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28 Febbraio 2017 7 Commenti Nico D'andrea
genere: Rock
anno: 2017
etichetta: Target
Tracklist:
1. Coming Home
2. It’s Not How We Do It
3. Spring
4. Would I Lie To You
5. Rust And Dust
6. Leaving One Day
7. Time And Place
8. What More Can I Say
9. Why Even Worry At All
10. Maybe Tomorrow
Formazione:
Mike Tramp - Voce e Chitarre
Soren Andersen - Chitarre
Morten Hellborn - Batteria
Jesper Haugaard - Basso
Morten Buchholz - Organo Hammond e Piano
Contatti:
http://miketramp.dk
Come si fa a non volere bene ad uno come Mike Tramp ?
Lo sguardo malinconico ed un sorriso irresistibile mantengono intatto quel Phisique Du Role che pochissimi attempati rockers possono ancora oggi vantare.
Mike lo amiamo tutti per le lacrime che abbiamo versato ascoltando Broken Heart, passando da Lady Of The Valley , al pianto struggente di Cry For Freedom, fino all’epilogo di You’re All Need.
L’ingiusto paragone con una band enorme come i White Lion per quanto mi riguarda finisce però qui.
L’avvenente vocalist danese ha abbandonato da tempo la rincorsa al mito del passato con discutibili progetti come Remembering White Lion, per dedicarsi a se stesso ed alla propria dimensione più acustica ed intimista che da sempre gli appartiene.
Questo Maybe Tomorrow continua quindi a percorrere la strada dei precedenti lavori e del più recente Nomad.
Un Rock cantautoriale semi-acustico nella vena degli ultimi John Waite e Richard Marx.
Se per quest’ultimi il nuovo corso si è però tradotto in una noiosa parabola discendente, per Mike Tramp si conferma invece come una solida prova d’identità.
Certo è che il genere proposto lascia spazio a poche variazioni sul tema ma quando con l’opener Coming Home parte l’ennesimo album che sembra girare in loop, si ha comunque la sensazione di una proposta musicale spontanea e sincera.
Naturalmente il timbro unico di Mike fa la differenza, sopratutto per chi ama da sempre quel suo tono flebile e malinconico.
Anche quando in qualche frangente il ritmo si alza, le chitarre rimangono dilatate e la strada macina chilometri su chilometri.
Interessante la variante Alternative Rock di Leaving One Day che sembra rubata ai REM più acidi ma nonostante qualche altro pezzo eccessivamente scolastico nella composizione, Maybe Tomorrow rimane la colonna sonora ideale per un tranquillo viaggio lungo un’autostrada (possibilmente poco trafficata) al tramonto.
New York, il Ritz, la Atlantic Records sono ricordi lontani.
Ora Mike Tramp vive a Copenaghen, nei pressi della quale il disco è stato registrato con l’ausilio (ed è bene sottolinearlo) di Soren Andersen, produttore in grande ascesa e da tempo chitarrista di Tramp.
Là Mike vive sereno, in pace con se stesso e con la propria musica.
Questo è lo stato d’animo che traspare da un disco, il cui ascolto è un doveroso tributo ad un’artista e ad un’uomo onesto e vero.
© 2017, Nico D’andrea. All rights reserved.
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