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Recensione

80/100

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Eden – Eden – recensione

23 Luglio 2015 11 Commenti Denis Abello

genere: Melodic Rock / AOR
anno: 2015
etichetta: Autoprodotto

Tracklist:

01. Sounds From Eden (Intro)
02. Dreamin'
03. Fear Has Gone *
04. I Know You Know *
05. My Time
06. Enemy
07. Feel The Fire
08. A Change In Life *
09. The Call
10. Into The Night *

* migliori canzoni

Formazione:

Patrizio Izzo - voce
Paolo Castellani - tastiere e cori
Stefano Mastrangeli - chitarre e cori
Giordano Latini - basso e cori
Alessandro Iovannitti - batterie, percussioni e cori

 

Italia sempre più attiva in ambito AOR e Melodic Rock, e se è vero che il cuore pulsante di questa nuova rinascita del genere in Italia spesso arriva da nordiche latitudini dello stivale, è anche vero che verso il Sud le cose si stanno muovendo… ad aggiungersi alla frangia “sudista” dell’AOR e Melodic Rock Italiano arrivano così anche gli EDEN, band fondata nel 2011 da Stefano Mastrangeli (chitarra), Patrizio Izzo (voce) e Giordano Latini (basso) a cui si aggiungeranno Paolo Castellani (tastiere) e Alessandro Iovannitti (batteria) per arrivare all’attuale line up.
Poche righe della loro biografia in cui risaltano le influenze ed ispirazioni che portano il nome di band quali Bon Jovi, Europe, Journey, Survivor, House of Lords per rendersi conto che i ragazzi Romani puntano in alto con questo loro primo lavoro omonimo.
Così non aspettiamo oltre e diamo fuoco alle polveri degli EDEN…

Abbiamo parlato sopra di influenze non di poco conto ma con l’intro Sounds of Eden che profuma quasi di Arc Angel e Dreamin’ che invece gioca su un retrogusto alla SHY sembra che il tiro degli EDEN sia spostato nettamente più su un raffinato e ricercato AOR che non su un Melodic Rock diretto e genuino.
Belli gli arrangiamenti e le idee espresse su Dreamin’ e di assoluto valore il lavoro della sezione ritmica e soprattutto della chitarra. Unico appunto sui cori che avrebbero meritato maggior cura per dare più impatto al pezzo e questo tra l’altro sarà uno dei problemi che si riscontrerà in altri pezzi di questo primo lavoro firmato EDEN.
Si continua nel segno di una grande chitarra (bello e di impatto il solo) e di ricercate melodie sulla successiva Fear Has Gone. Pezzo melodico, tirato e frizzante che lascerà spazio alle tastiere anni ’80 della successiva I Know You Know da segnalare per la riuscita impostazione vocale e per il suo incedere catchy! Particolare e riuscita!
Partenza tagliente su giochi di tastiera e chitarra per quella che invece si rivela una bella semi ballad, My Time. House Lordiana, sorretta da basso e chitarra, Enemy piazza un bel centro per gli EDEN.
Se abbiamo iniziato parlando di AOR raffinato e ricercato con Feel The Fire sterziamo nettamente verso un hard rock quasi dal tratto sleaze, e se anche non convince del tutto la voce, il pezzo mostra comunque la versatilità e la duttilità in fase compositiva degli EDEN… ancora una volta notevole il solo di chitarra impreziosito dagli inserti di tastiere.
Se la voce aveva un po’ compromesso la riuscita di Feel The Fire, la sua rivincita arriva già sulla successiva A Change in Life, dove invece risulta ben bilanciata e assolutamente al servizio del pezzo. Un lento dalle grandi potenzialità, ispirato e travolgente sulle note della chitarra e della sezione ritmica in grado di dare al contempo potenza e sentimento al brano.
The Call è un semplice intermezzo che ci accompagna sulla conclusiva Into The Night, anthem melodic rock, che per l’ultima volta mette in risalto il talento compositivo della band. Chiusura su una magistrale infilata di giochi di chitarre…

IN CONCLUSIONE

Quello che spicca subito all’orecchio di chi ascolta gli EDEN è sicuramente il talento compositivo che si traduce in un AOR/Melodic Rock riuscito, dal tratto spesso molto raffinato che pur rifacendosi alle radici del genere riesce comunque ad essere originale e credibile.
A questo possiamo poi aggiungere una band che tecnicamente mostra in più di un caso i Muscoli e mette in riga realtà ben più blasonate (ascoltate i soli di chitarra piazzati qua e la ad arte o il supporto che spesso diventa determinante della batteria e del basso) per capire che i numeri per volare in alto nel panorama Italiano, ma soprattutto internazionale ci sarebbero tutti.
Dico “ci sarebbero” perchè alcune imperfezioni “di gioventù” ci sono, come i cori non sempre all’altezza o la voce che non viaggia con la stessa costanza su tutti i pezzi.
Mi permetto comunque di premiare la band con un mezzo voto in più di quello che forse sarebbe stata la giusta votazione perchè, pur essendo comunque un lavoro autoprodotto, si sente che dietro è già stato fatto un notevole sforzo e soprattutto perchè le potenzialità dimostrate in fase compositiva, di arrangiamento e tecnica della band sono di assoluto valore!

© 2015 – 2018, Denis Abello. All rights reserved.

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