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16 Dicembre 2015 24 Commenti Denis Abello
genere: Melodic Rock
anno: 2015
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01. Never Give Up On You
02. Tell Me Something
03. Say What You Want
04. I Believe
05. A Night To Remember
06. She's Got The Love
07. Land Of Golden Dreams
08. The Grand Design
09. Streetlights
10. Who's Fooling Who
11. Finally
12. Where Is The Love *
Formazione:
Dennis Ward – basso e voce
Felix Bohnke – batteria
Michael Klein – chitarra
Eric Ragno – tastiere
Jim Rybkost – piano e tastiere addizionali
Contatti:
http://www.dennisward.de/ https://www.facebook.com/officialdennisward/
Cosa resta dei buoni vecchi Khymera? Poco, o proprio a voler essere un po’ “iene dentro“… dei primi Khymera (album omonimo nel 2003), quelli che videro collaborare il produttore/artista italiano Daniele Liverani con Steve Walsh (Kansas), non resta proprio un bel niente!
Va detto però che dal secondo album A New Promise (2005) entra in scena il personaggio di Dennis Ward, al tempo bassista dei Pink Cream 69 (ed entrerà poi anche in formazione con gli Unisonic), che viene però qui assoldato principalmente come Voce. Che scelta azzeccata che fu!
Chi di voi conosce il nome Khymera penso proverà un brivido soprattutto sentendo scandire il titolo del terzo lavoro della band, The Greatest Wonder (2008), album che siglò un perfetto mix tra classe e melodic rock.
Quindi a voler ben vedere e a voler proprio rispondere alla domanda di inizio recensione a mente fredda, dei Khymera resta soprattutto un passato importante. Passato che dopo ben sette anni di assoluto silenzio viene preso in mano dal solo Dennis Ward che rivoluziona la band con tutte nuove entrate (Michael Klein alla chitarra, Felix Bohnke alla batteria, Eric Ragno alle tastiere e Jim Rykbost al pianoforte) e si porta in casa anche praticamente tutto il lavoro di songwriting coadiuvato solo dal chitarrista Michael Klein e da Paul Logue, bassista degli Eden’s Course.
Mi sono avvicinato con un po’ di diffidenza verso questo nuovo The Grand Design senza sapere bene cosa aspettarmi e per fortuna Never Give Up On You dissipa alcune delle nubi funeste che si addensavano sulla mia testa. Tastiere ben presenti, chitarra con tanto di assolo e la bella voce di Ward. Il sound è sicuramente più diretto, a tratti muscoloso e meno ricercato rispetto al precedente The Greatest Wonder, ma assolutamente il tutto funziona.
Tell Me Something innesta una marcia superiore, i controcori sono il suo punto di forza, il pezzo è arioso e brillante, la cadenza di batteria e basso segnano lo scorrere delle note. Un bel melodic rock di stile prettamente Europeo.
Le spalle iniziano a rilassarsi, “questi” Khymera, figli dell’opera di Ward funzionano e Say What You Want è un diretto da KO del melodic rock. Semi ballad perfezionata sulla voce molto più “raschiata” che in passato di Ward. Si gioca in bilico tra vecchio classico AOR con tastiere e acustica di introduzione e stile più moderno sul ritornello.
Si sale di tonalità nel pre-ritornello di I Believe, bella cavalcata di stile melodico con anima più rock. Trascinante!
Reminiscenze dei Toto sulle note di tastiera introduttive di A Night To Remember dove è ancora il lato un po’ più roccioso della band a prendere il sopravvento. Tastiere sempre presenti, altro ritornello memorabile e via verso il prossimo pezzo.
She’s Got The Love riporta alla mente scelte stilistiche di “Zorresca” memoria (Shining Line, Charming Grace) senza però riuscire a centrare completamente in questo caso l’obiettivo. Manca il guizzo di genio a cui ormai ci ha abituati la penna di Zorro su pezzi diretti e orecchiabili come questo.
Land of Golden Dreams rimette in gioco la voce più profonda di Ward e anche in questo caso il pezzo (e che pezzo!!!) non tradisce il filone rock melodico commerciale anni ’80 che marchia praticamente ogni singolo brano di questo The Grand Design.
Il brano omonimo pare estratto da un vecchio demo dei Survivor. Brillante e sbarazzino nelle ritmiche, eighties nelle tastiere e incalzante nella voce sorretta da controcori in falsetto che fanno tanto AOR demodè.
Si stacca la spina, si muovono le dita sui tasti d’avorio e ci si lascia accarezzare dalle note della intimistica Streetlights. Il lento per eccellenza di questo lavoro, ispirato e con un solo hammond, chitarra che non ti aspetti!
Quasi che mi aspettavo di sentir partire il classicone dei Bonfire, invece Who’s Fooling Who è un pezzo che sembra uscire dalla penna dei fratelli LaBlanc… I’m Calling For You, You calling for meeeeee… Who’s Fooling Who… altro pezzo ultra ruffiano per melodic rocker dal cuore tutt’altro che di ghiaccio.
Torna l’hammond, questa volta con una parte ben più importante, sulle note di Finally. Altro pezzo arioso e carico a cui l’inserimento dell’hammond dona un vago sapore retrò che ancora stento a capire del tutto, ma alla fina anche qui ci si ritrova con in testa stampato un altro bel ritornello.
Finale che segna la definitiva incoronazione dei questo The Grand Design. Where Is The Love rientra a pieno titolo tra le più belle ballate sentite quest’anno. La voce di Ward mette letteralmente i brividi ed il crescendo di intensità nella metà del brano toglie il fiato… chapeuax!
IN CONCLUSIONE
Arrivato forse un po’ più in sordina rispetto alle altre uscite mensili targate Frontiers Music e portando con se un passato ingombrante e un futuro incerto. Invece è stata una delle migliori sorprese di questo fine anno e forse una delle migliori espressiono attuali di melodic rock commerciale di stile europeo ma con radici ben piantate nelle origini americane del genere.
Non sapevo cosa aspettarmi e devo dire che, anche se è un album differente dagli ultimi due lavori della band, siamo di fronte ad un ottimo album. Mi chiedevo se avrei ritrovato pezzi memorabili in questo lavoro come lo furono Borderline o la stessa The Greatest Wonder e devo dire che la risposta è assolutamente positiva, per quanto forse lo stile è diverso, più diretto, ruvido e a tratti muscoloso rispetto al passato.
Pezzi però come Say What You Want, I Believe, A Night to Remember, Land Of Golden Dreams, Streetlights, Who’s Fooling Who e Where is The Love sono assolutamente stelle brillanti di un firmamento melodic rock in cui i Khymera da sempre hanno saputo brillare… e in cui ancora oggi, e finalmente dirlo, continuano a brillare!
© 2015 – 2016, Denis Abello. All rights reserved.
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