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07 Luglio 2017 9 Commenti Marco 'Rokko' Ardemagni
genere: AOR
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01 After The Rain
02 Cyanide
03 Down Life's Pages
04 Mother Don't Cry
05 Show Me The Way
06 Walk Alone
07 Don't Surrender (To Love)
08 Hero In Your Life
09 Never Back Down Again
10 Who Knows
11 The World's Best Hope
Formazione:
Terry Brock: lead vocals
Robert Berry: bass guitar, vocals
Gary Pihl: lead guitars
Matt Starr: drums
Contatti:
Le giuste premesse ci sono tutte con due vocalist dalle comprovate capacità melodiche come Terry Brock e Robert Berry.
Personalmente ho amato alla follia Brock con i suoi Strangeways, certamente più di Berry solingo o con gli Alliance, ma qui (in ‘After The Rain’) è Robertino a piacermi di più, un brano tipicamente e assolutamente americano: Strangeways (ma non sono inglesi?!) infarciti di leggerezza a là Mitch Malloy.
In ‘Cyanide’ l’intreccio e l’alternanza dei due è ancora più convincente. Una base di tastiera che (per tonalità) mi rimanda ai Melidian e poi un non so che di Survivor.
Per ‘Down Life’s Pages’ intro di keyboards non vagamente eighties, ma proprio eighties alla grande! Qui vengono in mente i Van Halen epoca Hagar e le estati accaldate passate a vedere DeeJay Television alle 14 circa prima di fiondarsi in spiaggia (non quella californiana… sorry).
4° pezzo… dai tutti in coro: BALLAD!!! …ed è così che ‘Mother Don’t Cry’ si materializza, piano dolce e un po’ malinconico (Survivor, era ‘Eye Of The Tiger’?) e chorus in pieno stile Strangeways.
Quando un pezzo esordisce come ‘Show Me The Way’ mi brillano le pupille, inizio a muovermi ondeggiando pericolosamente tra le suppellettili che mi circondano e mi diventa molto più chiaro il perché amo (fo**utamente amo) l’AOR… pezzo diretto, pochi e semplici accordi al punto giusto e una voce degna di questo nome… in un epoca in cui (spesso) album e brani sono più che prolissi i suoi 3min47sec di schiettezza sono accolti come una benedizione!
Se serviva carburare possiamo dire che i nostri sono al punto giusto. ’Walk Alone’ esprime molto bene le loro capacità melodiche impreziosite da un accennato e bilanciato wah-wah… qui siamo scesi a 3min16sec… ora, va bene essere concisi ma non vorrei ritrovarmi (fra poco) a commentare un brano Ramones length!
Ragazzi, vi voglio bene, ma ‘Don’t Surrender (To Love)’ è una dolce ballad un po’ Mr.Big un po’ Journey che però non riesce ad acchiapparmi al centopèciento.
‘Hero In Your Life’ dà la sensazione di voler sperimentare soluzioni diverse senza mai venirne a capo. Se avesse preso la direzione del bridge (un po’ Dakota) avremmo fatto bingo con quel classic AOR in puro stile late 70’s/early 80’s. !nvece è un po’, diciamo, così…
Ancora Van Halen delle due principali incarnazioni (David & Sammy) ad introdurre (ma solo introdurre) ‘Never Back Down Again’ che in seguito tributa (stavolta) maggiormente gli Alliance.
Attenzione a ‘Who Knows’! Ottimo pezzo dalle tante influenze (persino 70’s) che cresce solo ascolto dopo ascolto.
Alla title track è riservato the last slot… e l’attesa vale tutta… intimismo, drammaticità e melodia connotano un’ottima (ottima!) performance..
IN CONCLUSIONE
Enfin mi chiedo quali siano i veri All 4 1..Quelli bravi ma un po’ scontati o quelli perfetti e mai banali? La sensazione che ho avuto è che non abbiano osato fino in fondo, che non abbiano spinto a tavoletta e che le idee (e la voce) di Robert Berry siano complessivamente più lucide. D’altronde con due calibri del genere è giusto pretendere il massimo, o no?
© 2017, Marco ‘Rokko’ Ardemagni. All rights reserved.
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