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Recensione

96/100

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Eclipse – Monumentum – recensione

18 Marzo 2017 27 Commenti Giulio Burato

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2017
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Vertigo
02. Never Look Back
03. Killing Me
04. The Downfall of Eden
05. Hurt
06. Jaded
07. Born To Lead
08. For Better or for Worse
09. No Way Back
10. Night Comes Crawling
11. Black Rain

Formazione:

Erik Martensson – voce e chitarra
Magnus Henriksson – chitarra
Philip Crusner – batteria
Magnus Ulfstedt – basso

Contatti:

https://www.facebook.com/EclipseSweden/
http://www.eclipsemania.com/

 

Erik Martensson torna in sella ai suoi Eclipse, due anni dopo “Armageddonize” (qui la recensione), una delle uscite discografiche che più mi ha entusiasmato nel 2015, e dopo un anno dall’ottimo project album a nome Nordic Union (qui la recensione).
Torna in sella ad un cavallo ormai di razza visto che già con i precedenti lavori, “Are You Ready to Rock “ nel 2008 e “Bleed And Scream” nel 2012, aveva ricevuto ottimi consensi; per non parlare poi della recente partecipazione all’importante rassegna svedese “Melodifestivalen”, contest Tv per selezionare il partecipante all’Eurofestival. Un gruppo che sta quindi guadagnando, , album dopo album, spazio, visibilità e notorietà in Scandinavia e oltre confine.

Erik è mentore, fondatore, oltre che riconosciuto compositore e produttore a livello internazionale, di una realtà che può definirsi, in ambito hard rock melodico, una delle più belle ed innovative in circolazione. Affiancato alla chitarra dall’ottimo Magnus Henriksson, dal motore pulsante, l’altro Magnus, Ulfstedt al basso e da Philip Crusner, martellante e recente new entry alla batteria.
Tutto ciò fa sì che questo sesto album, intitolato “Monumentum”, abbia lo stesso effetto che può avere un sacchetto di gustose caramelle agli occhi di un bambino: sbalordito e desideroso del contenuto. Ecco, dunque, pronti ad addentrarci “a piene mani nel sacchetto”… ohps, scusate, a pieni padiglioni auricolari nella nuova release uscita sotto l’etichetta dell’immancabile Frontiers.

Let’s go! Per chi ha paura delle altezze, “allacciare le cinture e non guardare in basso”. Si inizia infatti con un senso di…. “Vertigo” che riprende le sonorità già gustate in “Armageddonize” e che qui continueremo a sentire. Riff importanti, gran rilievo alle “pelli”, ritmo ed un ritornello semplice e diretto, forse meno “catchy” rispetto ad altre canzoni del passato, ma ugualmente emblematico.
Rimettiamo i piedi per terra e guardiamo avanti: “Never Look Back” inizia con un “C’mon” sintesi perfetta dell’adrenalina e melodica di cui saremo sommersi; potente e senza sosta con un ritornello che si stampa indelebile come un marchio inciso a fuoco. Pollice in su e notare l’“Armageddon(ize)” nel testo!
Un arpeggio apre i vorticosi giri che assemblano una delle hit di questo lavoro: “Killing Me” pulsa e trascina con un incedere sontuoso per costruzione e melodie. Ottimo lavoro in simbiosi tra chitarre e batteria poco prima dell’assolo. Wow, canzone da lode e con notevole senso del buon gusto musicale!
Il viaggio continua verso l’Eden o meglio in “The Downfall of Eden”, altra bombastica canzone che non da scampo a chi ascolta. La voce di Erik sale rabbiosa alle vette del “paradiso” musicale. Altro centro scalfito nel granito.
Con “Hurt” ecco la prima ed unica sosta di ritmo. Canzone impostata sulla voce di Erik che non delude anche su tonalità basse; si sale lentamente sino a sfociare, dopo la seconda strofa, nel solito ritornello di grande impatto e phatos . Una power ballad da “flaggare” con un cuore sulla libreria del proprio Ipod (o similare)!
Bastano pochi secondi di “Jaded” per capire che la “fatica” non sia di casa: protagonista Philip che sferra “terrificanti pugni” al nostro udito: ottimo e devastante lavoro ai fianchi, anzi alla batteria che, nella seconda strofa, sfocerà in un nuovo KO. Rabbia e melodia sono infatti le armi vincenti in questo sesto round musicale. Una splendida canzone dal ritmo incalzante ed “inca**oso”! Top!
Il trio successivo non cala di una virgola l’effetto energia che sprigionano i 4 scandinavi:“Born To Lead”, “For Better or for Worse”, con ritornello da cantar a squarciagola, “No Way Back”, un tuono a ciel sereno con un assolo letale, picchiano che è un piacere, restando comunque accessibili a livello melodico.
Night Comes Crawling” innesca la miccia in maniera meno diretta delle precedenti, ma è un fuoco di paglia; dopo pochi secondi eccoti l’incedere incalzante. Altra tacca sulla fibbia dei colpi riusciti.
Le note filo drammatiche che aprono la conclusiva “Black Rain” sono preludio ad un potente giro di chitarra: riff e strofe cadenzate danno vita alla canzone che, forse, si discosta maggiormente dalle altre per impostazione e gusto melodico. Un mid tempo che da una variazione al tema proposto e che suggella un lavoro di notevole intensità.

IN CONCLUSIONE

“Monumentale” è l’aggettivo giusto per definire questo lavoro. Un album carico di adrenalina, phatos, melodia, tecnica, bravura compositiva e con uno stile originale che ha trovato, negli anni, la sua ossatura, il suo trade-mark.
“Monumentum” è altresì la perfetta continuazione del precedente album che, a mio avviso, era già eccellente; qui siamo sulla stessa direttrice: la vetta, il Top della musica hard rock europea!
Unico neo; forse l’assenza di un’altra semi-ballad. Opinione tutta mia.
Uno smeraldo da avere e custodire nella propria cassaforte di “beni” discografici! Complimenti!

© 2017, Giulio Burato. All rights reserved.

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