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Recensione

85/100

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Shiraz Lane – For Crying out Loud – recensione

20 Aprile 2016 17 Commenti Matteo Trevisini

genere: Hard Rock
anno: 2016
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Wake Up
02. Momma s Boy
03. House of Cards
04. Begging for Mercy
05. Same Ol Blues
06. Mental Slavery
07. Behind the 8-Ball
08. For Crying Out Loud
09. Bleeding
10. M.L.N.W

Formazione:

Hannes Kett - voce
Jani Laine - chitarra
Miki Kalske - chitarra ritmica
Joel Alex – basso
Ana Willman - batteria

 

Chapeau ! Gli Shiraz Lane sono riusciti a fare una cosa invidiabile l’anno scorso: con un misero Ep autoprodotto di cinque pezzi ed una manciata di video hanno conquistato fans in ogni dove, recensioni entusiaste e apparizioni su ogni rivista musicale esistente.
Niente male per una band che avrà l’anzianità media appena al di sopra della maggior età.
Geni del marketing ??? nooo… anche nella musica per fortuna esiste la meritocrazia e questo quintetto di finnici lungocriniti ne sono l’esempio perfetto.
Ma cosa avranno fatto di cosi tanto speciale ? Niente, hanno solamente inventato l’acqua calda ma sono stati in grado però di insaporirla in modo divino (divino, non di..vino… qua il Shiraz non centra nulla !!!).
Dalla Finlandia con furore, a suon di botte del caro vecchio hard rock americano, sono riusciti con Be The Slave Or Be The Change nel non facile compito di rasentare la perfezione con cinque pezzi uno più bello dell’altro che centravano il massimo dei voti da ogni angolatura uno gli ascoltasse: melodie esemplari con ritornelli ad effetto, tecnica, arrangiamento, scrittura di testi assolutamente non banale e produzione sporca ma potente …insomma, la vera tempesta perfetta !!!!

Dopo questa piccola gemma non è stato più lo stesso per la band, con un escalation di impegni, eventi e soddisfazioni raccolte a mani basse tra tour con i Santa Cruz, date in Canada e Giappone per finire al Wacken in Germania. Tutto questo è culminato con la firma del contratto con la Frontiers che di fatto ha dato degna conclusione a questo anno ricco di soddisfazioni.
Il problema per la band era dimostrare di essere in grado di pubblicare un full lenght della stessa caratura del mini album di debutto, cosa per niente semplice. Vi svelo subito il finale dicendovi che i Shiraz Lane sono arrivati nella titanica impresa di ripetersi con questo For Crying Out Loud, riciclando tra l’altro solamente due pezzi dell’ Ep precedente.

I cinque giovani rockers di Vantaa cominciano immediatamente a sparare gragnuole di pugni a testa bassa con il singolo Wake Up con un riffing potente ed un ritornello ultra melodico… Il cantato di Hannes Kett è spaventosamente graffiante e con una personalità già spiccata nonostante la giovanissima età portando un’interpretazione dei brani personale e convincente dall’inizio alla fine del disco.
Il riff funky di Momma’s Boy è poderoso e si incastra a perfezione in una melodia che ricorda le cose migliori fatte da bands come Kik Tracee ed Extreme.
House Of Cards è una delle più belle canzoni sleaze street degli ultimi anni con un ritornello che fa venire i peli dritti sulla schiena… occhio al volume dello stereo… è da denuncia per schiamazzi!!!
Non si riesce a prendere fiato con l’arrivo istantaneo di un’altra sventola come Begging For Mercy dove il singer porta il falsetto a livelli siderali.
Bella ballata Same Ol’ Blues che non vincerà premi di originalità ma evidenzia una scrittura sopra le righe ed un feeling caldo e avvolgente. Mental Slavery è il primo recupero dalle registrazioni dell’anno scorso ed è il loro vero e proprio inno con una cattiveria ed un groove che ricorda i brani migliori di un certo album di alcuni anni fa… Slave to the grind ?… non serve dire di chi… Obey, obey, just obeydon’t ask any questions and be a slave, you have the right to remain silent, and choose to be blind… justify!!!”…i testi street metal non sono solamente pupe, motori e sostanze stupefacenti. Di stupefacente qua c’è solo il livello qualitativo di questo dischetto, provate a sentire l’altra “vecchia” canzone, il mid tempo Behind the 8ball con rimandi Dangerous Toys, blues ciondolante e sporco come un posacenere alle cinque di mattina.
Epica la title track For Crying Out Loud con un altro ritornello che si “copia/incolla” istantaneamente nel cervello. Il disco comincia a rallentare con un’altra ballad come Bleeding invero l’unica traccia “normale” di un disco che di normale non ha proprio nulla.
La conclusiva M.L.N.W…. ovvero Make Love Not War è l’unico brano che ha nel suo Dna un feeling tipicamente Aor. La produzione è più patinata e meno sporca rispetto all’Ep ma nel complesso la sezione ritmica di Joel Alex al basso e Ana Willman alle pelli resta potente e pulita in ogni traccia.

IN CONCLUSIONE

I Shiraz Lane dimostrano di aver imparato tutti i trucchi dai più grandi molto in fretta (Guns e Skid Row su tutti!) ed il loro debut sta qui a dimostrarlo: la band finlandese non ha inventato nulla ma è riuscita nel non facile compito di rendere spettacolare quello che già è stato detto venticinque anni fa da bands ormai nella storia.
Come diceva il poeta americano Robert Frost: “…Quand’ero giovane erano i vecchi i miei maestri… andavo a scuola dai vecchi per imparare il passato. Ora che sono vecchio ho per maestri i giovani, vado a scuola dai giovani per imparare il futuro”. Se questi sono i giovani di oggi il rock’n roll può dormire sogni tranquilli.

© 2016 – 2018, Matteo Trevisini. All rights reserved.

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