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Recensione

81/100

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Hartmann – Shadows & Silhouettes – recensione

11 Gennaio 2017 1 Commento Giulio Burato

genere: Melodic Rock / Soft Rock
anno: 2016
etichetta: Pride & Joy Music

Tracklist:

1. Irresistible
2. High on you
3. Glow
4. When your mama was a hippie
5. Jaded heart
6. Amazing
7. Still the same
8. I would murder for you
9. The letting go
10. Too good to be true
11. Shadow in my eyes
12. Last goodbye

Formazione:

Oliver Hartmann (guitar/vocals)
Mario Reck (guitar)
Armin Donderer (bass)
Markus Kullmann (drums)
Jimmy Kresic (add. keys)

Contatti:

http://www.oliverhartmann.com
https://www.facebook.com/HartmannBand

 

A quattro anni di distanza da “Balance”, esce il quinto album solista di Oliver Hartmann, artista a 360° gradi che negli anni ha spaziato dal power metal ad uscite di luccicante Aor.
Shadows & Silhouettes” è un album di rock elegante, ottimamente arrangiato e dimostra come Oliver abbia molte frecce al suo arco, tra cui una calda e splendida voce che si sposa a pennello con le sonorità a nome “Hartmann”

Si inizia con le note quasi celtiche di “Irresistible” per passare ad una delle canzoni meglio confezionate, “High on You” dal giro di chitarra accattivante e alla successiva, più cupa, “Glow” che al pregio di salire di tono col passare dei secondi. Il top arriva col terzetto successivo di canzoni: la frizzante e leggera “When Your Mama Was a Hippie” (video e canzone azzeccati), la ballatona bluesy “Jaded Heart” dove l voce di Oliver affascina per intensità, e “Amazing”, canzone di classe sopraffina dove il chorus si stampa in testa immediatamente.

La seconda parte del disco è molto piu’ ricercata e composta da sonorità leggere vista la presenza di ben 4 pezzi lenti tra cui “The Letting go”, “ Shadow in my Eyes” e la struggente “Last Goodbye”; fuori da questo gruppo “ Too Good to be True” e “ I Would Murder for You” canzoni maggiormente ritmate ma non all’altezza di quelle presenti nel lotto iniziale.

IN CONCLUSIONE

Un album di classe per chi desidera passare una serata in relax senza far vibrare i vetri delle finestre di casa. La prima parte è ben strutturata e varia con canzoni di ottima fattura, la seconda parte, forse, è troppo riflessiva. La voce di Oliver è da pole-position per il genere proposto.

© 2017, Giulio Burato. All rights reserved.

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