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Recensione

83/100

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Freight Train – I – recensione

17 Ottobre 2017 3 Commenti Denis Abello

genere: AOR / Melodic Rock
anno: 2017
etichetta: Rockshot Records

Tracklist:

01. The Beginning
02. You Won’t Fall
03. Into The Fire
04. Another Chance
05. Here I Am
06. Somewhere, Someday
07. The Prelude
08. Reach For The Stars
09. Any Way You Want It
10. Into The Fire (acoustic version)

Formazione:

Ivan Mantovani: voce
Enrico Testi: chitarre, cori
Anton Bagdatyev: tastiere, cori
Lorenzo Pucci: basso, cori
Andrea Cappelletti: chitarra
Mattia Simoncini: batteria

Contatti:

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Questi Freight Train mi incuriosiscono. Un colpo d’occhio ad una copertina che non fa nulla per nascondere la voglia di USA ed un’immagine globale della band che gioca tra richiami anni ’80 e ’90 a cui si aggiunge la personalità trasformista ed eclettiva della voce Ivan Mantovani bastano a farmi sperare in un profumo di originalità che spesso e volentieri quando si parla di AOR viene relegato su un piano secondario in favore di stereotipi ormai saldamente legati a questo genere di musica.
Prima di constatare se anche “musicalmente” il sestetto di questo Treno Merci (Freight Train tradotto in Italiano vuol dire esattamente Treno Merci) saprà portare una ventata di originalità è doveroso introdurre quella che a tutti gli effetti potrebbe giocarsi un ruolo importante tra le nuove leve dell’AOR (si si, tanto era inutile fare ancora il misterioso che il voto in alto l’avete già visto tutti e quindi sapete che mi sono piaciuti 😀 ).
Nati a Rimini nel 2015, I Freight Train, composti da Ivan Mantovani alla voce, Enrico Testi alle chitarre, Anton Bagdatyev alle tastiere, Lorenzo Pucci al basso, Andrea Cappelletti alla chitarra e Mattia Simoncini alla batteria, iniziano a farsi conoscere con l’azzardata, ma riuscita, cover di Anyway You Want It dei Journey, brano che ritroviamo riproposto anche in questa loro prima fatica ufficiale!

Vedendo la cover proposta direi che non è difficile capire dove puntano i Freight train, ma non fatevi ingannare perchè il loro sound è ben più che un AOR stereotipato alla Journey. I nostri riescono infatti ad aggiungere un tocco moderno e un carattere personale ai pezzi inediti di questo I. Merito degli arrangiamenti mai banali, del songwriting di alto livello messo in scena da Enrico Testi (autore principale di tutti i brani inediti presenti sul disco) e da una band che non lesina su talento e qualità complessiva.
Dopo quindi un intro d’atmosfera dal titolo non propriamente originale (The Beginning) ci si lancia a testa bassa in un terzetto di classe e livello che risponde ai nomi di You Won’t Fall, Into The Fire e Another Change. Tastiere e chitarre sempre ben presenti in tutti i pezzi, You Won’t Fall richiama una sorta di sound alla Toto ipervitaminizzato, Into The Fire se la gioca in territori hard rock di classe (Dokken style?) mentre Another Change è il brano più classicamente AORizzato del lotto con una gran prova vocale di Ivan Mantovani.
A questo punto entra in scena la prima cover proposta. Here I Am infatti arriva diretta da Swedish Idol. Brano presentato dall’artista Petri, nella versione dei Freight Train acquista potenza e vitalità grazie ad una sezione ritmica più vigorosa mitigata però da un lavoro di tastiere levigato e d’atmosfera.
Centro pieno sulla (semi) ballad Somewhere, Someday in cui ancora una volta arrangiamenti azzeccati uniti ad un gioco delicato di tastiere, voce e chitarre mostrano il potenziale di primo livello che la band può mettere in scena. Un brano che entra in circolo lentamente nota dopo nota, parliamo di roba di una certa classe!
Dopo l’intro ancora un brano strumentale, The Prelude riporta alla mente frammenti dell’album Flamenco a Go Go di Steve Stevens (1999) e rilancia verso l’ultimo (aimè) inedito del lotto proposto. Reach For The Stars mostra il lato “moderatamente” heavy della band!
A riportarci in territori nettamente AOR ci ripensa la cover di uno dei classici del genere. Con uno sprezzo del pericolo non indifferente la band si gioca la sua credibilità sulle note di Any Way You Want It dei Journey. Partita vinta per un pezzo riarrangiato in perfetto Freight Train Style che non tradisce l’originale e che ne risulta… originale. Di primo piano la prova della band e soprattutto la “credibilità” vocale di Ivan in questo caso mai così a rischio di fallimento trovandosi al cospetto dei un mostro sacro quale Steve Perry!
In chiusura viene ripresa con una bella versione acustica il brano Into The Fire!

IN CONCLUSIONE

In un’italia AOR e Melodic Rock che se la gioca a livelli sempre più alti, i Freight Train meritano e si conquistano con questo I un loro posto nella partita. Solo sei pezzi originali più due cover e due strumentali potrebbero far un po’ storcere il naso, ma la qualità complessiva è elevata e la band mostra un tocco autentico ed originale che in pochi possono vantare al giorno d’oggi. Avrebbero meritato una produzione di maggior valore, e a farne le spese maggiori ne è forse la voce, ma siamo pur sempre al cospetto di un lavoro autoprodotto con l’intento di far conoscere il più possibile la band.
Date una possibilità a questi giovani ragazzi, perchè i numeri ed il talento non gli mancano e potrebbero stupire negli anni a venire! Promossi!

© 2017, Denis Abello. All rights reserved.

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