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28 Gennaio 2016 20 Commenti Iacopo Mezzano
BED OF ROSES – BON JOVI
di Jon Bon Jovi
1993
IL TESTO e LA TRADUZIONE
Sitting here wasted and wounded / Sono seduto qui distrutto e ferito
At this old piano / A questo vecchio pianoforte
Trying hard to capture the moment / Cerco intensamente di catturare il momento
this morning I don’t know / Che stamattina mi sfugge
‘Cause a bottle of vodka / Perché una bottiglia di vodka
Is still lodged in my head / Staziona ancora nella mia testa
And some blonde gave me nightmares / E una qualche bionda mi ha fatto venire gli incubi
I think that she’s still in my bed / Credo sia ancora nel mio letto
As I dream about movies / Mentre sogno di film
They won’t make of me when I’m dead / Che non faranno di me quando sarò morto
With an ironclad fist I wake up and / Con un pugno di ferro mi alzo e
French kiss the morning / Bacio alla francese il mattino
While some marching band keeps / Mentre una qualche banda che marcia continua
Its own beat in my head / A rimbombare nella mia testa
While we’re talking / Mentre stiamo parlando
About all of the things that I long to believe / Di tutte le cose in cui vorrei credere
About love and the truth and / Dell’amore, della verità e
What you mean to me / Di cosa tu sei per me
And the truth is / E la verità è
baby you’re all that I need / Che ragazza sei tu tutto quello di cui ho bisogno
RIT
I want to lay you down in a bed of roses / Voglio fare l’amore con te in un letto di rose
For tonight I sleep on a bed of nails / Per stanotte dormirò in un letto di chiodi
I want to be just as close as the Holy Ghost is / Voglio esserti vicino come lo è lo Spirito Santo
And lay you down on a bed of roses / E amarti in un letto di rose
Well I’m so far away / Beh sono tanto lontano
That each step that I take is on my way home / Che ogni passo sembra avvicinarmi a casa
A king’s ransom in dimes I’d given each night / Ho pagato ogni notte in monete un riscatto da re
Just to see through this payphone / Solo per vederci chiaro attraverso questo telefono pubblico
Still I run out of time / Che ancora esaurisco il tempo
Or it’s hard to get through / O è che troppo difficile venirne fuori
Till the bird on the wire flies me back to you / Finché l’uccello sul cavo mi riporta a te
I’ll just close my eyes and whisper / Chiuderò soltanto i miei occhi e sussurrerò
Baby blind love is true / Ragazza, l’amore cieco è verità
RIT
The hotel bar hangover whiskey’s gone dry / La sbornia di whisky di questo bar d’albergo sta passando
The barkeeper’s wig’s crooked / La parrucca della barista è storta
And she’s giving me the eye / E lei mi fa l’occhiolino
I might have said yeah / Potrei aver detto di sì
But I laughed so hard I think I died / Ma ho riso così forte che pensavo di morire
Now as you close your eyes / Adesso mentre chiudi gli occhi
Know I’ll be thinking about you / Sappi che ti starò pensando
While my mistress she calls me / Mentre la mia amante mi chiama
To stand in her spotlight again / Per stare di nuovo sotto i suoi riflettori
Tonight I won’t be alone / Stanotte non sarò solo
But you know that don’t mean I’m not lonely / Ma sai che ciò non significa che non lo sia
I’ve got nothing to prove / Non ho nulla da dimostrare
For it’s you that I’d die to defend / Perché è per difendere te che morirei
RIT
Pubblicata nel gennaio 1993 dai Bon Jovi come singolo del loro nuovo album Keep The Faith , la canzone Bed Of Roses è una magistrale ballad composta dal frontman del gruppo statunitense, l’eterno belloccio Jon Bon Jovi, preda dei postumi di una sbornia vissuti nella solitudine di una stanza di un hotel di Los Angeles. Solo un pianoforte e una moltitudine di problemi personali sono stati, a detta dello stesso cantante, gli ispiratori delle parole e delle intense emozioni contenute in queste liriche.
