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22 Ottobre 2017 41 Commenti Nico D'andrea
genere: Hard Rock - Classic Rock
anno: 2017
etichetta: Hell And Back
Tracklist:
1. Walk the Earth
2. The Siege
3. Kingdom United
4. Pictures
5. Election Day
6. Wolves
7. GTO
8. Haze
9. Whenever You're Ready
10.Turn to Dust
Formazione:
Joey Tempest – Voce
John Norum – Chitarre
John Levén – Basso
Mic Michaeli – Tastiere
Ian Haugland – Batteria
Contatti:
Non c’è dubbio che gli Europe siano assorti a status di band leggendaria non solo per i loro trascorsi da “chart stormers” con il multi platinato The Final Countdown.
Il poderoso lignaggio tecnico ed un’invidiabile forma fisica e d’immagine li ha spesso portati a farsi perdonare più di un episodio dallo spessore compositivo non proprio trascendentale.
Giusto per lasciare un mio parametro personale ai lettori più indulgenti, l’amata band di Stoccolma aveva a mio avviso perso l’ispirazione già dal dopo Prisoners in Paradise per ritrovarla solo e parzialmente (eccezione fatta per l’ottimo Secret Society) nell’ultimo spiazzante War Of Kings.
Un lavoro che pur penalizzato da un songwriting altalenante, li catapultava in una dimensione che si spingeva oltre l’Hard Rock classico di ispirazione Rainbow dei primissimi lavori.
War Of Kings in almeno la metà della sua set-list, rimane infatti una convincente testimonianza del miglior Classic Rock che oggi si possa ascoltare.
A questo punto i presupposti per un secondo capitolo, in un lasso di tempo così insolitamente ravvicinato per John Norum e compagni, sembrano veramente incoraggianti.
Non da meno per il primo singolo Walking The Earth, foriero di una vena compositiva ritrovata. Un pezzo forse troppo derivativo da note composizioni di Purple e Zeppelin ma che già ad un primo ascolto funziona…eccome se funziona.
Ecco allora il pretesto per entrare nel vivo di un disco che purtroppo, fatte salve alcune rare eccezioni, non gode della qualità artistica che ci si aspetta dagli Europe, qualsiasi cosa essi siano o siano stati.
Eppure il trittico iniziale (title-track compresa) si presenta con grande veemenza.
The Siege e Kingdom United sono tracce epiche attraversate da una tempesta di Hammond e dagli assoli sempre ricercati del solito immenso Norum.
Non convince invece Pictures, ballata scontata sospesa tra i Pink Floyd e qualcosa degli ELP.
Assolutamente da dimenticare inoltre pezzi a velocità sostenuta come Election Day, GTO e Whenever You’re Ready.
Qui la voce di Joey Tempest appare più che mai fuori contesto e la struttura banale dei pezzi di certo non lo aiuta.
Il basso ferino di John Leven accompagna un roccioso riff di Norum nell’eccellente semi-strumentale Wolfes…ma poi il nulla.
Haze convulsa, confusionaria e l’inoffensiva chiusura di Turn To Dust ci consegnano un lavoro trascurabile che non rende giustizia alla potenzialità di un “super gruppo” che può ben altro.
CONCLUSIONE
Il nuovo cammino sul suolo terrestre dei giganti svedesi appare pesante e scoordinato.
Le trascinanti performance di John Norum e Mic Michaeli che imperversano in tutto il disco, non sembrano purtroppo sufficienti a riportarne l’incedere sulle movenze fiere e decise tanto agognate dagli estimatori più obbiettivi della band.
Movenze che una creatura di tale nobiltà possiede come doti intrinseche.
Peccato…
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