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Recensione

78/100

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Kee Marcello – Scaling Up – recensione

18 Novembre 2016 8 Commenti Matteo Trevisini

genere: Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Black Hole Star
02. On The Radio
03. Don't Miss You Much
04. Fix Me
05. Wild Child
06. Finger On The Trigger
07. Soldier Down
08. Scandinavia
09. Good Men Gone Bad
10. Scaling Up
11. Don't Know How To Love No More
12.Blow By Blow

Formazione:

Kee Marcello - Chitarra / Tastiere / Voce
Ken Sandin - Basso
Darby Todd - Batteria

Ospiti:

Mattias Eklundh – chitarra in “Good Men Gone Bad”
Michele Luppi – tastiere in “Wild Child”

 

Ricevo il promo dell’ultimo album di Kee Marcello…il mio primo pensiero e’: “Oh signore…e adesso ???”. Ripenso a trent’anni fa quando sopra al letto, nella mia stanzetta faceva bella mostra di se un anch’esso giovane Kjell Hilding Lövbom (…naturalmente il vero nome svedese del buon Kee…) di chitarra gialla munito che sorrideva al mio giovane io e al suo fulgido e roseo futuro nella band più “hot” del momento a quei tempi remoti, ovvero gli Europe. Poi, ripenso all’ultima volta che l’ho visto dal vivo alla sagra della birra alla fiera di Udine su un palchetto minuscolo, sempre sorridente e sempre pronto a ripetere all’infinito il suo celeberrimo ”volo del calabrone”.

Penso al divario di anni che è passato tra questi due momenti della mia vita e anche della sua e quante cose sono successe nel mezzo…mi rilasso un po’ quando leggo in giro le prime recensioni ed i primi commenti entusiasti di questo nuovo Scaling Up, uscito su Frontiers. Allora mi rilasso ancor di più e penso che, dopo tutto, non sarà un’ardua salita l’ascolto di questo disco…poi mi devo ricredere da subito…no! Non sarà facile per niente. Nel momento stesso che alcuni miei colleghi me ne parlano male…”Lui non sa cantare!…è suonato male e prodotto peggio!!…si, effettivamente la faccenda si fa ardua!!!

Faccio partire il tasto “play” ed il disco comincia a viaggiare…spedito, mi rilasso – questa volta definitivamente – ed ascolto divertito…forse sono fatto io male ma questo Scaling Up non è per niente un brutto disco.

Anzi, oserei dir di più, attendendo tutti gli insulti che arriveranno sulla mia schiena…tra tutti i dischi usciti per la casa discografica partenopea negli ultimi mesi…questo è un disco che finalmente suona hard rock, come l’hard rock deve essere fatto: non precisino e pulitino e con i suoni finti fatti al computer ma bello ruspante e con gli arrangiamenti vecchio stampo…non una produzione moderna e asettica, non le melodie tutte inesorabilmente uguali ma un saliscendi emozionale tra fumi anni settanta ed un “mood” ottantiano di sicuro non originale ma decisamente gradevole.

Il maggior pregio di Kee Marcello è il saper bilanciare alla perfezione l’essere un formidabile chitarrista con tecnica eccelsa ma senza mai che questa venga anteposta alla ricerca del feeling e della forma canzone…esempio lampante già dall’iniziale Black Hole Star, gran bel pezzo hard rock fumante: la chitarra è protagonista ma mai ingombrante.

Il ritmo funkeggiante di On The Radio sembra catapultarci nei fulgidi anni nei quali Mr.Big e Extreme comandavano le classifiche con cori da stadio ma l’anima soul. La voce di Kee è roca e sempre al limite ma calza a pennello su quasi tutti i brani dell’album: serve un singer ?? …secondo me, nel complesso, direi proprio di no! Ben riuscita la melodia tipicamente Aor di Don’t Miss You Much ma sempre con quel sottofondo blues tanto caro al nostro Kee. Si resta in territori del rock melodico con Fix Me ma con una chitarra ritmica bella decisa sotto che da nervo all’intero brano per poi esplodere grazie alle tastiere in un chorus molto arioso.

La bella Wild Child dal sapore molto settantiano è una canzone vecchia, risalente ai demo del periodo Prisoners in Paradise e che solo oggi trova il giusto spazio per finire su disco. Chorus arrembante il brano è impreziosito anche dalla partecipazione del nostro Michele Luppi alle tastiere. Lo splendido mood della triste Finger On The Trigger, una ballad blues oriented di ottima fattura dove fa capolino lo spirito immortale del mai troppo rimpianto Gary Moore.

Anche nella possente Soldier Down Kee dimostra tutto il suo amore per il “profondo porpora” e confeziona un gustoso “pastiche” di solido hard rock inglese muscoloso ma con un riffing magistrale: Kee non deve dimostrare più nulla a nessuno come chitarrista…tecnica, fluidità e feeling…

Con la simpatica e sculettante Scandinavia si torna in territori americani (…forse i più consoni al chitarrista svedese…) dove si respira tutto il divertimento da cui è nato questo disco.

e si continua bene anche con la successiva Good Men Gone Bad, un altro hard blues di spessore che non annoia e apre la strada alla title track Scaling Up che evidenzia una volta di più il groove e la solidità della band di Kee. Suona, e suona bene….

Il finale è con la doppietta muscolosa formata da Don’t Know How To Love No More e Blow By Blow che hanno l’unica pecca di durare eccessivamente appesantendo la parte finale del disco…ma sono bazzecole!

IN CONCLUSIONE

Il nuovo album di Kee Marcello insomma non è per niente una porcheria ma, anzi vi acchiapperà al primo ascolto con una varietà di stili diversi ma avendo però sempre tutti e due i piedi ben infilati nell’hard rock di fine anni 80 primi anni 90. E’ un album che vi stupirete dover cercare nella vostra collezione per rimetterlo su e riascoltarlo di nuovo senza nessuna fatica. Kee non avrà voce e l’album non suonerà moderno ma sicuramente mi fa battere il piedino più di tutti gli album degli Europe usciti negli ultimi anni. Kee è rimasto fedele a se stesso: quello sa fare e lo fa molto bene! Punto!

© 2016 – 2017, Matteo Trevisini. All rights reserved.

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