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05 Giugno 2015 3 Commenti Nico D'andrea
Ospite presso i PriStudio di Roberto Priori a Bologna, ho avuto la simpatica opportunità di incontrare una delle bands di più alto livello all’interno del circuito Hard Rock/AOR italiano… e non solo : I Perfect View.
La recente pubblicazione del loro secondo disco “Red Moon Rising” (leggi qui la recensione) per il mercato giapponese è stata l’occasione per realizzare questa intervista, dove (come leggerete) vengono comunque toccati anche temi legati al futuro ed alla visibilità del nostro genere preferito nel complesso panorama musicale odierno.
Nico D’andrea
INTERVISTA
MR.IT : Partiamo da qualche cenno biografico.
Per l’audience che ancora non vi conosce potreste essere identificati come una nuova e giovane band. In realtà da baldanzosi quarantenni avete tutti maturato svariate esperienze.
Come e quando si sono formati allora i Perfect View ?
LUCA FERRARESI (batteria) : I Perfect View si sono formati nel 2008. Nel 2007 Io, Max (Massimo Ordine, voce) e Joe (Francesco Joe Cataldo, chitarre) ci siamo incontrati suonando in una cover band ed ad un certo punto ci siamo detti : “Perchè non fare qualcosa di inedito ?” . Da lì è nato tutto.
Abbiamo trovato un posto dove provare vicino a Modena ed abbiamo iniziato a comporre in tre i primi embrioni dei brani.
Poi è arrivato Pier Mazzini (tastiere) che ha dato un grandissimo contributo soprattutto dal punto di vista compositivo e come esperienza di registrazione ed “home recording” , fino a completare la formazione con un bassista ed ha creare le canzoni che hanno fatto parte del nostro primo disco “Hold Your Dreams”.
MR.IT : Per molti di voi dopo tanta gavetta il vero debutto discografico risale solo a 5 anni fa con il primo “Hold Your Dreams”.
Al tempo quel disco ha rappresentato per voi più un punto di arrivo od un punto di partenza ?
MASSIMO ORDINE : Sicuramente un punto di partenza. Abbiamo miscelato un po’ tutte le nostre varie influenze e siamo andati avanti per la nostra strada pensando poi in futuro di fare qualcos’altro. Non ci volevamo fermare lì.
JOE CATALDO : L’idea era quella di usare “HYD” come spunto, come partenza per poi poterci esprimere artisticamente in diversi modi poiché non si era sicuramente esaurita la spinta artistica con quell’album.
Avevamo ancora parecchie cose da dire che poi sono arrivate con il secondo . Ne abbiamo tante altre da dire e speriamo di fare altri album dove poter manifestare quello che siamo artisticamente.
Quindi è stato un punto di partenza sicuramente. Il punto di arrivo magari dopo il ventesimo album (risata generale n.d.a.).
MR.It : Con la pubblicazione lo scorso anno di “Red Moon Rising” la band è passata ad un livello superiore sotto tutti i punti di vista. L’album ha infatti ottenuto prestigiosi riconoscimenti di critica anche a livello internazionale.
E’ di poche settimane fà infatti la release dell’edizione di RMR per il mercato giapponese. Come si è concretizzata questa bellissima opportunità ?
FRANK PAULIS (Basso) : Beh…allora…a maggio dello scorso anno esce RMR. C’è stato tutto questo processo di promozione da parte anche della nostra etichetta, soprattutto su web che ha fatto emergere in senso positivo tutta la qualità di questo disco, tanto che si sono avvicinati alla band nuovi fans. Tra questi Jun Takakura, un nostro fan giapponese.
Jun ha contattato la Rubicon Records che per il genere che facciamo noi è un’etichetta molto forte nel mercato giapponese.
Poi , un po’ come nelle favole, ha mandato loro il nostro materiale che hanno ascoltato e che poi si sono poi dichiarati interessati a pubblicare mettendosi in contatto con la nostra etichetta in Europa. Le varie parti hanno trovato il loro accordo , a noi sconosciuto (piccola frecciatina alla Avenue Of Allies), e di fatto a Novembre esce la realese giapponese contenente come bonus track un pezzo di “HYD”. Questa è stata una scelta un po’ voluta perché con il disco nuovo ed ascoltando una canzone che richiamava quello precedente la gente si sarebbe magari avvicinata anche al primo disco.
