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EVERY ROSE HAS ITS THORN – POISON: le migliori power ballads di sempre

EVERY ROSE HAS ITS THORN – POISON: le migliori power ballads di sempre

20 Gennaio 2016 0 Commenti Iacopo Mezzano

 

EVERY ROSE HAS ITS THORN – POISON
di Bret Michaels, C.C. DeVille, Bobby Dall, Rikki Rockett

1988

La canzone parla di: abbandono, ed è particolarmente adatta a: momenti di nostalgia e solitudine

IL TESTO

We both lie silently still in the dead of the night / Restiamo entrambi silenziosamente fermi nel cuore della notte
Although we both lie close together / e anche se siamo distesi vicini
We feel miles apart inside / ci sentiamo a miglia di distanza dentro

Was it something I said or something I did  / E’ stato qualcosa che ho detto o qualcosa che ho fatto?
Did the words not come out right  / Non mi sono uscite bene le parole?
Though I tried not to hurt you  / Anche se ho cercato di non ferirti
Though I tried / Anche se ci ho provato
But I guess that’s why they say / Ma credo che sia per questo che si dice

RIT
Every rose has its thorn  / Ogni rosa ha le sue spine
Just like every night has its dawn / Proprio come ogni notte ha la sua alba
Just like every cowboy sings his sad, sad song / Proprio come ogni cowboy canta
la sua triste, triste canzone
Every rose has its thorn / Ogni rosa ha le sue spine

I listen to our favorite song  / Ascolto la nostra canzone preferita
playing on the radio / suonare alla radio
Hear the DJ say loves a game / Sento il DJ dire che l’amore è un gioco
of easy come and easy go / che inizia e finisce facilmente
But I wonder does he know / ma mi domando se lui sa
Has he ever felt like this / se si è mai sentito così
And I know that you’d be here somehow / e so che tu potresti essere qui
If I could have let you know somehow / se solo ti avessi fatto sapere che in qualche modo
I guess / penso che

RIT

Though it’s been a while now / Anche se adesso è passato un po’ di tempo
I can still feel so much pain / rovo ancora tanto dolore
Like a knife that cuts you, the wound heals but the scar, that scar remains / come un coltello che ti taglia, la ferita guarisce ma la cicatrice, questa cicatrice resta

I know I could have saved a love that night  / So che quella notte avrei potuto salvare un’amore
If I’d known what to say / se solo avessi saputo cosa dire
Instead of makin’ love / invece che fare l’amore
We both made our separate ways / abbiamo intrapreso due strade separate

But now I hear you found somebody new / Ma adesso so che hai trovato qualcun altro
and that I never meant that much to you / e che non ho mai avuto un gran significato per te
To hear that tears me up inside / sentire ciò mi lacera dentro
And to see you cuts me like a knife / e vederti mi taglia come un coltello
I guess / Penso che

RIT

Inserita dal canale satellitare statunitense VH1 al 34º posto della classifica delle 100 migliori canzoni degli anni ’80, e da MTV alla settima posizione della sua Top 25 Power Ballads, la canzone Every Rose Has Its Thorn è una vera istituzione se si parla di power ballad anni ottanta.
Unica traccia dei rocker americani Poison capace di volare in vetta alle classifiche USA nell’anno della sua pubblicazione, il 1988, questa canzone (supportata da un bel video tutt’oggi facilmente reperibile in rete e visionabile a fine articolo) spinse al successo internazionale il disco Open Up and Say… Ahh! , seconda produzione del gruppo capitanato dall’iconico cantante Bret Michaels, poi piazzatosi alla #2 della US Billboard 200.

Immediatamente riconoscibile grazie al sospiro posto in sua apertura, il pezzo esordisce con un semplice ma efficace arpeggio di chitarra, che mantiene la canzone acustica e solitaria fino all’ingresso prepotente ma melodico della chitarra di C.C. DeVille, che nel corso del brano si lascerà andare a ben due assoli, uno più lento e uno più veloce in chiusura, calamitando sul suo strumento gran parte delle attenzioni. Forte di un mood country che la rende diversa da gran parte dei lenti composti in quegli anni, il brano innalza, anche attraverso la sua vena nostalgica, il carisma del cantato di Bret Michaels. Si racconta che fu lo stesso vocalist a scrivere di getto il pezzo, seduto in attesa in una lavanderia e distrutto nel cuore dopo una telefonata alla sua ragazza che aveva avuto come indigesto sottofondo il vociare di un uomo, inevocabile segno di un tradimento ormai avvenuto. Per la serie: anche alle rockstar si può spezzare il cuore..

