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04 Dicembre 2015 42 Commenti Nico D'andrea
genere: Melodic Rock
anno: 2015
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01. Nowhere To Hide*
02. Let Love Rule
03. Forever*
04. Another Day*
05. Dark Angel*
06. Bleed In The Rain
07. Face To Face*
08. Where Do I Go*
09. Midnight Memories
10. Don’t Slip Away From Me
11. Did You Feel Any Love
12. I’m Free
* migliori pezzi
Formazione:
Robbie Lablanc - Voce e Cori
Philip Lindstrand - Chitarre,Basso,Cori
Soren Kronqvist - Tastiere
Daniel Flores - Batteria,Tastiere,Cori
Ospiti:
Angelica Rylin - Voce in “Another Day”, Cori
Christopher Vetter - Chitarre
Thomas Vikstrom - Cori
Redas Jefisovas - Cori
AOR ! (rigorosamente in maiuscolo)…e per quanto mi riguarda la recensione potrebbe anche finire qui…
Si, perché Dark Angel (secondo capitolo del “team-Up” Frontiers Flores/Lablanc) rappresenta per tutti i 53 minuti della sua durata, il manifesto più autorevole di Adult Oriented Rock che abbia avuto modo di ascoltare in tempi recenti.
Più in generale, uno dei rari casi in cui il mio sofistico dito indice non ha mai dovuto premere l’utilissimo tasto “skip” del lettore.
Ecco che allora (anche per onorare il lauto compenso che mensilmente il nostro generoso direttore mi elargisce) ho scelto di procedere con una dettagliata descrizione del disco in questione.
Riduttivo limitarsi a sottolineare come il platter spicchi per la strepitosa performance vocale di Robbie Lablanc.
Il cantante statunitense pare in questo contesto più “misurato” che negli episodi solisti a nome Blanc Faces. Il suo approccio stilistico si fonda splendidamente sui principi di purezza assoluta che i canoni del genere richiedono.
A suo supporto, Daniel Flores ha saputo costruire una solida struttura di arrangiamenti dalle pareti lastricate d’Avorio ed una produzione in grado di esaltare tutti i caratteri che vorremmo sempre riconoscere nel nostro album AOR ideale.
Per chiudere infine il cerchio, il produttore svedese si è avvalso di una squadra di songwriters d’eccezione, tra i cui nomi spiccano quelli di Mark Mangold,Tom e James Martin, Alessandro Del Vecchio.
Curiosi di saperne di più ?
Qui di seguito per voi, un doveroso track by track di quello che (a 2015 ormai concluso) diventa indiscutibilmente il disco AOR dell’anno :
Nowhere To Hide . La intro “Giuffriana” di tastiere e snare-drums è il preludio ad un up tempo dal tono drammatico stile Signal. “I’ve got nowhere…nowhere to run from myself”…ed il refrain è già un classico.
Let Love Rule. Firmato da Alessandro Del Vecchio, questo Pomp-Aor cracker dal passo sostenuto si distingue per l’incalzante drumming di Flores (come amo questo suono super amplificato e stupendamente 80’s della batteria !).
Forever. Dopo aver scritto una delle più belle e struggenti ballate degli ultimi anni con In The Name Of The Father (Revolution Saints), Alessandro serve a Robbie Lablanc un’altro memorabile slow number.
É nei primi versi con in sottofondo piano e tastiere che Robbie tocca il suo apice, trovando una prestazione tecnica ed interpretativa perfetta.
Another Day. La corsa riprende con questo pezzo dal chorus contagioso che vi girerà in testa già dopo un paio di ascolti.
Dark Angel. Pilotata da un bel riff di tastiera, la title-track inaugura una serie di pezzi che ci sveleranno perché questo disco è superiore al comunque acclamato debutto Wings Of Love : Songwriting !
Semplice…ma la scrittura dei pezzi è di una brillantezza non comune e sembra spingersi, per gusto melodico,alle soglie di un certo Pop anni 80 per il quale (diciamocelo senza vergogna) saremo pronti ad uccidere.
Il richiamo a quel hard-edged Pop Rock che ha fatto la fortuna (ahi noi..non in questo continente) dei canadesi Glass Tiger è inevitabile.
D’altronde le similitudini di Lablanc con il formidabile Alan Frew non sono poche.
Bleed In The Rain. Un riff di chitarra cesellato, tastiere, tastiere e tastiere.
Manuale AOR… scegliete voi la pagina !
Face To Face. Ancora layers su layers di keyboards e tocchi di synth per uno dei migliori episodi del disco. Non ho difficoltà ad immaginare l’appeal commerciale che avrebbe avuto questo brano qualche decade fà.
Where Do I Go. Si pesca ancora dal manuale del Rock Adulto.
Basta chiudere gli occhi e l’arpeggio elettrico che in apertura accompagna la voce di Robbie Lablanc ci porta diritti in paradiso.
Midnight Memories. Il pezzo forse più radiofonico e Pop (di una volta) della tracklist. Un’altro refrain da “dipendenza melodica”.
Don’t Sleep Away From Me. Come non riconoscere la caratteristica andatura della semi-ballad AOR per antonomasia. Ultra classico !
Did You Feel Any Love. Signal meets Glass Tiger. Può bastare ?
I’m Free. In chiusura il brano più “moderno” dell’album.
“Effettato” e pulsante come piace ai sostenitori dei Work Of Art, con un mood più “nordico” rispetto alla tracce precedenti.
IN CONCLUSIONE
Per la compattezza degli arrangiamenti ed un sound magistralmente levigato dalle abbondanti dosi di tastiere e synth multistrato , Dark Angel riesce a garantire una fluidità d’ascolto non comune.
Find Me in questo nuovo lavoro assemblano con grande coesione tutti i più zuccherosi ingredienti che si cercano in un disco AOR, con il mai scontato pregio di non renderlo stucchevole.
Non per suggestione del minaccioso angelo vendicatore in copertina, per me senza dubbio sul tavolo sacro delle tre migliori uscite hunc annum.
Amen.
© 2015 – 2018, Nico D’andrea. All rights reserved.
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