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Recensione

84/100

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Lucifer’s Friend – Too Late To Hate – Recensione

05 Dicembre 2016 2 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Lucifer's Records

Tracklist:

1. Demolition Man
2. Jokers & Fools
3. When Children Cry
4. Straight for the Heart
5. Tell Me Why
6. Don’t Talk to Strangers
7. I Will Be There
8. This Time
9. Tears
10. Sea of Promises
11. Brothers Without a Name
12. When You’re Gone (Live)

Formazione:

John Lawton - Lead Vocals
Peter Hesslein - Guitars
Dieter Horns - Bass
Jogi Wichmann - keyboards
Stephan Eggert - Drums

 

A trentacinque anni di distanza dall’ultimo album in studio, i leggendari Lucifer’s Friend si rimettono in gioco e, dopo la reunion effettutata nel 2015, pubblicano un nuovo platter a titolo Too Late To Hate, auto-distribuito via Lucifer’s Records (tramite Cherry Red Records).

La band, che presenta in formazione i membri originari John Lawton (ex-URIAH HEEP), Peter Hesslein e Dieter Horns (assieme ai comunque storici Jogi Wichmann e Stephan Eggert), vive una seconda giovinezza e da vita a un disco di pregievole fattura, molto ben rifinito nei suoni (bollenti) e nello stile classico che da sempre contraddistingue questa formazione. Fedeli al loro passato, i Lucifer’s Friend compongono un hard rock classico fino al midollo, ricco di riff massicci e di ottime basi di tastiere, che talvolta sfocia nell’heavy metal, supportandosi delle eccellenti vocalità del sempreverde Lawton e dell’ottima prova ritmica di Eggert, che regala tanta solidità e groove generale all’insieme. Infine, buono in generale anche il pacchetto visivo che accompagna il platter, fatto di una interessante cover e di inserti soddisfacenti, seppur privi delle liriche dei brani.

L’importante però è che le composizioni siano di livello, e su questo i Lucifer’s Friend non badano assolutamente a spese, sfornando undici tracce da pura antologia del genere. Si parte allora con la caparbia Demolition Man, ottima opener ricca di tastiere sinfoniche e forte di una grande prova di insieme del gruppo, a cui segue il riff heavy roccioso e deepurpleiano di Jokers & Fools e la delicatezza melodica ben più spiccata di When Children Cry, epica mid-tempo, tra le hit di questa release. Avanti poi con il super feeling hard rock della gigantesca e magica Straight for the Heart, con il rock quasi sessantiano di Tell Me Why, e con una Don’t Talk to Strangers che si avvicina tantissimo allo stile Uriah Heep con i suoi fraseggi voce-chitarra-tastiere e con la ariosità del suo refrain.

Si riparte poi con la melodica e affascinante I Will Be There, a cui fa seguito la chitarra bluesy e notturna di una This Time di enorme appeal, e una Tears hard rock secondo le regole degli anni ottanta, e quindi ricca di effetti di tastiere e di grandissima musicalità, con un refrain degno delle classifiche Billboard. Enorme. Infine, largo all’hard rock classico e settantiano di Sea of Promises e alla cavalcante Brothers Without a Name, che chiude il platter prima di una gloriosa versione live di When You’re Gone.

IN CONCLUSIONE

La grande varietà compositiva di questo disco, unita a una prova mastodontica dei singoli musicisti, rende questo Too Late To Hate un acquisto obbligato per gli ascoltatori di hard rock classico.

Il disco è uno dei top del 2016 per ciò che concerne l’hard rock vecchia scuola. Vista la mancanza online di materiale promozionale, fatelo vostro sulla fiducia!

© 2016 – 2017, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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