MR.it : Eppure con due album di questo livello nel proprio background, i Perfect View come altre meritevoli bands della scena AOR italiana non hanno ancora ottenuto la visibilità che meritano.
E’ solo un problema di risorse, ad esempio la mancanza di un buon management od anche un problema legato alla cultura musicale dei nuovi potenziali ascoltatori ?
LF : Manca l’investimento che si fa sul progetto. E’ chiaro che più si investe più c’è la possibilità di divulgarlo e più la gente lo ascolta e più lo può apprezzare od anche disprezzare. Però se nessuno lo conosce…
MO : E’ anche la cultura italiana che è “sbagliata” purtroppo, o meglio è una cultura diversa. Si apprezza di più la musica nazionale che questo tipo di musica che ha un pubblico di nicchia. Un pubblico di nicchia anche se numeroso , che è però poco coraggioso che ha quasi paura di comprare , di investire in un gruppo…anche solo di informarsi.
JC : L’esterofilia. L’esterofilia è una malattia tipica dell’italiano che non si esprime soltanto nell’ambito musicale ma in tanti altri ambiti.
Purtroppo c’è anche musicalmente. Noi abbiamo delle band che potrebbero tranquillamente essere al livello di prodotti di altri paesi europei. Il livello è sicuramente molto interessante e molto elevato, il problema è che è sempre difficile essere profeti in patria ed il Italia questo vale più che in altri posti purtroppo.
Qui abbiamo scarse risorse, le investiamo male e questo non vale assolutamente solo per la musica. Basti vedere la fuga di cervelli o talenti che per potersi esprimere sono costretti ad andare all’estero e veder riconosciuti i meriti che oggettivamente hanno.
FP : Chiudo io dicendo che non c’è nemmeno da parte delle etichette più importanti anche straniere l’interesse ad investire in un prodotto seppur magari di qualità. Non dico nel nostro caso perché ce ne sono tanti altri. Non esiste un gruppo italiano che venga preso da un’etichetta americana, inglese o svedese. Non ci dobbiamo addossare tutte le responsabilità. Io suono dagli anni 80, un po’ come Joe e Max.
Eravamo tutti assieme in quel periodo ed il mercato era identico.
Era povero, le etichette facevano un gran fatica ad investire ed al di fuori del nostro orticello anche all’epoca non eravamo riconosciuti.
Ti cito i Raw Power che era un gruppo di miei conoscenti.
I Guns ‘N’ Roses facevano loro da spalla in America.
Ok… era il genere Hardcore ma per il genere Hard Rock, Metal e sfumature varie od il Melodic Rock ed il Glam storicamente noi italiani non abbiamo mai avuto una chiamata dall’estero.
Il gruppo più famoso è svizzzero. I Gotthard. Mi viene da dire che i più vicini a casa nostra sono loro.
MR.it : Questo ci ricollega subito ad un’altra domanda.
I social Network e le tecniche di registrazione digitale.
Un’opportunità in più per farsi conoscere per chi ha delle qualità o un’opportunità per chiunque che rischia allora di portare il livello qualitativo delle proposte ai minimi termini ?
LF : Intanto saturano il mercato. Quando c’è più offerta che domanda, cioè quando ci sono più prodotti che gente che li può acquistare la cosa non va bene e questo “home recording” porta chiunque sappia un minimo usare hardware e software a poter creare dei progetti ed a poterli pubblicare.
Una volta bisognava cercare il contratto, i canali giusti. Adesso puoi fare tutto tramite un Social Network e tramite tutte queste piattaforme che ti possono proporre ad un’audience enorme. Il problema è che questa audience vede troppo materiale che non ha il tempo di ascoltare e tralascia magari prodotti veramente validi. Questo ha saturato il mercato, poi dopo è giusto che ognuno abbia la possibilità di esprimersi.
JC : Il rischio è proprio che in mezzo a tanta offerta si vada ad “annegare” anche il prodotto più valido. Oggi c’è un’incapacità generale all’approfondimento, forse dovuta ad un eccesso di offerta.
