e a me sta bene..ancora una volta trattasi di brano essenziale, senza fronzoli e breve, come si conviene.
Shock The World’ ha un nonsoche di Ratt cosparsi di vernice Glam.
Sono perennamente assorto in uno stato catartico da questa splendida voce, che segna il passo in intonazione ed estensione, ma che è pienamente centrata nella parte che deve recitare: Dirty Glam.
Paint It On’ sa un po’ di filler, mentre ‘7 Minutes In Heaven’ si riprende la scena alla grande, perfetta nella sua immediatezza e cattiveria, un chorus appiciccoso come un BigBabol che vi scoppia sul faccione.
Star Chaser’ ha un suo perché con una struttura ritmica che riporta fino ai Thin Lizzy.
Ultimo brano, cone al solito pericolosissimo perché (almeno un tempo) si nascondevano delle ciofeche galattiche, qui abbiamo invece una degna chiusura che tra accordi e clapclap riesce ad estorcerci persino i Boston di More Than A Feeling.

IN CONCLUSIONE

14 pezzi sono tantini, ma il godimento è assicurato! A volte le cariatidi ottantiane stupiscono, e questa volta è una di quelle. Difficile pronosticare un comeback così lucido.
Cari i miei Frontiers, se questi non presenziassero al prossimo Festival ci rimarrei un po’ male (anche perché mi dite cosa ne farei degli spandex che ho indosso da quando ho iniziato la recensione?).

© 2017, Marco ‘Rokko’ Ardemagni. All rights reserved.

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