La prima strofa della canzone (perfettamente rappresentata con le immagini del video musicale) dipinge un’immagine struggente: una coppia di amanti giace nello stesso letto, ferma in silenzio, incapace di comunicare. Anche se i loro corpi sono in realtà così vicini da toccarsi, le loro menti sono già a miglia di distanza, separate per sempre da un muro invisibile di bugie e di insofferenza. E’ l’uomo, impersonato dallo stesso Michaels, a domandarsi: “è stato qualcosa che ho detto o qualcosa che ho fatto a creare questa situazione? E’ mia la colpa? Non mi sono uscite bene le parole, proprio quando cercavo di non ferire colei che amo?”
Il dolore provato dentro è immenso, e da qui nascono le liriche di uno dei più bei ritornelli soft degli anni’80: ogni rosa ha le sue spine proprio come ogni notte ha la sua alba, e proprio come ogni cowboy ha la sua triste, triste canzone da cantare. Ogni rosa ha le sue spine.

E’ utile far notare qui che l’immagine del cowboy solitario che vaga intonando la sua canzone è probabilmente un riferimento o un omaggio a una esperienza live del gruppo avvenuta qualche mese prima della stesura della canzone, in un concerto in un piccolo club gestito proprio da cowboy, il The Ritz di Dallas, in Texas.

Tornando a noi, non è finita qui. Il brano riparte e disegna una nuova scena, con il ragazzo che ascolta la canzone che mille volte lui e la sua heartbreaker hanno cantato insieme (e su cui magari hanno persino fatto l’amore) mentre il DJ della trasmissione la presenta dicendo che l’amore è un gioco che inizia e finisce facilmente. La reazione di Bret Michaels è di pura rabbia: “mi domando se lui sa, se si è mai sentito così come ora mi sento io!”. Non è scritto nel testo, ma mi viene facile immaginare che a questo punto la radio debba essere stata afferrata dal cantante e gettata contro la parete della stanza, frantumandosi e smettendo finalmente di far risuonare nell’aria quelle note di dolore.

Ormai però è troppo tardi, e la sofferenza porta nel frontman nuovi pensieri: “sarebbe potuta andare diversamente se ti avessi fatto capire quanto per me eri importante?”. Eccoci così all’immancabile epilogo drammatico di questa canzone. E’ passato del tempo da quando la ragazza se ne è andata, da quando la relazione è finita. Il ragazzo però continua a soffrire e il suo dolore è come un coltello che ti taglia, la ferita guarisce ma la cicatrice, questa cicatrice resta. E’ una strofa di una poeticità rara a trovarsi, che Michaels interpreta con grande enfasi, quasi a rimarcarla, per poi proseguire in preda ai rimorsi: so che quella notte avrei potuto salvare un’amore se solo avessi saputo cosa dire! Invece, il silenzio. Tra le coperte di quel letto non c’è stato amore, ma si è creata la spaccatura che ha sancito la fine del rapporto.

La conclusione. Recita il testo: ma adesso so che hai trovato qualcun altro e che non ho mai avuto un gran significato per te, sentire ciò mi lacera dentro e vederti mi ferisce come un coltello.
La rivelazione finale disegna un’amore molto più a senso unico rispetto a quanto si ci poteva aspettare o fino ad ora si era immaginato. La donna mentiva, o almeno non era così totalmente sincera e presa dal suo sentimento. Se apparentemente ciò può essere visto come l’ennesimo incubo di un brano drammatico, questa conclusione lascia però aperte porte per una nuova rinascita. Chissà, forse non era questo l’amore giusto su cui basare una intera esistenza?

© 2016 – 2024, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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