Primo singolo del secondo periodo artistico della band (quello più maturo e articolato rispetto al pop rock tinto di glam degli esordi) a raggiungere il successo mondiale, entrando nelle classifiche di tutto il mondo e toccando la posizione #10 nella Billboard Hot 100, la #5 nella top 40 mainstream, la #13 nella top 40 inglese e la #10 in quella tedesca, il brano contiene graziosi riff di chitarra e assoli a cura dell’immancabile talento del musicista Richie Sambora, oltre che un dolce e inconfondibile pianoforte in sottofondo che duetta con l’emotivo cantato del leggendario frontman della band americana.
Capace di contendersi la palma di migliore lento composto dal gruppo con la forse ancor più radiofonica canzone Always (che sarà composta dal gruppo qualche anno dopo e che certamente troverà un posto in questa nostra collana), Bed of Roses è stata accompagnata da uno splendido video che mostra il gruppo all’apice della sua forma estetica e musicale, oltre che dei suoi livelli interpretativi. Indimenticabili a riguardo sono la ripresa aerea di Sambora sulla vetta di alcune montagne rocciose, già presente nell’apertura del filmato e poi ripetuta nel momento dell’assolo, e alcuni energici spezzoni di riprese dal vivo girati durante il precedente tour della band.
Concentrandoci sul potente testo, si nota come facilmente esso possa essere interpetato in duplice maniera, e più precisamente sia come una intensa dedica a una donna (possibilmente la moglie del cantante) sia come una sorta di esaltazione della figura della rockstar, di cui si narrerebbero qui i contorni in una sorta di spaccato musicale della sua vita on the road. Capirete dalla mia analisi che personalmente sono più propenso per la prima versione, ma a voi la scelta. Devo altresì ammettere in tutta onestà che la raffigurazione della bionda sul letto come metafora umana della chitarra vintage preferita del frontman, e ancor più della mistress che richiama l’artista in scena vista come il businnes musicale e il palcoscenico (con i riflettori sinonimo di media), possono essere certamente verosimili.
Quel che però è certo è che l’incipit del singolo disegna perfettamente quell’affresco di solitudine e desolazione che è stato, lo dicevamo, la fonte di ispirazione del brano. Vi è raffigurato infatti un Jon Bon Jovi seduto distrutto e finito di fronte a un vecchio pianoforte mentre, tra le note che la sua mente improvvisa attraverso il tocco spontaneo delle sue dita, cerca di ricomporre le idee e riprendersi dai balordi di una notte passata sotto gli effetti alcolici di una bottiglia di vodka. Vicino a lui, forse ancora nel letto, una bionda appare ora non più come un oggetto di desiderio, ma come un personaggio quasi ingombrante, che contrasta con le emozioni tristi che aleggiano ora nella sua testa.
Sfinito dal ritorno alla realtà oltre che dai forti postumi della bevuta, con grande dispendio di energie Jon si distacca dai suoi incubi, si alza e affronta il nuovo giorno (reso in lirica dalla bellissima frase: mi sveglio e bacio alla francese il mattino, che deve aver ucciso il cuore di milioni di ragazze, e groupie). Un dolore forte pulsa nella sua testa con il ritmo del rullare continuo di una banda di strada. Questo suono fastidioso non accenna a diminuire neppure durante la serissima conversazione telefonica fatta con l’amante lontana (la moglie?) che riguarda addirittura tutte le cose in cui vorrei credere, l’amore, la verità, di cosa tu sei per me. A farla breve, assistiamo qui a una scena dove Bon Jovi è vittima del classico dopo sbornia in cui, al finire dell’adrenalina e allo spegnersi dell’euforia, ci si ritrova soli davanti ai propri incubi e alle proprie paure, nonchè alle nostalgie. In questi casi, lo sapete anche voi, non si puoi far altro che consolarsi lasciandosi andare ai sentimenti con chi è più caro, sognando di stringersi ardentemente tra le braccia di chi si ama.
