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Recensione

45/100

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Axel Rudi Pell – Game Of Sins – Recensione

11 Gennaio 2016 12 Commenti Nico D'andrea

genere: Melodic Metal / Hard Rock
anno: 2016
etichetta: SPV

Tracklist:

01. Lenta Fortuna (Intro)
02. Fire
03. Sons In The Night
04. Game Of Sins
05. Falling Star
06. Lost In Love
07. The King Of Fools
08. Till The World Says Goodbye
09. Breaking The Rules
10. Forever Free
11. All Along The Watchtower (Bonus Track)*

* migliori pezzi

 

“Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei”
…udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
(Giovanni 8.7 8.9).

Ed è così che mi trovo solo, unico giudice…con tra le mani un pesante macigno che non ho nemmeno la forza di scagliare.

I peccati che questo nuovo Opus del guitar wizard Axel Rudi Pell porta con se non sono pochi ma è uno in particolare a lasciare il segno :
La Perseveranza. Nel suo più diabolico significato.

Chi ha avuto la pazienza e la costanza di seguire le gesta del chitarrista di Bochum dopo Kings and Queens (a mio parere il suo ultimo disco veramente di rilievo) sa bene a cosa mi riferisco.
Con l’ingresso in formazione nell’oramai lontano 1998 (album Oceans Of Time) del dotato vocalist americano Johnny Gioeli, lo stregone teutonico aveva trovato la formula vincente.
Impossibile non rimanere affascinati da quella magica miscela.
Un potente amalgama tra il sound nostalgico primi Scorpions della Stratocaster di Pell e gli epici vocalizzi scuola Dio del sorprendente Gioeli.
Da Oceans Of Time, passando da Masquerade Ball e Shadow Zone, fino all’apice appunto di Kings And Queens.
Tutti episodi distintivi nell’agonizzante scena europea del periodo.

Poi…”Il Nulla” creativo.
Cinque album con regolare e sospetta cadenza biennale, rigorosamente fedeli ad uno dei più eclatanti esempi di “copia incolla” che questa sciagurata epoca di musica digitale ha portato con se.
Una sequela di uscite che solo gli amanti dello schema fisso e la comunque considerevole schiera di fedelissimi può aver apprezzato.

Eppure la suggestiva cover di questo Game Of Sins mi aveva ancora una volta illuso.
Il malefico giullare,fuoriuscito da una cripta infuocata, sembrava il giusto auspicio per rigenerare uno scheletro compositivo ormai anchilosato da qualche lustro.
Niente di tutto questo !

Difficile snocciolare qualche titolo, tanto sono simili le tracce l’una all’altra o ad altre ancora ascoltate nei lavori precedenti.
Se proprio ne sentite il bisogno, avventuratevi negli interminabili 7/8 minuti delle varie Game Of Sins, Till The World Says Goodbye e Forever Free.
Il fatto che la cover di All Along The Watchtower (presente come traccia bonus) sia l’unico episodio del platter che rimanga in memoria, la dice lunga.

Axel Rudi Pell non ha mai fatto della varietà compositiva uno dei suoi cavalli di battaglia ma anche nei passaggi più prevedibili,  l’interpretazione di Johnny Gioeli era in grado di fare la differenza.
Qui anch’egli sembra vittima di quello che ormai temo sia un terribile incantesimo.
Johnny esegue il suo compito senz’anima, vittima sempre delle stesse strofe, delle stesse rime. Difficile anche per lui trovare ispirazione in testi che propongono pedissequamente i soliti vocaboli : “Fly-High-Sky”…”Mountain-Rainbow-Wind blow”. Quanto talento sprecato.

Ma ora basta…
Voglio che il ricordo di Axel rimanga quello di Forever Angel, Voodoo Nights, Carousel od Heartbreaker.
D’altro canto sono certo che saranno i discepoli più devoti, a trovare ancora una volta la forza per arrivare in fondo al disco e sopportare questo calvario…ed a loro che chiedo venia.

“I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei».
Rispose Pilato: «Ciò che ho scritto, ho scritto».
(Giovanni 19.22/19.23)

IN CONCLUSIONE

Un’altra uscita di Axel Rudi Pell destinata a far discutere.
La solita cura nei suoni e nella qualità della registrazione, non salvano Game Of Sins dall’irreversibile parabola discendente iniziata da ormai 5 dischi e pesantemente marcata da una ripetitività compositiva disarmante.

For die-hard fans only !

© 2016, Nico D’andrea. All rights reserved.

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