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Recensione

80/100

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Thunder – Rip It Up – recensione

07 Aprile 2017 5 Commenti Matteo Trevisini

genere: Classic Rock / Hard Rock
anno: 2017
etichetta: EarMusic

Tracklist:

01. No One Gets Out Alive
02. Rip It Up
03. She Likes The Cocaine
04. Right From The Start
05. Shakedown
06. Heartbreak Hurricane
07. In Another Life
08. The Chosen One
09. The Enemy Inside
10. Tumbling Down
11. There’s Always A Loser

Formazione:

Danny Bowes - voce
Luke Morley - chitarre/voce
Ben Matthews - chitarre/tastiere
Chris Childs - basso
Gary 'Harry' James - batteria

Ospiti:

Lynne Jackaman - voce su She Likes The Cocaine

Contatti:

http://www.thunderonline.com
https://www.facebook.com/thunderonline/

 

Dovete vederlo con i vostri occhi, come ha fatto il sottoscritto, per crederci! Andare a casa loro in Inghilterra, ad un loro concerto, e vedere, ma soprattutto sentire sulla vostra pelle, quanto seguito, amore, rispetto e devozione abbiano i Thunder in patria. Assistere ad un loro show scalda il cuore e si viene magicamente trasportati da tutti i fans presenti in un tifo calcistico da stadio… una cosa che ha dell’incredibile, in un Inghilterra cosi facile a cambiare casacca delle mode musicali che arrivano e poi se ne vanno veloci.
Incuranti delle mode suddette loro vanno avanti da ormai quasi trent’anni a proporre il loro vecchio hard rock, venato di blues. La splendida voce nasale di Danny Bowes e la chitarra calda e graffiante di Luke Morley sono sempre là – album dopo album – a regalare emozioni e canzoni formidabili.
Da quel debutto folgorante che è stato Back Street Symphony del 1990 che ha aperto, in pochi mesi, la porta dell’ascensore verso la celebrità in patria, un Monsters Of Rock a Donington da protagonisti e un secondo disco come Laughing on Judgement Day che ha cementato definitivamente la reputazione della band di Londra. Da quei primi anni novanta la carriera dei Thunder è andata avanti, in barba alle mode, con due scioglimenti e altrettante reunion in mezzo ed altri sette album sempre al di sopra della media per classe e scrittura.
Ora, con il ritorno dopo l’inaspettato successo del loro precedente album, il bellissimo ed evocativo Wonder Days di due anni fa, i Thunder ci hanno ripreso gusto e tornano con questo nuovo disco fresco di stampa, il numero undici.

Una copertina elegante ma anche gotica e oscura accoglie l’ascoltatore insieme ad un violento riffing zepelliniano che apre i giochi nella prima traccia No One Gets out Alive.
Non c’è trucco, non c’è inganno qua dentro c’è tutto quanto abbiate mai amato dei Thunder: elettricità, calore, feeling e testi mai banali.
Il blues cadenzato e ciondolante della title track Rip It Up dimostra per la millesima volta come i Thunder nel loro campo da gioco fanno girare palla come pochi “team”, mostrando tecnica ed un amore sincero per l’hard blues anglossassone che è parte integrante della loro storia…quello per intenderci che ha reso grandi gente del calibro di Free, Bad Company e successivamente i primi Whitesnake.
Chitarra sporcata dal wah-wah e armonia lasciva con She Likes the Cocaine dove l’organo e poi un pimpante piano coprono di glassa elettrica tutto il brano donandogli corposità. Il cantato è rinvigorito dalla voce della cantante dei Saint Jude, Lynne Jackaman che lo impreziosisce dandogli un tocco soul.
La prima classica ballad acustica Right from the Start è una toccante canzone d’amore dove l’interpretazione vocale di Danny esplode in tutta la sua vena poetica.
Nonostante la ritmica sorretta dal campanaccio di Harry James, Shakedown è una canzone scura e cupa soprattutto a causa delle chitarre grasse che puzzano di anni novanta.
La lunga progressione evocativa dell’inizio di Heartbreak Hurricane esplode in un hard rock graffiante nel chorus per dopo chetarsi nuovamente…un classico trucchetto di marca Thunder che serve a costruire un altro solido brano che dal vivo di sicuro farà faville.
Giochi ritmici tra tocchi jazzati ed echi r’n b nella notturna In Another Life che sembra uscita da un piccolo club dei bassifondi di New York. Ancora ritmi neri nella più dinamica e pimpante The Chosen One dove soul e funk si scontrano con il blues inglese “vecchia scuola”.
Danny Bowes e Luke Morley giocano da scafati fuoriclasse sapendo di avere le spalle ben coperte da una sezione ritmica saldamente in mano al bassista Chris Childs e al simpatico batterista Harry James… Ben Matthews intanto va a guarnire il “wall of sound” della band inglese.
Una delle canzoni più radiofoniche del disco è The Enemy Inside… ariosa, solare grazie soprattutto al chorus dal gusto pop supportato però in modo egregio da una chitarra ruvida che la fa decollare al primo ascolto.
La scoppiettante Tumbling Down ha dalla sua echi degli Who nella quale la chitarra di Luke Morley è senza freni inibitori diventando a tratti incontenibile.
There’s Always a Loser è un’altra classica ballad di casa Thunder dove l’ariosità delle melodie vocali di Danny Bowes sono sorrette dal ritmo tonante della batteria del fido Harry James.

IN CONCLUSIONE

Rip It Up non è immediato come il precedente e cresce dopo vari ascolti per sedimentarsi dolcemente grazie anche ad una produzione cristallina che porta a galla ogni minimo particolare sonoro.
Per chi ha amato Wonder Days la domanda sorgerà spontanea nel chiedersi se siamo agli stessi livelli. Personalmente trovo l’album inferiore al precedente di una spanna ma solamente in quanto il disco prima è stato a sorpresa uno dei più belli mai registrato dai Thunder. Il livello qualitativo di Rip It Up non si discute e continua nel solco profondo che la band ha creato nei suoi quasi trent’anni di storia.

© 2017, Matteo Trevisini. All rights reserved.

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