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Recensione

86/100

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Kansas – The Prelude Implicit – Recensione

30 Settembre 2016 5 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Classic Rock / Progressive Rock
anno: 2016
etichetta: Inside Out

Tracklist:

1. With This Heart (4:13)
2. Visibility Zero (4:28)
3. The Unsung Heroes (5:02)
4. Rhythm in the Spirit (5:58)
5. Refugee (4:23)
6. The Voyage of Eight Eighteen (8:18)
7. Camouflage (6:42)
8. Summer (4:07)
9. Crowded Isolation (6:11)
10. Section 60 (3:59)

Bonus tracks:

11. Home on the Range
12. Oh Shenandoah

Formazione:

Phil Ehart / Drums, Percussion
Billy Greer / Bass, Vocals
David Manion / Keyboards
Ronnie Platt / Lead Vocals, Keyboards
David Ragsdale / Violin, Vocals
Rich Williams / Electric Guitar, Acoustic Guitar
Zak Rizvi / Electric Guitar

 

Sedici lunghissimi anni dopo la pubblicazione del loro ultimo album in studio (Somewhere to Elsewhere, 2000), i leggendari Kansas ritornano a registrare materiale inedito dando alle stampe il loro nuovo full-length The Prelude Implicit, edito dalla Inside Out a fine settembre 2016.

Nonostante la pesante assenza del cantante storico del gruppo Steve Walsh (che ha fatto gridare i più allo scandalo: perchè tornare senza di lui, che senso ha? Hanno espresso in tanti.), i Kansas hanno tirato fuori dal cilindro una produzione di tutto rispetto, capace di rendere attuale il tipico sound del gruppo (da sempre una mistura di classic rock e progressive rock attratta dalla melodia tipica dell’arena rock e dalle orchestrazioni della musica classica) anche in questi anni duemila mai esplorati dalla band. Un traguardo non di poco conto questo, il cui merito è sicuramente dei componenti storici rimasti (il chitarrista Rich Williams e il batterista Phil Ehart, oltre a Billy Greer presente dal 1985 e David Ragsdale dal 1991) che sono stati in grado di ricreare quella musicalità e quelle strutture cangianti e variopinte entrate nei cuori degli appassionati, ma anche del nuovo validissimo frontman Ronnie Platt, un vocalist che in quanto a carisma e intonazione non ha da invidiare nulla al suo illustre predecessore. Con il pregio di una produzione fatta di suoni davvero cristallini e corposi e di una coralità di insieme che solo i big del nostro genere sanno dimostrare a oltre quaranta anni dalla propria fondazione.

Nascono così dieci nuove tracce antiche quanto moderne, che guardano al rock e al progressive settantiano tanto quanto all’hard rock, al pop e alla musica orchestrale. Apre le danze la eccellente With This Heart, una cavalcata epica di melodia della durata di quattro minuti, seguita dal singolo Visibility Zero, un bel brano fedele alla tradizione Kansas e dal testo molto ispirato. Eccellente poi l’ultilizzo del violino da parte di David Ragsdale nell’apertura della delicata The Unsung Heroes, traccia soft decisamente riuscita, con le chitarre hard rock invece in spiccata evidenza nel riff portante della progressiva Rhythm in the Spirit. Vera e propria hit del platter è la acustica Refugee, che rimanda un po’ nella sua idea a quella antichissima Dust In The Wind che fece le fortune del gruppo, ma al suo fianco si schiera anche la lunga e cangiante The Voyage of Eight Eighteen, vero inno dello spirito e del sound unico e personalissimo di questo immenso ensemble statunitense.

Il bel muro sonoro di Camouflage anticipa poi la frizzante e allegra Summer (un’altra potenziale hit di questa produzione), mentre tocca alla pulsante ed avanzante Crowded Isolation (ottima qui la prova di Platt alla voce) e a una pregievole strumentale a titolo Section 60 (dominata dalle parti orchestrali e dedicata ai caduti di guerra americani) il compito di chiudere le danze su questa bellissima e attesissima opera di rock classico. Per gli acquirenti della special edition l’ascolto non finisce però qui, in quanto il gruppo ha voluto registrare due classici della tradizione popolare USA, Home on the Range e Oh Shenandoah, secondo il proprio stile e come bonus track di questo pacchetto. Inutile dirlo, queste due tracce valgono il prezzo maggiorato della speciale release. Tenetene conto.

IN CONCLUSIONE

Si sbagliava chi non riponeva fiducia nella nuova formazione dei Kansas: The Prelude Implicit è un album che non sfigura affatto nella discografia dei nostri. Anzi!

Sedici anni dopo l’ultimo disco, il gruppo americano si affaccia sul mercato moderno con lo stile e la classe che lo contraddistinguono. Bravo il nuovo cantante Ronnie Platt, sempre in forma i vecchi componenti, ispirate le composizioni. Così è difficile rimanere delusi, no?!

© 2016, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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