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Recensione

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Tyketto – Reach – Recensione

13 Ottobre 2016 21 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01.Reach
02.Big Money
03.Kick Like A Mule
04.Circle The Wagons
05.I Need It Now
06.Tearing Down The Sky
07.Letting Go
08.The Fastest Man Alive
09.Remember My Name
10.Sparks Will Fly
11.Scream
12.The Run

Formazione:

Danny Vaughn – lead vocals
Michael Clayton Arbeeny - drums, percussion, vocals
Ged Rylands - keyboards, vocals
Chris Green - guitar, vocals
Chris Childs - bass guitar, vocals

 

Quattro anni dopo l’uscita del buon comeback Dig In Deep (2012), gli hard rockers statunitensi Tyketto ritornano nei negozi via Frontiers Music con Reach, il loro nuovo disco registrato ai leggendari Rockfield Studios nel Galles (Queen, Rush, Oasis).

Sfruttando nuove energie e un rinnovato spirito di insieme, la band capitanata dai componenti storici Danny Vaughn e Michael Clayton Arbeeny si avvale delle forze dei nuovi Chris Green (chitarre e cori), Ged Rylands (tastiere e cori) e Chris Childs (basso) per dare vita a un platter fedele alla tradizione hard rock melodica del gruppo (sempre pronta a sfociare nei territori hair metal), ma altresì ricco di quella freschezza compositiva che nel precedente Dig In Deep avevamo ascoltato soltanto a sprazzi. Certo, la mancanza in line-up del mitico Brooke St. James poteva creare qualche problema alla band, ma ascoltate le prime due o tre tracce – fidatevi – ogni sorta di nostalgia è spazzata via dalla prova di un Chris Green davvero in gradissimo spolvero, autore di una serie di riff hard rock da antologia, ruvidi ma melodici, che piazzano l’album – quantomeno per la sua qualità tecnico-strumentale – direttamente dietro i due leggendari platter d’esordio degli anni ’90. Il che non è poco, visto lo smisurato (e giusto) amore dei fans del genere per quelle due immense release.

Così, al secondo tentativo, i Tyketto ci spiegano definitivamente il perchè del loro ritorno alle scene. Ognuna delle dodici tracce che strutturano questa pubblicazione riesce infatti ad avere una storia da raccontare e un motivo da lasciare impresso nella mente, vuoi perchè Danny Vaughn continua a cantare come solo in pochi riescono a fare, vuoi perchè la prova strumetnale dei suoi compagni raggiunge non più solo di rado l’eccellenza, vuoi perchè la produzione in studio si avvale finalmente di suoni degni di questo nome, che permettono ad ogni nota di amalgamarsi perfettamente alle altre, in un tutt’uno caldo e avvolgente che ci riporta indietro nel tempo sulle ali della nostaglia.

E allora gustiamoci la bella atmosfera hard rock melodica delle title track di apertura e singolo Reach, seguita subito dopo dalle ben più stradaiole e sanguigne, forse grezze, Big Money e Kick Like A Mule, che ci gettano nella polvere per permetterci di assaporare meglio il gusto melodico della bellissima mid-tempo Circle The Wagons, per il sottoscritto pura hit di questo platter. Coinvolgente, emotiva, e solida come una roccia.

Sale poi in cattedra il chitarrista Green nella rocckeggiante I Need It Now, stupendoci ancora nella frizzante Tearing Down The Sky (ottimo il refrain), giungendo fino alla tipica power ballad strappalacrime che ogni pubblicazione del genere deve possedere, ovvero la ottima e semi-acustica Letting Go. Tocca allora a The Fastest Man Alive rilazare il tiro dell’opera con un hard rock dalle tinte southern possente e ritmato, di grande groove e immediato impatto, seguito da una Remember My Name eccellente nella musicalità (che strofe, e che cori!!) e da una Sparks Will Fly che ci fa salire forte la voglia di dimenarci al battito del suo ritmo.

E il sipario si chiude prima con la nostalgica ballad sui tempi passati Scream, che scioglierà in pianto i più sensibili con il suo efficace ritornello arioso, e infine con The Run, altra gemma del platter, un crescendo di energia che parte prima acustico e intimo, e si fa poi carico di emozione pulsante nel colpo secco sulle pelli e nel volteggiare della sua chitarra, in un perfetto commiato di un disco da incorniciare. Davvero.

IN CONCLUSIONE

Ecco la seconda giovinezza dei Tyketto! La raffinatezza delle melodie, la grande prova tecnica dei componenti, la solidità compositiva, l’eccellente prova di Vaughn alla voce, permettono agli americani di coprire finalmente quel posto vacante sul podio delle loro pubblicazioni: il terzo posto in classifica è da oggi tutto di Reach!

E’ questa la migliore uscita hard rock melodica del 2016? Aspettiamo i prossimi mesi, ma probabilmente la risposta è sì. Un album da avere, assolutamente.

© 2016, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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