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Recensione

69/100

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StOp, sToP! – Barceloningham – recensione

27 Ottobre 2016 Comment Matteo Trevisini

genere: Sleaze Rock / Glam Rock
anno: 2016
etichetta: Metalapolis Records

Tracklist:

01. Won’t Hold Me Back
02. Spit It Out
03. Over & Out
04. Humbug
05. Little Fighter
06. Billy No Mates
07. Out The Fire Into The Pan
08. Walk N’Stalk
09. Spanish Fly
10. Barceloningham
11. Johnny Ten-Men
12. Your World

Formazione:

Jacob A.M. – voce, basso
Vega – chitarra
Danny Stix – batteria

Ospiti:

www.facebook.com/stopstopofficial
www.stopstoptheband.com

 

Chi sono gli Stop Stop ? …sembrano delle mosche bianche solo a guardarli in faccia ma invece rappresentano la globalizzazione consolidata anche nel mondo del rock da ormai parecchi anni. Allora diventa praticamente normale che una band usi un monicker cosi bizzarro, vada in giro a suonare glam/sleaze nel 2016 con il leader, bassista e cantante, Jacob A.M. truccato come un mimo pazzo nato da una copula tra un pagliaccio psicotico ed una prostituta del ‘700 francese, parrucca compresa…
E’ normale anche che suonino in trio e che provengano dalla calda ed “esotica” Spagna, patria sia del leader sopra citato sia del chitarrista Vega, ma può capitare anche che il drummer Danny Stix provenga dalla Bulgaria. Insomma, come avrete capito negli spagnoli (…ma inglesi d’adozione) Stop Stop non c’è nulla di lineare e questo Barceloningham, già dal titolo, prosegue la tradizione “freaky” del terzetto. Questa loro ultima fatica è il terzo capitolo del loro party personale che dura ormai dal primo album Unlimited del 2010 (…anche qua, andatevi a dare un’occhiata alla copertina del debut e capirete perché di normale questi tre hanno poco o nulla!). Centinaia e centinaia di concerti in ogni buco tra Europa e Stati Uniti ed un secondo disco come Join the Party del 2014 che fa esplodere tutto il talento sghembo del trio nello scrivere canzoni ad alto tasso di orecchiabilità pur essendo dure ed incazzate come una martellata nelle gengive.
La voce sguaiata di Jacob A.M. viene spalmata ben bene su una manciata di canzoni irriverenti ma divertenti, pesanti ma solari come il vecchio e caro glam metal deve essere ma soprattutto è la dimostrazione sacrosanta del talento nella scrittura di ritornelli virali come un’epidemia di carnevale improvvisa.
Nonostante la bontà dell’album in questione le voci degli esperti assicurano che dal vivo sono ancora più coinvolgenti, imbastendo un gran galà del rock’n roll anche nel più sordido dei pub inglesi davanti ad una decina di curiosi sbadiglianti… beh, chi era presente ed ha assistito, assicura che quei dieci siano tornati a casa con una copia del cd in una mano ed un sorriso smagliante sulla faccia. Ora, dopo esperienze anche importanti in festival come il Glastonbury e perfino il rinomato Rocklahoma negli Stati Uniti, gli Stop Stop tornano con il coltello tra i denti ed il terzo full lenght in saccoccia. Barceloningham, prodotto da Jacob Hansen (tra i tanti Volbeat e Pretty Maids) vuole fin da subito alzare l’asticella ancora più in alto….
Chiariamo subito, non ci sono riusciti ma non per questo vuol dire che mi accingerò a recensire un album brutto… anzi! Pur essendo un album ricco di idee e di ottime melodie è semplicemente inferiore al disco precedente.

Già dall’iniziale Won’t Hold Me Back (…non che primo singolo!) c’è tutta la grezza energia dei vecchi e cari Motley Crue e dei Twisted Sister, mescolati alla tamarraggine cara agli Steel Panther e alla violenza sonora dei Murderdolls viene scaricata sul povero ascoltatore: veloce, incazzata e divertente anche se – alla lunga – un po’ ripetitiva.
Con Spit It Out ancora una velocissima canzone ad alto tasso di ottani (…nitriti di cavalli lanciati ad alta velocità inclusi !!!) mentre con la seguente Over & Out, se le calorie consumate dalla band sono identiche alle canzoni precedenti il chorus è però più arioso e coinvolgente. Sleaze Heavy Rock di altissimo livello nell’ironica Humbug che invita se non costringe l’ascoltatore ad accompagnare la voce sgraziata di Jacob A.M. nell’irresistibile refrain. Little Fighter è il commovente esempio di come costruire la ballad perfetta in stile anni ottanta con l’epicità in crescendo, le melodie al punto giusto ed un chorus atomico.
Si torna al rock’n roll ad alto voltaggio, veloce in Billy No Mates dove però il ritornello dimostra di non possedere fluidità. Con il ritmo sbarazzino di Out The Fire Into The Pan si respira a pieni polmoni il mood dei primi Van Halen di Mr. Lee Roth, tutto piscine, cocktails e biondone superdotate.
Ancora divertimento in Walk n’Stalk con il campanaccio in primo piano a dare un ritmo tipicamente glam “old school”. Canzone anonima invece Spanish Fly eppure la title track Barceloningham che non destano come melodie particolari brividi.
Chiusura con un metal “anni ‘80” come Johnny Ten-Men tutto velocità e chorus anthemici prima della chiusura invero insipida con Your World: peccato per questo finale in calando…

IN CONCLUSIONE

Join the Party, lo splendido album precedente aveva freschezza, melodie vincenti e “rischi” stilistici in fase d’arrangiamento che davano un senso di eterogeneità in un genere in cui ormai è stato detto tutto e di più… in Barceloningham la band ha voluto ripetere la stessa formula non avendo le canzoni al livello del disco di due anni fa. Nonostante ciò gli Stop Stop hanno confezionato comunque un ottimo concentrato di sleaze metal divertente che dal vivo farà aumentare l’appeal anche alle canzoni meno riuscite di questo album …a proposito tornano a fagiolo in Italia a metà novembre per tre date (17/11 Sant’Ambrogio di Torino (TO), 18/11 Bresso (Mi) e 19/11 Trieste) e sarebbe proprio un delitto non andare a divertirsi con questi tre pazzoidi.

© 2016, Matteo Trevisini. All rights reserved.

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