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Recensione

85/100

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Mike & The Mechanics – Let Me Fly – Recensione

21 Ottobre 2017 31 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Pop Rock
anno: 2017
etichetta: BMG

Tracklist:

1. "Let Me Fly" 4:42
2. "Are You Ready?" 4:27
3. "Wonder" 4:36
4. "The Best Is Yet to Come" 4:00
5. "Save the World" 4:42
6. "Don't Know What Came Over Me" 4:20
7. "High Life" 2:49
8. "The Letter" 4:55
9. "Not Out of Love" 4:17
10. "Love Left Over" 3:27
11. "I'll Be There for You" 3:31
12. "Save My Soul" 4:49

Formazione:

Mike Rutherford – bass guitar, guitar, drum programming
Andrew Roachford – lead and backing vocals (lead: 1, 3, 4, 5, 8, 10, 11, 12), keyboards
Tim Howar – lead and backing vocals (lead: 2, 6, 7, 9)
Gary Wallis – drums
Anthony Drennan – guitar
Luke Juby – keyboards

 

Con colpevolissimo ed enorme ritardo arrivo soltanto ora, a sette mesi di distanza dalla data di uscita (7 aprile 2017, BMG), ad ascoltare il nuovo e ottavo album dei pop rockers britannici Mike & The Mechanics, intitolato Let Me Fly.

Il disco, che è la seconda release registrata dall’attuale line-up del gruppo del co-fondatore dei Genesis, Mike Rutherford, schiera una formazione di tutto rispetto, che è riunita intorno ai due nuovi cantanti Andrew Roachford e Tim Howar, subentrati nel 2010 per sostituire il compianto Paul Young, deceduto improvvisamente nel 2000, e Paul Carrack, che ha lasciato nel 2004. Con loro, il bravo tastierista Luca Juby, il preciso batterista Gary Wallis e il chitarrista Anthony Drennan.

Il primo dettaglio fondamentale ad emergere dall’ascolto di questo nuovo platter è la sua produzione, molto più pop oriented e commerciale rispetto alle passate edizioni, e mirata a mettere ben più in risalto il groove e le basi di tastiere su cui si fondano i brani, piuttosto che la chitarra dello stesso leader Rutherford, sovente in secondo piano e concentrata sul solo accompagnamento melodico (nonostante qua e là sappia ancora emergere con grinta). Attenzione però, lungi da me definire questa scelta una critica, ma solo una precisa connotazione stilistica che il gruppo ha voluto dare a un disco decisamente convincente, orecchiabile, piacevole nell’ascolto, vario e allo stesso tempo omogeneo. E soprattutto composto e suonato da una combo di artisti che dal grande bagaglio tecnico, con i due nuovi cantanti che si cimentano entrambi in una prova vocale magistrale, decisamente emozionante e carismatica, e Rutherford e soci a seguire nell’accompagnamento strumetnale con classe e stile da vendere.

Certo, una apertura musicalmente pop come quella affidata a Let Me Fly forse in pochi se la sarebbero aspettata, ma è da riconoscere come il brano circoli bene soprattutto grazie alla sua grande coralità e alla sua bella carica emotiva, e già dopo pochi istanti ci troviamo immersi nel mood della canzone e in quel suo battito elettronico che ritroviamo poi anche nella frizzante e positiva Are You Ready?, moderna ma convincente. Successivamente, la stupenda mid-tempo Wonder ci avvolge con quel caldo manto di emozioni e sensazioni dato dalla prestazione vocale grantica di Andrew Roachford, mentre la motivazionale The Best Is Yet to Come oscilla perfettamente tra pop moderno e pop rock, e anticipa la succulenta Save the World, tra westcoast e musica hit da classifica. Con la side A del disco che chiude con il suono, questa volta sì 100% alla Mike & The Mechanics, di Don’t Know What Came Over Me, per chi scrive la più bella traccia del lotto in assoluto, perfettamente interpretata da Tim Howar alla voce e da Rutherford alla chitarra.

Giro di boa allora, ed ecco che la breve High Life (quasi tre minuti di durata) riporta in primo piano la voce di Howar su un motivetto pop leggero e spensierato, con The Letter che guarda nuovamente al passato storico del gruppo e si carica di ottimi effetti e melodie in arrangiamento. L’ottima sinergia vocale tra i due cantanti rende ancora indimenticabile il westcoastiano ritmo soffuso di Not Out of Love, mentre la ballad Love Left Over tocca l’anima con il soul toccante del cantato di Roachford. A un passo dal finale, ecco infine I’ll Be There for You, quasi dance nei suoni e assolutamente ritmata e ballabile, con il commiato del disco affidato a Save My Soul e a una nuova particolare e riuscita base musicale che infuoca l’anima dell’ascoltatore.

IN CONCLUSIONE

Se vi piacciono le grandi voci e non disdegnate l’arrangiamento pop rock delle canzoni moderne, Let Me Fly è il disco che fa per voi, e un condensato di uniche ed intense emozioni.

E’ però vero che il sound storico dei Mike & The Mechanics è ormai all’orizzonte, e che la chitarra di Rutherford non è stata mai così in secondo piano. Perciò il rischio che qualche fan di vecchia data risulti scontento, beh, in effetti c’è. Ma va a gusti ragazzi, e io un ascolto comunque lo darei.. 😉

© 2017, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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