Proprio da questi sentimenti agrodolci nasce il magnifico ritornello di Bed Of Roses. La rivelazione è che la ragazza dall’altro capo della cornetta vale per Jon tutto quello che conta nella vita e.. vorrei fare l’amore con te in un letto di rose, ma per stanotte dormirò in un letto di chiodi, voglio esserti vicino come lo è lo Spirito Santo, e amarti in un letto di rose. Una frase d’amore incondizionato fantastica, scritta con parole di poeta. Di fronte a un refrain simile credo non serva aggiungere altro: è apoteosi e magia.
Con la seconda parte della canzone ritorniamo invece prepotentemente al presente, alla realtà, al dopo sbornia e alla solitudine. Dice il frontman: “sono così lontano dal mio amore che vorrei che ogni passo mi riavvicinasse casa, ho pagato ogni notte in monete un riscatto da re per cercare di vederci chiaro attraverso questo telefono pubblico”. E’ questa la difficile situazione di incertezza e timore che vive ogni rockstar durante i suoi lunghi tour, e Jon non è il primo artista a descrivercela. Ma il cantante è più conscio di altri del fatto che ogni ricongiungimento o lieto fine è, almeno al momento, impossibile. Ancora esaurisco il tempo, o è troppo difficile venirne fuori finché l’uccello sul cavo mi riporta a te. Tutto il calore che sprigiona il ritornello resta quindi chiuso dentro il petto di un compositore a cui non resta altro da fare che sognare ancora, chiudere gli occhi e sussurrare tra se e se: ragazza, l’amore cieco esiste.
Quando finalmente la sbronza è quasi terminata, una parvenza di ritorno alla tranquillità ci parla del frontman appoggiato al bancone del bar dell’albergo. Di fronte a lui la barista si aggiusta la parrucca, incrocia il suo sguardo e ammicca con un occhiolino. Jon dice: potrei aver detto di sì, ma ho riso così forte che pensavo di morire, creando in poche battute un siparietto ironico che scarica un po’ la tensione di un testo fino ad ora privo di un attimo di respiro.
E infatti ecco che, tornato in camera, i pensieri e il dolore per l’amore lontano tornano a vorticare nella mente di chi scrive. “Amore, mentre chiudi gli occhi sappi che ti starò pensando”. Intanto la bionda nel letto, la sconosciuta amante e padrona, si sveglia e chiama insistente il suo nome per ricevere una seconda dose di attenzioni. Beh, la carne è debole e Jon non può rifiutare la gentile proposta, come non potrà esimersi dal divertirsi e dal fare baldoria, ma in cuor suo sa che anche se stanotte non sarà solo ciò non significa che in realtà non lo sia. I suoi pensieri saranno sempre concentrati verso la casa lontana e verso il suo vero amore. “Non ho nulla da dimostrare, perché è per difendere te che morirei” è la frase che chiude il testo prima del ritornello finale, dando il tratto definitivo all’immagine di un’amore vero e puro vissuto secondo il modello della rock star più gettonata dell’America anni’80, e non solo: Jon Bon Jovi, il Dio del New Jersey.
PERCHE’ QUESTA CANZONE MERITA UN POSTO NEL NOSTRO BEST OF POWER BALLADS?
Perchè Bed of Roses contiene alcune delle più belle frasi di amore incondizionato mai scritte nella storia della musica rock. In più, la sua vicenda di apparente quotidianità, vista però dal punto di una rockstar planetaria, è narrata in musica attraverso melodie straordinariamente composte, suonate da una band all’apice del suo valore, con la tensione emotiva tutta concentrata sulla voce mai così passionale e sentimentalmente viva di Jon Bon Jovi, e ovviamente anche sulla chitarra eterna di Sambora. Tutto questo, mentre un pianoforte silenzioso e lontano fa da ciliegina sulla torta in una canzone che era già indimenticabile, e destinata al successo globale, un paio di secondi dopo la sua stessa registrazione. Da brividi.
IL VIDEO
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