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06 Novembre 2017 8 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni
genere: Hard Rock, Classic Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01.Karma
02.The Fear
03.Tell Me A Lie
04.Forever Alone
05.Eat Your Words
06.Prisoner Of War
07.Freak Show
08.I Dare You
09.The Devil In Me
10.Uninvited
11.Yours
Formazione:
Antony Ellis - voce
Sam Millar – chitarra
Mick McCullagh – chitarra
Matt Avery – basso
Tom Aspinall - batteria
Contatti:
Io mi chiedo se a Napoli (sede degli amici Frontiers) confezionino dei cilindri particolari… no perché i conigli che tirano fuori da lì dentro sembrano senza fine e (soprattutto) godono di ottima salute! Come questi youngsters Bigfoot.
Se devo recensire una new band già il sorriso mi si stampa giulivo sul mio faccione, se poi le prime note che escono dalle cuffiette sono quelle che hanno lo stesso tiro (e giro) di Moto Psycho/Megadeth allora la giornata si mette davvero bene. E’ ‘Karma’, che prende i suddetti, Nickelback, il tipico inciso a più voci Street(il genere)/The Treatment, Black Sabbath e qualche deriva lisergica nel break centrale, e si propone come biglietto da visita di questi Piedoni Inglesi.
‘The Fear’ cambia l’effetto della chitarra (di ‘Karma’) ed apre come il brano precedente, sembra che il percorso si faccia duro, tra Hard Rock e Metal e invece il chorus è (un po’ inspiegabilmente) di tutt’altra foggia, avete presente gli ultimi (melodici) Crazy Lixx, ecco… apprezzabile il mix di genere, ma l’avrei costruito diversamente.
‘Tell Me A Lie’ è il mio pezzo. Tirato il giusto, semplice, qualcosa di Tyketto (nella voce prechorus) e cori armonici made in USA tra Night Ranger e Wild Horses (quelli del ’91).
Ora, se un pezzo s’intitola ‘Forever Alone’ cosa può essere? Esatto, una ballad, finalmente scritta bene da una band di età media (immagino) 25/30. C’è tutto quello che potete aspettarvi, arpeggio di chitarra, accordo lungo (della stessa chitarra) e voci pulite… fossimo negli 80’s sarebbe nella Top 40 USA sicuro, ma sicuro!
‘Eat Your Words’ è ancora Hard Rock dei giorni nostri… secco, urgente, senza fronzoli… ma (attenzione) mai banale, scontato, puerile… anche 4 secondi di voce filtrata che passano dal canale Left a quello Right servono a dimostrare personalità.
Sullo sfondo i Molly Hatchet, ma verso di noi procedono i Bigfoot con ‘Prisoner Of War’, basso pulsante e strofa scandita, chorus non esattamente allineato con il taglio che si era dato il pezzo, un po’ troppo vocalizzato e indugiato sulla melodia..
Intro tra Pantera (e non spaventetavi dai! che un po’ di cattiveria vi farebbe solo bene) e Solar Angels/Judas Priest, poi ‘Freak Show’ allinea i suoni esattamente al titolo che porta, ispirandosi ad una parata di stranezze che si muovono ad un ritmo scanzonato ma un po’ inquietato… trovano spazio pure twin guitars alà Iron Maiden.
Come descrivervi ‘I Dare You’?. Joan Jett che incontra il chorus di Dr.Love/Hardline e fa un giro reggae nel Mar dei Caraibi? Una bella poltiglia ben amalgamata, non c’è che dire, bravi i miei sgarzelloni.
La capacità di ‘sti ragazzi nel mischiare le carte è impressionante, anche con ‘The Devil In Me’ ci troviamo di fronte a un caleidoscopio di generi, influssi, suoni, stili… ma tutto si combina perfettamente, non è un esperimento tanto per dire famolo strano, la struttura del pezzo c’è tutta.
‘Uninvited’ è Hard Rock 4/4 e andare, ancora quegli incisi di voci inca**ate che adoro (mi rimandano a Too Fast For Love/Motley Crue) e qualche parentela con i conterranei The Treatment e i Rhino Bucket dei canguri.. .pezzo da testa e piede che scandiscono il tempo da cima a fondo.
‘Yours’ chiude in atmosfera con un brano che poteva stare comodamente in bocca ad Axl (Rose)…
IN CONCLUSIONE
Se la manica larga non è un opinione, io indosso solo manica larga… quando c’è un’anagrafica bassa, idee e freschezza il votone mi esce spontaneo.
Se c’è un futuro per il Rock, questo può essere scritto solo da ragazzi come i Bigfoot.
© 2017, Marco ‘Rokko’ Ardemagni. All rights reserved.
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