Una volta quando eravamo dei monellini uscivano meno dischi però c’era più capacità di andare in profondità del prodotto. Fosse un disco, fosse un libro, fosse qualsiasi altra cosa. Adesso c’è stata una semplificazione ,una massificazione di tali e tanti strumenti ed eventi che si perde un po’ la profondità. Viene tutto bruciato molto velocemente. Tanto avrebbe anche il diritto di essere bruciato così velocemente perché vale poco ma viene bruciato altrettanto velocemente anche qualcosa che ha un valore e viene confuso nella massa.
E’ un bene che tutti possano esprimersi ma la figura che aveva prima un potenziale talent scout magari con l’orecchio giusto, in grado di fare una scrematura a priori , che non è Roberto che ci sta ospitando qui (alza il tono di voce per farsi sentire dal padrone di casa n.d.a.). Una scrematura a priori di quello che poteva essere un prodotto prima che arrivasse alle orecchie della massa. Ora quel filtro non c’è più, quindi si crea un po’ di confusione e questo in parte è un problema secondo me.
FP : Mi viene da dire che l’utilizzo di tutte queste nuove tecnologie sarebbe il giusto compromesso per preparare degli ottimi demo, come nel nostro caso. Noi non facciamo che questo, una pre-produzione che rasenta un demo quasi perfetto in certi casi. Però il desiderio di andare in uno studio e lavorare con dei professionisti come Roberto (Roberto Priori appunto che ha prodotto entrambi gli album del gruppo n.d.a.) e fare in modo che il nostro materiale venga affidato ad una persona “super partes” che ha una visione del suo mestiere è quello che a mio avviso fa la differenza ed ha fatto la differenza. Quando ho sentito “HYD” non ero il bassista dei Perfect View ed ascoltandolo ho pensato “questo dovrebbe essere assolutamente nella mia discografia a fianco di dischi ben più blasonati”. Poi sentendo addirittura quello dove io ho partecipato (RMR n.d.a.) mi sono reso conto che questa è una cosa che non dobbiamo perdere…ma costa.
MR.it : A questo punto chiede di intervenire Lorenzo Piccinini che si occupa a 360° della promozione del gruppo.
LORENZO PICCININI : Al giorno d’oggi secondo me un altro problema si presenta a livello di comunicazione. Chi si occupa di questo ha capito che un prodotto meno valido può arrivare al consumatore anche con uno slogan giusto a livello di immagine, non solo con il talento. Dunque l’ascoltatore può essere attratto da più cose : Da una copertina, da un manifesto, da un sound provenienti tutti da fonti diverse e quindi arrivare ad avere un’ interesse particolare per una cosa veramente valida è difficile.
Ti ricordi la copertina di uno, il sound di un altro. …è un fatto di visibilità.
MR.it : Uno sguardo ad un futuro molto prossimo. Avete già iniziato a lavorare ad un nuovo album .
A che punto è l’avanzamento dei lavori ?
JC: Adesso il problema principale è che abbiamo dovuto salutare il nostro tastierista Pier Mazzini che ha partecipato ad entrambi gli album e che per motivi personali a deciso di stoppare la sua avventura con i Perfect View . Ci troviamo con la necessità di trovare un’elemento che possa sostituirlo in tutto e per tutto.
Nonostante questo, visto che comunque per fortuna a noi le idee non mancano, abbiamo già abbozzato diversi nuovi brani che al momento sono in fase del tutto embrionale. Sono idee che possono essere sviluppate ed arrangiate e ne abbiamo già svariate ormai. Abbiamo deciso di non portarle ad un livello di rifinitura più elevato di quello che hanno adesso perché vorremmo che alla stesura finale partecipasse anche il nuovo tastierista. Diciamo comunque che avremmo i pezzi per un 70% di un’album nuovo.
MR.it : Massimo ?
MO : Cosa ti devo aggiungere ? Ha già detto tutto lui ! (risata generale n.d.a.). Se vuoi ti posso annunciare che questi pezzi saranno con un “bpm” un po’ più alto. Ti lascio questa chicca…ecco.
MR.it : Il vostro sound risulta particolarmente ricercato perché figlio di varie influenze ben amalgamate dalle vostre capacità creative oltre che tecniche.
