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17 Maggio 2017 9 Commenti Giulio Burato
genere: Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01. Adrenaline
02. Love is Like Poison
03. Breaking the Chains
04. Soul Survivor
05. Stand My Ground
06. My Life
07. Break the Silence
08. Sinner 2
09. Shock Me
10. Wild Side
11. Dont Wake Me Up
12. Crash
Formazione:
Tave Wanning - lead vocals
Sam Soderlindh - lead guitar, vocals
Alexander Hagman - guitar, vocals
Joel Fox - bass, vocals
Marcus Johansson - drums
Contatti:
Parto da una provocazione: siamo disposti a concentrarci sul contenuto di questo “Soul Survivor” o ci deconcentriamo pensando alla bellezza della front woman Tave Wanning?
Vista la mia assenza al secondo giorno del Frontiers Festival 2017, sciolgo forzatamente il dilemma, virando la mia attenzione verso il solo contenuto di questo secondo capitolo a nome Adrenaline Rush.
Capitanati alla voce dal “pomo della mia discordia iniziale”, la band si completa alle chitarre da Alexander Hagman e da Sam Soderlindh, al basso da Joel Fox, quest’ultimi due sono delle new entry, e dietro alle pelli da Marcus Johansson.
I cinque svedesi, a tre anni di distanza dall’omonimo debut album, tornano sul mercato sotto l’imprescindibile Frontiers con un proposta che vira decisamente verso lidi più heavy rispetto all’esordio che aveva sfumature nettamente meno ruvide.
Entro subito nel merito di questo full-lenght in tre passaggi:
1) Note positive
2) Note “sfuocate”
3) Note negative
1) Partenza in pompa magna con una delle migliori canzoni del lotto, ossia “Adrenaline”, di nome e di fatto, carica e con riff taglienti, life-motive dell’intero album, e dalla presenza di un bell’assolo; a seguire il primo singolo “Love Like Poison” dal ritornello azzeccato. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la veloce “Stand My Ground” e “Sinner” che risultano essere tra le note più azzeccate della release.
2) La buona parte delle restanti canzoni, seppure ben prodotte, risultano essere delle frecce fuori bersaglio; in questo caso il bersaglio si chiama “originalità” che sembra latitare, soprattutto nei chorus, come pure la mancanza di una certa “personalità” nel song-writing.
3) La presenza a fine scaletta di alcuni, per non dire diversi, riempitivi come, ad esempio, “Shock Me “ e “Don’t Wake me Up”, canzoni per nulla memorabili e, dulcis in fundo, la voce della bella Tave che magari non rappresenta il top delle voci femminili in circolazione.
IN CONCLUSIONE
Gli Adrenaline Rush danno una sterzata alla propria proposta musicale virando verso “sentieri” più marcatamente heavy, dove la presenza di riff taglienti e di un importante sezione ritmica la fanno da padrona; a proposito di “padronanza”, leader indiscussa è Tave Wanning, notevole bellezza scandinava, non magari cosi notevole a livello vocale (sarebbe “dannatamente” perfetta) ma di sicuro appeal per le platee maschili.
“Soul Sourvor” rimane un prodotto ben confezionato e prodotto (regia dell’onnipresente Eric Martensson) ma manca, probabilmente, di quella personalità ed originalità che serviranno in futuro per definire la proposta musicale di questo gruppo scandinavo.
Ad oggi rimaniamo in una terra di mezzo, in attesa di vedere se ci sarà un orizzonte più luccicante.
© 2017, Giulio Burato. All rights reserved.
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