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Recensione

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Dirty Thrills – Heavy Living – recensione

15 Settembre 2017 4 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni

genere: Classic Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01 I'll be with you
02 Go slow
03 Law man
04 Hanging around
05 lonely soul
06 No resolve
07 Interlude
08 The brave
09 Rabbit hole
10 Drunk Words
11 Get loose

Formazione:

Louis James - Lead Vocals, Harmonica
Jack Fawdry - Guitar, Backing Vocals
Steve Corrigan - Drums
Aaron Plows - Bass

Contatti:

official facebook: http://www.dirty-thrills.com/
facebook: https://www.facebook.com/DirtyThrills

 

Allora..il frontman è nientepopodimenoche il figlio dell’ex-Moody Blues Nicky James, con loro nel primo periodo, purtroppo per lui non con loro nel 1967 quando furono artefici di uno dei brani più conosciuti (insieme a Procol Harum e Blind Faith) della storia della musica leggera internazionale: ‘Nights In White Satin’…
La band si forma grazie agli effluvi di una jam (un po’ alticcia) andata in onda in un pub nel Wiltshire e ‘I’ll Be With You’ ne è degna testimone. Un brano sporco, malato che cambia umore durante il suo corso, dal Classic Rock alla Wolfmother al R’n’B nero… pezzo geniale, contaminato, fresco!

Go Slow’ persiste nel farci capire che i ragazzi sanno miscelare con raro gusto Seventies, Metal, Attualità… punte di chitarra àla Sabbath/Dio fanno capolino dietro un’armonica Sabbath/Ozzy e voci retrò..
Law Man’ sa di Hard Rock+Scotland+William Wallace e pure di Hush/Purple… è inutile, sono pezzi fantastici… sanno tirar fuori emozioni Seventies sdrucite presentandole con la sfacciataggine (e le idee) di una giovane band del 2017..
Ancora Sabbath sullo sfondo per ‘Hanging Around’ per un altro pezzo che (come gli altri) va ascoltato con cura per tutto il suo minutaggio perché con i Dirty Thrills i cameos e le sorprese sonore sono sempre dietro l’angolo..
Con ‘Lonely Soul’ si tira il fiato e James ci dimostra che i suoi registri non sono solo quelli alti e tirati retti finora, ma anche quelli d’atmosfera che pennellano una ballad come si deve..
No Resolve’ conserva un’anima blues ed è molto vicina ai (mai abbastanza osannati) conterranei Inglorious..
Interlude’ è un sorbetto di metà pasto piovuto da un monastero himalaiano..Mentre ‘The Brave’ sfoga il sabbathismo, represso nel precedente minuto, e lo innaffia di Geoff Tate/Queensryche/1994-97
Dalla tana del coniglio (‘Rabbit Hole’) fuoriesce un vocalizzo acappella di James che, preso coraggio e sostenuto dai suoi compari di bevute, marca il territorio regalandoci ancora musica d’altri tempi (adoro il break blues semicentrale)..
Saranno state quelle proferite il giorno della loro formazione? Sì, intendo le ‘Drunk Words’ che danno il titolo all’ennesima traccia di valore… qui se c’è qualcuno di ubriaco sono io, completamente in balia di questo delirante viaggio sonico..
Get Loose’ ci spezza definitivamente le reni chiamandoci in pista a battere mani, piedi e a dimenare our boot… voglio vedervi sudare!!

IN CONCLUSIONE

Dear Brothers… è ora… i tempi sono maturi per scrollarci di dosso le ultime scorie di bands che furono (grandi) nel passato e riservare quel poco di sano che è rimasto del nostro impianto uditivo per QUESTE BAND… il Futuro è Loro, non accorgersene è (per noi) un Rock Suicide…

PS HEY FRONTIERS!!..so che siete ancora in spiaggia sulla Costiera..e pure questi (come i Wayward Sons) LI VOGLIAMO sul palco del prossimo FRF!!!!

© 2017, Marco ‘Rokko’ Ardemagni. All rights reserved.

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