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22 Agosto 2017 8 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni
genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01. Can't Get Enough
02. Getaway
03. Roll This Joint
04. Freak Flag
05. Wasted
06. Still Wild
07. Make a Way
08. Renegades
09. The Road
10. Shame
11. Knock em Down
Formazione:
Frankie Banali - batteria
Alex Grossi - chitarra
Chuck Wright – basso
James Durbin - voce
Quiet Riot, ovvero (per lo scrivente) lo Yin e Lo Yan! Così come alle prime note di Metal Health devo infilarmi un casco chè l’adrenalina me la farebbe spaccare davvero (…la testa), alle prime note di Cum On Feel The Noize, la testa la spaccherei a chi la suona per quanto la odio… sorry…
Questa nuova uscita ha conosciuto un certo travaglio vocale, perché al cantante originario (di questo disco, intendo… l’originario originario è solo ed esclusivamente Kevin DuBrow, R.I.P.) Seann Nicols è subentrato James Durbin (direttamente dall’American Idol USA).
Pronti? Via!
’Can’t Get Enough’ è semplicissima, 4 accordi, basso pulsante e voce graffiante (qualcosa di Jeff Keith). Bene! La semplicità premia sempre.
Intro indiano (nel senso proprio di India..,) e poi tanto arena rock (Wild Horses, Spread Eagle, Tora Tora) chorus troppo miagolato. Si poteva far meglio.
‘Roll This Joint’ prosegue sulle coordinate precedenti aggiungendo qualcosa di Black Crowes. Note stra-ascoltate milioni di volte.
BELIN FIGIEU (tradotta dal genovese: @#*$!&ZZO RAGAZZI!) dove razzo sono convinzione?! cattiveria?!
’Freak Flag’ è un buon pezzo che odora di Vain e di Crazy Lixx, il cantato però mi ricorda troppo la sventola degli Adrenaline Rush e se la cosa è appagante per alcuni sensi, non lo è per altri..
Il basso di ‘Wasted’ ci riporta a ‘Dr.Feelgood’ di Crue-iana memoria, il resto però è svogliatissimo. Torno sempre lì: la convinzione latita… e (confesso) anche gli acuti di Durbin sono molto più prossimi alla veterinaria più che alla medicina..
… eppure mi aspetto un colpo di reni. Sarà ‘Still Wild’ a sferrarlo? …ehm, no… non so che dirvi… traccia che ascolterete 1 volta, direte sì, ok… e non l’ascolterete mai più.
‘Make A Way’ ha suoni e accordi un po’ Ted Nugent… quindi bene… ma poi tutto si disunisce, si sparpaglia, si sgomitola in ossequio a un gusto Black Crowes le cui teste, per i vecchi (inca**ati) Quiet Riot, sarebbero state solo degne (e martoriate) protagoniste di un loro videoclip..
‘Renegades’ ha un chorus carino, melodico, nuovamente Crazy Lixx (ma ditemi voi se devo citare i Crazy Lixx per assonare i QUIET RIOT!) il resto non smuove di una virgola la media del tutto (a parte smuovere ulteriormente la mia insofferenza agli acuti di Mr.American-Durbin-Idol).
La power ballad ‘The Road’ mi sfruguglia i Danger Danger (‘Don’t Walk Away’) ed è la track di gran lunga migliore… fossero state tutte così (sigh!).
… e invece ci pensa subito ‘Shame’ a riabbassare la media, e anche di brutto..tanto di brutto quanto è brutto il pezzo…
lo sforzo (di aver retto fino alla fine) viene premiato con il brano di chiusura. Una sorta di anthem mixed rap style/RHCP + tastiere nel break centrale… avete capito, no?!
IN CONCLUSIONE
Cosa posso dire… per sintetizzare: disco Molto QUIET e Niente RIOT.
Manca tutto quello che serve per un loro disco: potenza, adrenalina, metallitudine… se a questo aggiungiamo una voce (a tratti) imbarazzante per il nostro genere, la frittata è servita.
Dopo i Mr.Big un’altra delusione, alla mia veneranda età potrei non farcela..meno male che ci sono le New Bands a tirarmi su di morale!!
© 2017, Marco ‘Rokko’ Ardemagni. All rights reserved.
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