Se doveste descrivere il sound dei Perfect View a chi non li conosce ?
MO : Bella domanda ! Non lo so…
MR.it : Di solito la cosa più facile è dire per esempio “ Dream Theatre meets Journey”…
MO : Qua non si può fare una distinzione così perché adesso ci sono quattro teste poi ce ne sarà una quinta. Veniamo tutti da mondi diversi e quindi abbiamo miscelato una cosa che è nostra e che si può definire ne AOR ne Hard Rock. E’ Perfect View !
LF : Appoggio quello che ha detto Massimo. Potrei dire “Journey meets Queensryche, meets Winger, meets TNT…”
JC : C’è sicuramente una matrice Hard Rock anni 80 perché è innegabile che la nostra storia e le nostre radici affondino in quegli anni.
C’è anche qualche elemento Prog che i Queensryche avevano.
Io sono un grandissimo amante dei Queensryche ed è innegabile che ciò che uno ama particolarmente poi traspaia anche nelle sue influenze.
C’è una parte di Dokken, Lynch Mob…comunque direi Hard Rock sicuramente con venature AOR e qualche spruzzata prog.
Insomma qualcosa di un pochino più ricercato con una struttura un filino più complessa.
LF : Il Liscio ! ….Il Liscio perché siamo emiliani (ancora risata generale n.d.a.)
MR.it : Infine una domanda che ho già posto ai vostri amici Danger Zone :
Cosa spinge musicisti non più giovanissimi come voi , appassionati di un genere che raccoglie purtroppo scarsi consensi di pubblico ad andare avanti ?
Solo l’inesauribile passione per questa musica od anche la speranza che qualcuno prima o poi si accorga di voi ? Magari com’è successo a Michele Luppi reclutato recentemente da David Coverdale negli Whitesnake.
FP: Nel nostro caso penso la passione e la voglia di continuare a fare musica, perché la musica è nel nostro dna.
A me è capitato tre anni fà di lasciare. Avevo degli obbiettivi, quelli che ti servono per darti l’energia giusta, per avere delle ambizioni che sono anche quelle di portare il tuo materiale a più gente possibile. Perché tu scrivi canzoni non solo per te stesso.
Però una telefonata da parte di Max ed un mp3 inviato di “Believe” di “HYD” sono bastati a fare riaccendere una cosa che comunque hai, che non puoi abbandonare. Una volta ho detto che io posso in qualche modo controllare la musica, decido di smettere…ma è la musica che domina me.
MR.it: Ma prendiamo l’esempio di Luppi anche come un segnale. Non si può dare nulla per scontato. L’occasione può sempre arrivare..
MO : Meno male che uno di noi ce l’ha fatta ad entrare in questo mondo che comunque tutti sognano. E’ chiaro che la prima cosa è la passione.
Piace a te quello che fai e lo fai perché comunque è una cosa che senti dentro. Poi deve piacere anche agli altri chiaramente. Michele ha avuto questa fortuna , fortuna tra virgolette perché lui ha studiato , si è impegnato ed è una vita che fa questa cosa ed ha giustamente realizzato il suo sogno.
JC : Quella di Michele è una bellissima favola. Lui ha avuto questa fortuna avendone tutti i meriti ma purtroppo il mondo non è così giusto.
Non tutti coloro i quali hanno certo meriti ottengono di più di chi ne ha ne meno. In questo caso se non altro ce l’ha fatta una persona meritevole, italiano, nostro amico e la cosa ci fa enormemente piacere.
Non capiterà mai a nessun altro di noi. Mettetevi il cuore in pace… noi continueremo a suonare per passione !
Luppi farà 30.000 persone e noi 30 (ennesima risata generale n.d.a.). Di fatto c’è un fattore di moltiplicazione 1000… ma cosa sono tre zeri nella vita…
MR.it : Bene con questa perla di filosofia chiudiamo l’intervista che credo dovremmo pubblicare in qualche capitolo visto che è stata ,oltre che piacevole, piuttosto lunga. Speriamo di vederci presto a qualche vostro concerto.
PERFECT VIEW : Grazie…grazie mille !
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