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29 Dicembre 2016 3 Commenti Davide Arecco
genere: Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01. Red
02. Take Me High
03. Navigation
04. Rock the Cradle
05. Gates of Time
06. I Got This Feeling
07. In My Blood
08. Running From the Shadow
09. Speed
10. Fright
Formazione:
Dario Mollo – chitarre
Carl Sentance – voce
Dario Patti – tastiere e basso
Ezio Secomandi - batteria
Contatti:
Il ritorno di un nome davvero storico nella scena metal tricolore. I Crossbones sono nati nel 1978 a Ventimiglia e, della formazione originale, solo il chitarrista Dario Mollo è rimasto. Il primo disco, uscito omonimo nel 1989 dopo molti concerti e di recente ristampato da Jolly Roger, seppe fondere l’ispirazione di Deep Purple e Rainbow (soprattutto) con il retaggio dei Judas Priest più melodici. Si trattò di un esordio maturo e sicuro, che resta ancora oggi uno dei dischi più belli della scienza hard rock nazionale. L’album vide anche alle tastiere la presenza di Don Airey (e fu la prima apparizione di un musicista di tale livello in un disco rock italiano) e la produzione cromata di Kit Woolven (di provenienza UFO, Magnum e Thin Lizzy). Successivamente, Mollo ha saputo ritagliarsi un ruolo importante nella scena hard & heavy internazionale, inaugurando uno studio di registrazione molto professionale, incidendo dischi e suonando dal vivo ed avviando collaborazioni con svariati progetti (The Cage con l’ex Black Sabbath Tony Martin, Noize Machine, i Voodoo Hill con Glenn Hughes).
Rock the Cradle è ora il nuovo disco dei (ben) ritrovati Crossbones: dieci pezzi che confermano non solo l’ormai scontata crescita della band, ma anche la sua caratura, professionalità e bravura a livello mondiale. Oltre a Dario, abbiamo Carl Sentance alla voce, Dario Patti alle tastiere e al basso e Ezio Secomandi alla batteria. Altro rientro graditissimo, visto che il drummer suonò sul debutto. Da parte sua, il nuovo vocalist (già con Nazareth e Krokus tra gli altri) si conferma adattissimo al gruppo e al suo stile, un hard rock melodico e suggestivo, con una forte identità e un pronunciato carattere come ha dichiarato Mollo, in occasione dell’uscita di Rock the Cradle. Tutti i brani, dal primo Red sino al conclusivo Fright, sono realmente splendidi, senza alti e bassi. Sceglierne uno sarebbe commettere un’ingiustizia nei confronti di un hard / metal pregno di classe e melodia, con cori molti catchy, una buona dose di enfasi (evidente ad esempio nel lavoro delle tastiere) e quel gusto chitarristico senza tempo che contraddistingue e immortala questa musica. Chapeau.
© 2016 – 2017, Davide Arecco. All rights reserved.
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