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06 Ottobre 2016 1 Commento Iacopo Mezzano
genere: Pop Rock / Cinematic Rock
anno: 2016
etichetta: Insomniac
Tracklist:
1. Drama for Life
2. The Game
3. The Child in Me
4. Once Upon a Playground Rainy
5. Children of the Sun
6. Shadow Play
7. Center Stage
8. The Labyrinth
9. Crystalline
10. Moonlight Kissed
Formazione:
Marko Saaresto (vocals)
Olli Tukiainen (guitar)
Markus Captain Kaarlonen (keyboards)
Jaska Mäkinen (guitar)
Jani Snellman (bass)
Jari Salminen (drums)
La annunciata rivoluzione sonora dei finlandesi Poets of the Fall, nati nel 2003 ad Helsinki e con sette album all’attivo alle spalle, porta alla composizione di un album di transizione, il nuovo Clearview, uscito a fine settembre per la label Insomniac.
Prima di tutto occorre segnalare come il disco presenti per la prima volta nella storia della formazione suoni di produzione imprecisi, o almeno non perfetti come nel passato autoprodotto del gruppo. Affidatisi a un ingeniere del suono esterno, il produttore Stefan Boman (Kent, Hellacopters), forse per ricercare una musicalità ancora più commerciale e radiofonica, i POTF ottengono un platter che sì, complessivamente suona bene, ma che è altresì troppo compresso nelle sue parti, e che utilizza troppi effetti sulla voce già ottimale del cantante Marko Saaresto. Di ciò giova forse la immediata orecchiabilità dei pezzi, questa rimasta inalterata rispetto alle ultime produzioni, ma gran parte di quella magica teatralità e ricercatezza che dischi come il precedente e bellissimo Jealous Gods possedevano va a perdersi ora in un oceano di note ben composte, ma incastrate tra loro in un modo un po’ troppo semplicistico rispetto al credo storico di questa formazione.
Sia chiaro però, non sto dicendo che Clearview sia un prodotto scadente (tanto che il mio giudizio finale parla da se), ma è una certezza come questo debba essere preso in considerazione come il primo immaturo vagito di una nuova (interessante) visione musicale che il gruppo andrà certamente ad elaborare e perfezionare con le prossime pubblicazioni. Ecco allora che anche il primo singolo e video Drama for Life piace ma non lascia più di tanto stupiti, impressionando solo per il gran cantato carismatico di un Saaresto che continua a mettersi in evidenza come una delle migliori voci in assoluto di questa scena musicale. Decisamente più convincente e sotto certi aspetti inedita suona invece The Game, una traccia alt rock dal grande refrain arioso, poi seguita dalla vera hit della produzione, una The Child in Me che nelle strofe suona pop rock anni ottanta, ricca di effetti e di strumenti elettronici secondo il credo di Corey Hart, Gowan e comagnia bella. Sorprendente.
Molto buone ed orecchiabili appaiono anche Once Upon a Playground Rainy, una mid-tempo semi-acustica forte del miglior refrain del lotto, e Children of the Sun, dal testo magistralmente composto e dal grande pathos, con Shadow Play che torna a un rock un po’ alternativo e un po’ cinematico, e che accentua una certa dimensione teratrale e decadente. Non sorprende più di tanto invece la comunque buona ed elettrica Center Stage, diversamente da The Labyrinth, una bella ballad dalla atmosfera cupa che ben rappresenta lo stile particolare di questo gruppo scandinavo. Chiudono l’opera Crystalline e Moonlight Kissed, la prima come traccia pop rock ritmata e frizzante all’ascolto, la seconda tra atmosfere ancora decadenti e raffinate, che non riescono però a bissare l’effetto straordinario che aveva avuto il commiato Nothing Stays the Same del precedente Jealous Gods.
IN CONCLUSIONE
I Poets Of The Fall osano e cambiano parte del loro sound verso una dimensione più easy e meno raffinata. Dopo tante produzioni l’idea di un ritorno evoluto alle origini può anche essere di grande interesse per il fan, ma al momento non aggiunge più di tanto a una carriera comunque sempre eccellente e di livello.
Come dicevo in apertura, questo Clearview deve essere quindi valutato come il disco di transizione verso i differenti lidi che i Poets of the fall vorranno presto esplorare con la loro musica. Perciò giudichiamolo oggi per quello che appare, ovvero, un bel prodotto di pop rock cinematico e moderno, orecchiabile e suonato da ottimi musicisti. Per il capolavoro, beh, attendiamo invece ancora qualche annetto..
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