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Recensione

75/100

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Jaded Past – Believe – recensione

03 Agosto 2016 Comment Denis Abello

genere: Melodic Rock / Country Rock
anno: 2016
etichetta: Melodic Rock Records

Tracklist:

01. Tattered *
02. Don’t Judge
03. Believe
04. Good Bad Innocent
05. Whiskey Dreams *
06. Be My Lady *
07. Dashboard Jesus
08. Hurt
09. Scratch The Itch
10. Traces
11. Taken *

* migliori pezzi

Formazione:

George Becker - voce, chitarre

Ospiti:

Steve Brown - chitarre, cori
Dennis Zimmer - batteria
Ed Masterson - armonica

Contatti:

https://www.facebook.com/jadedpast2012

 

Hum… la press ufficiale parla di un album sullo stile di John Kilzer, Henry Lee Summer e Little America. Le coordinate stilistiche parlerebbero quindi di un rock di matrice assolutamente americana velato qua e la di sfumature al limite del country, e si, li andiamo a parare!
Sbaglierò, ma se dovessi azzardare dei paragoni, questo Believe, secondo album dei Jaded Past (il primo pubblicato in maniera indipendente nel 2012) mi ricorda uno stile alla Bon Jovi molto melodic american rock con un tocco di country rock (ma non al livello di Lost Highway 😀 ).
Sarà poi anche che il buon George Becker, mente, fautore e voce di questi Jaded Past ha un non so che nella sua vocalità che ricorda un incrocio tra l’attuale Jon Bon Jovi (ma con una tonalità più “sporca”) e Bret Michaels dei Poison, con le dovute distanze da tutti e due, ma direi che si, proprio su quello stile andiamo a ricadere.
Bene, abbiamo quindi dato un suo contorno sonoro a questo Believe ed ora, date le premesse interessanti, non ci resta che dare uno sguardo ai pezzi inclusi nel lotto…

… e Tattered porta proprio con se un inizio di Bonjoviana memoria con tanto yankee nel dna. Un bel pezzo di melodic rock dallo stile cantautorale. Più o meno si parla poi sempre la stessa lingua in questo Believe, quel melodic rock molto cantautorale, da chitarra in spalla di classicissima matrice americana, che poi effettivamente è lo stile seguito dai pezzi di maggior successo di gente come John Kilzer ed Henry Lee Summer, ma volendo scomodare nomi di peso anche alcune cose di Jimmy Barnes. Scorrono via così pezzi come Don’t Judge, la titletrack Believe, Good Bad Innocence.
Polverosa, dal gusto alcolico, irrompe con le sue note Whiskey Dreams, un bel pezzo da sogni infranti in un bar! Be My Lady è la ballata del lotto, dal giusto sapore sporco e tormentato come un album di questo genere richiede.
Da qui si continua poi come si è iniziato con pezzi che scorrono veloci come Dashboard Jesus, Hurt, Scratch The Itch, la lenta, ma senza troppo mordente Traces e la conclusiva Taken, pezzo che forse riporta più alla mente lo stile alla Henry Lee Summer, ricordate la sua I Wish I Had a Girl?

IN CONLUSIONE

Un album che pur senza svettare nella moltitudine di uscite riesce comunque a piazzare alcune note interessanti. La voce di George Becker è assolutamente in sintonia con il genere proposto e qualche pezzo qua e la riesce a spiccare (Whiskey Dreams, Be My lady).
Si viaggia sulla strada del rock americano di stampo cantautorale mantenendo comunque sempre la marcia inserita sul melodico.

© 2016, Denis Abello. All rights reserved.

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