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Recensione

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Cats In Space – Scarecrow – Recensione

25 Agosto 2017 10 Commenti Nico D'andrea

genere: Classic Rock
anno: 2017
etichetta: Cargo Records

Tracklist:

1. Jupiter Calling
2. Mad Hatter's Tea Party
3. Clown In Your Nightmare
4. Scars
5. September Rain
6. Broken Wing
7. Two Minutes 59
8. Felix & The Golden Sun
9. Timebomb
10. Scarecrow

Formazione:

PAUL MANZI - Voce
GREG HART - Chitarre e Cori
DEAN HOWARD - Chitarre
JEFF BROWN - Basso e Cori
STEEVI BACON - Batteria e Percussioni
ANDY STEWART - Piano e Synth

Contatti:

www.catsinspaceband.com

 

A due anni di distanza dalla sua prima apparizione sul pianeta terra,torna la navicella dei “Gatti spaziali” sapientemente capitanata dal comandante Greg Hart.

Il poliedrico chitarrista, produttore…e pittore inglese ex Asia riconferma l’equipaggio presente nel disco d’esordio Too Many gods, formato da una selezione di brillanti musicisti del sottobosco inglese con importanti crediti in Sweet, Ian Gillan e 10cc.

Anche per questa seconda “missione” funziona alla perfezione il processo di ibernazione che ci riconsegna i nostri eroi in splendido smalto, dopo un viaggio partito dai 70’s e capace ancora una volta di culminare in un sound vintage ma allo stesso tempo fresco ed originale.

Lo stesso Greg Hart ha recentemente dichiarato in un’intervista alla prestigiosa rivista inglese Classic Rock , di provare un’amore viscerale per qualsiasi cosa appartenga agli Anni 70 e questo nuovo Scarecrow ne è a tutti gli effetti prova tangibile.

Il viaggio nel tempo riparte dal pianeta Giove ed il segnale dell’opener Jupiter Calling arriva chiaro e forte :
Intro in stile Prog e partenza con il piglio deciso di Phil Manzi che si conferma da subito il notevole vocalist apprezzato nell’album di debutto.
Ad accompagnarlo i tamburi di quel gran fico di Stevie Bacon (capello lungo e t-shirt smanicata come ogni buon drummer degli anni 70 che si rispetti).
Il refrain dilatato ed un assolo che squarcia il cielo chiudono il cerchio per un pezzo dalla struttura sorprendente…direi ormai tipico per i Cats In Space.

Ma non temete…non è mia intenzione dilungarmi in un dettagliato track by track di tutto il platter ma questo pezzo ed il brano che dà il titolo all’album, sono il manifesto che meglio rappresenta la proposta di questo formidabile ensemble britannico.

Scarecrow (title-track che chiude l’opera) è un’avvincente cavalcata che alterna ad un ritmo sostenuto pregevoli intermezzi rallentati caratterizzati dalla verve malinconica del sempre eccellente Phil Manzi, ripercorrendo con successo le orme della bellissima suite Greatest Story Never Told del primo disco.

A questo punto solo una precisazione per chi non si fosse imbattuto nell’episodio precedente :
Non aspettatevi il solito ripescaggio del sound inventato da Led Zeppelin o Deep Purple. I Cats in Space si rifanno dichiaratamente al Pop Rock d’annata tutto albionico di ELO e 10CC che personalmente (per ragioni di “competenza territoriale” di chi ci legge) preferisco però accostare ai primi The Babys di John Waite ma con una maggiore elaborazione degli arrangiamenti.

Certo…c’è spazio per un paio di episodi più sbarazzini e (fin troppo) pimpanti come Felix & The Golden Sun (Brit-Pop un po’ Beatles) e Mad Hatter’s Tea Party ma sono parecchi i pezzi in grado di tenere in orbita chi ascolta.

Da Clown In You Nightmare con effetti e talk box dal groove assolutamente irresistibile a tracce dall’incedere fiero come Broken Wing e Time Bomb.
Non manca poi il momento slow : Un’armonica notturna apre la stupenda ballata pianistica Scars che sviluppa il suo mood intimista in un chorus dal crescendo che più vintage non si può.

CONCLUSIONE

Sempre più difficile scoprire qualcosa di innovativo ed originale nel panorama musicale odierno, dove anche in generi di nicchia sembra funzionare meglio il prodotto preconfezionato. D’altronde tutto è già stato scritto e suonato…non c’è più nulla da inventare.

Non è affatto così…Questi gatti londinesi arrivati da uno spazio temporale ben definito, smentiscono nuovamente con il loro solido background il discutibile teorema.
Ci confermano anzi che una sapiente miscela di disparate influenze musicali,se rielaborata con talento e personalità, può stupire il più navigato ed esigente degli ascoltatori.

Scarecrow è così un disco imperdibile per chi ha apprezzato il precedente lavoro ed una nuova chance per chi ama il classico ma vuole esplorare qualcosa di diverso…ma ora si è fatto tardi…dal pianeta terra è tutto…passo e chiudo…

© 2017, Nico D’andrea. All rights reserved.

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