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30 Luglio 2017 4 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Pomp Rock
anno: 2017
etichetta: Alpha Dog 2T/UMe
Tracklist:
01. Overture
02. Gone Gone Gone
03. Hundred Million Miles From Home
04. Trouble At The Big Show
05. Locomotive
06. Radio Silence
07. The Greater Good
08. Time May Bend
09. Ten Thousand Ways To Be Wrong
10. Red Storm
11. All Systems Stable
12. Khedive
13. The Outpost
14. Mission to Mars
Formazione:
Tommy Shaw – voce e chitarra
Lawrence Gowan – voce e tastiere
James “JY” Young – chitarra e voce
Todd Sucherman – batteria
Ricky Phillips e Chuck Panozzo – basso
Dopo ben quattordici anni di silenzio discografico, i leggendari pomp rockers americani Styx escono sul mercato con un nuovo full-length album, intitolato The Mission, e già disponibile nei negozi dal 16 giugno nei formati CD, LP, digitale e streaming.
Strutturato ancora una volta come un concept, il disco si articola in 14 canzoni descritte dalla band come una fonetica passeggiata di 43 avventurosi minuti che raccontano le prove, le tribolazioni e gli ultimi trionfi della prima missione su Marte nell’anno 2033. Le emozioni che si provano nel riascoltare il sound in studio di quella che è a tutti gli effetti una formazione icona del nostro genere sono davvero indescrivibili, con gli Styx che premiano la nostra decennale attesa lavorando su pezzi inediti forti del loro tipico sound pomp e iper-articolato, soave nelle melodie e anthemico nei refrain, che ricorda tanto il periodo a cavallo tra due capolavori come The Grand Illusion e Pieces Of Eight. La voce e la chitarra di Tommy Shaw sono inconfondibili e ancora in formissima, brillanti nei fraseggi e nei giochi strumentali con l’altro componente storico James “JY” Young, mentre le comparsate al basso del componente originale Chuck Panozzo vengono affiancate a quelle dell’altrettanto bravo Ricky Phillips nel supporto ritmico delle pelli di Todd Sucherman, bravissimo nel mantenere corposo il groove del disco anche nei suoi momenti più progressivi. Infine, ultimo ma non ultimo, Lawrence Gowan alla voce e alle tastiere riesce nell’arduo compito di non far rimpiangere neppure troppo Dennis DeYoung, cimentandosi in una prova di grande carisma e qualità che ci riconfermano tutto il suo valore artistico.
E allora via, dopo la caratteristica opener strumentale Overture, con il primo brano-singolo e video Gone Gone Gone, una uptempo prog/AOR breve ma bellissima, divertente, carica di energia e di bei giochi vocali tra i differenti interpreti di queste liriche. Segue Hundred Million Miles From Home, una canzone dotata di ottime armonie vocali su chitarre funky, che anticipa una Trouble At The Big Show assolutamente convincente, suonata a cantata da uno Shaw sugli scudi. Le atmosfere spaziali di Locomotive ci portano con la mente lungo le galassie e le costellazioni, in un viaggio musicale progressivo senza tempo che è interrotto dalla melodia indimenticabile di una delle più belle tracce del lotto, Radio Silence, puro capolavoro della nuova carriera del gruppo americano.
Conclusasi l’apoteosi, si riparte con la ballad “alla Queen” The Greater Good, cantata in modo eccellente da Gowan e supportata da un refrain corale di alta classe, e con il progressive puro di Time May Bend, a cui segue il breve intermezzo di Ten Thousand Ways To Be Wrong. Eccoci allora al pezzo più lungo del lotto, The Red Storm, che ci riporta in viaggio lungo il tempo e le galassie tra cambi di ritmo e incredibili suoni di tastiere, con i diciotto secondi di All Systems Stable che aprono alla magia di tastiere di una sensazionale semi-strumentale come Khedive. Sul finale del concept, largo infine alla canzone più ’80s AOR del disco, The Outpost, radiofonica e squisitamente orecchiabile, e alla sensazionale chiusura di Mission to Mars, che si stampa in testa con le sue melodie e i suoi cori, invogliandoci a riascoltare subito da capo questo bellissimo platter dei redivivi Styx.
IN CONCLUSIONE
Ancora due spanne sopra gli altri per gusto e originalità, gli Styx riportano alla luce il loro tipico sound pomp rock con un disco di grande qualità.
The Mission suona come un concept curato, interpretato con passione e con grande tecnica, prodotto in modo sopraffino, che riconferma tutte le indubbie doti di questa seconda incarnazione moderna di un marchio storico del nostro genere.
L’importante è che adesso questi non ci facciano attendere un altro decennio prima di farsi riascoltare. Perchè se questa era solo la base per un nuovo inizio, beh, ne sentiremo davvero delle belle!!
© 2017, Iacopo Mezzano. All rights reserved.
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