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Recensione

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Mad Hornet – Would You Like Something Fresh? – recensione

26 Luglio 2016 Comment Denis Abello

genere: Hard Rock
anno: 2015
etichetta: Atomic Stuff

Tracklist:

01. Would You Like Something Fresh?
02. Your Body Talks
03. Dyin’ Love
04. Blue Blood
05. Free Rock Machine
06. Game Of Death
07. Rise ‘N’ Do It
08. Walking With You (In The Afternoon)
09. Pink Pants School
10. What Is Love [HADDAWAY cover]
11. Roses Under The Rain

Formazione:

Mic Martini - voce
Ken Lance - chitarra
El Piamba - basso
Beats Frank - batteria

Contatti:

http://www.atomicstuff.com/madhornet.html

 

L’Italia ormai ci sta abituando bene, band sempre più preparate ed Artisti sempre più di Talento che sfornano lavori che ormai non hanno più paura del confronto a livello internazionale. La fame di giovani promesse è però solo agli inizi e nella mischia si buttano anche i pugliesi Mad Hornet. Nati nel 2006 dalla mente del chitarrista Ken Lance (Salvatore Destratis, chitarra), ma dopo un album autoprodotto (Hot Tarots) la band si ferma nel 2009.
Il Moniker Mad Hornet riprenderà vita nel 2013 con l’inserimento in formazione dell’energico basso di El Piamba (Alessandro Saracino) che precedentemente aveva già collaborato con Mic Martini (Massimo Maiorano, voce) e Beats Frank (Francesco Duggento, batteria). Con questa formazione riprende l’attività live della band e contestualmente la lavorazione di un nuovo album che prenderà il nome di Would You Like Something Fresh? e che catturerà alla fine del 2015 l’attenzione dell’Atomic Stuff, piccola etichetta bresciana da sempre molto attenta all’underground italiano legato all’hard e sleazy rock!

Cosa ci presentano però questi Mad Hornet e perchè, anche se con un po’ di ritardo, si meritano una recensione sulle nostre pagine? Presto detto, la band è puro hard & heavy rock anni’80. Tutto in loro è anni’80, dal look del loro frontman Mic Martini, dai nomi americanizzati tipici delle band “extra-usa” di quel periodo per arrivare giustamente alla loro proposta musicale.
Perlando di quest’ultima l’approccio con i primi pezzi vi sarà subito capire che lo stile musicale del gruppo ha sotto tiro una band ben precisa… Van Halen. Sarebbe però riduttivo chiudere la questione dei Mad Hornet con un banale band clone dei VH. Infatti nella proposta musicale si possono ascoltare richiami un po’ a tutto l’hard & heavy rock del periodo di seconda metà anni’80, dai Winger ai Ratt fino a toccare anche lidi più melodici quali quelli dei White Lion.
Tralasciando il comunque simpatico cameo iniziale Would You Like Something Fresh? preso pari pari dal film Body Guards del 2000 con Christian De Sica (di cui una frase estratta e inglesizzata da alla fine titolo all’album) alcuni pezzi sono sicuramente da segnalare come l’opener Your Body talks, qui si vero omaggio al sound Vaneliano… buona prova generale della band (ascoltatevi il gioco del solo della chitarra con sezione ritmica a tenere il tempo in sottofondo) che mostra di saperci fare con i ferri in mano e Mic riesce con la sua voce a donare colore e spessore ai brani proposti. Bella anche la successiva semi power ballad Dyin’ Love che riporta alla mente alcune sonorità alla Winger.
Da segnalare anche la frizzante Blue Blood, il Ratt-style potente di Free Rock Machine o Raise N Do It o il bel tappeto melodico radiofonico di Walking With You (In The Afternoon).
Francamente poco riuscita e trascurabile la cover di What Is Love mentre al contrario riuscita e molto americaneggiante la conclusiva Roses Under The Rain.

IN CONCLUSIONE

Partiamo subito dai lati negativi! La produzione, o meglio autoproduzione, è sicuramente quello che non permette ai Mad Hornet di essere ancora all’altezza di un salto di qualità che forse meriterebbero perchè a livello di proposta musicale, di bravura (anche se ogni tanto qualche stecca qua e la si sente 😉 ) e di attitudine prettamente “eighties” ci siamo eccome.
Speriamo che questo sia per la band solo un primo passo che li porterà con il tempo a valorizzare i loro lati positivi e a trovare magari un loro posto sul piano internazionale! Se vi capita, dategli un ascolto!

© 2016, Denis Abello. All rights reserved.

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