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Alessandro Del Vecchio – intervista

Alessandro Del Vecchio – intervista

07 Aprile 2015 20 Commenti Alessandro Lifonti

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Alessandro Del Vecchio – foto di Tommaso Barletta

Ogni epoca ha i suoi personaggi simbolo. Quella che ci troviamo ad attraversare in questo momento è un’epoca particolare dell’AOR, Hard Rock e Melodic Rock che sta riportando a piccoli passi in auge questi generi.
E’ un piacere ed un piccolo orgoglio poter pensare che uno dei personaggi simbolo di questo momento porta proprio ben stampata sulla sua carta d’identità la nazionalità Italiana.
Stiamo parlando di Alessandro Del Vecchio, sempre più personaggio in primo piano del panorama internazionale, che grazie al suo Talento ed al suo modo di essere ha saputo ritagliarsi uno spazio personale di tutto rispetto nel percorso intrapreso negli ultimi anni dall’AOR, Hard Rock e Melodic Rock.
Il “nostro” Alessandro ha avuto modo di incontrarlo e di scambiare una piacevole chiacchierata con lui.
Ringrazio Alessandro Del Vecchio per la sua come sempre grandissima disponibilità e vi lascio a questa bella intervista!

Denis Abello

intervista a cura di Alessandro Lifonti
english version

MR: Siamo molto orgogliosi di chiacchierare con il miglior musicista, autore, e produttore italiano: Mr. Alessandro Del Vecchio! Alessandro, grazie per il tuo tempo! É un piacere averti qui con noi!
AD: Ciao! É con grande piacere che sono qui con voi!

MR: Ale, che genere di musica ascoltavi quando eri bambino e quando hai incominciato ad ascoltare melodic rock?
AD: Beh, ascolto rock da che ho memoria! Fortunatamente mio padre mi ha cresciuto nel modo giusto con i suoi gruppi/artisti preferiti: The Beatles, Jimi Hendrix, Genesis, Uriah Heep, Jethro Tull. Mi ricordo ancora il greatest hits dei Beatles con la copertina blu che suonava continuamente in casa. Il mio primo vero approccio al melodic rock inteso come genere é stato da adolescente con i Bon Jovi!

MR: Qual’é il più bel ricordo musicale della tua infanzia?
AD: Mio padre che ascoltava gli LP con il volume talmente alto da spaventare i vicini e mia madre. Specialmente quando ascoltava i live di Jimi Hendrix. Ma l’ esperienza musicale che mi ha cambiato la vita é stata quando ho sentito per la prima volta “Bohemian Rhapsody” e ho sentito quella voce interna che mi diceva: “Voglio essere un musicista ed essere come Freddy Mercury!!”.

MR: Quando ti sei reso davvero conto che avresti potuto vivere di musica?
AD: Sinceramente quando ho incominciato con la musica non pensavo potesse diventare un lavoro. Per me essere un musicista é stata una scelta di vita, e non pensavo che scrivere musica potesse aiutarmi a pagare le bollette. Ho avuto la mia prima paga come musicista a 13 anni, e sono diventato professionista a 18.

MR: La tua carriera ha preso il via con gli Edge of forever. Canti e suoni su tutti e tre i dischi. Cosa ci vuoi raccontare di questa band, e c’é un altro capitolo in vista?
AD: Beh, gli EOF sono il mio bambino. Faccio parte di così tanti gruppi e progetti che mi sento a casa sono con pochi di essi. Ma gli EOF sono dov’è il mio cuore. Faremo un nuovo album nel nostro solito tempo di registrazione di cinque anni tra i dischi.

MR: Moonstone project é stato probabilmente il tuo primo grande passo nel music business. Abbiamo due albums con leggende del calibro di Glenn Hughes, Ian Paice, e molti altri. Hai suonato sul primo cd, e scritto e prodotto il secondo. Come ci si sente a suonare e a lavorare con dei nomi così grandi?
AD: Devo dirti che Moonstone project é stato uno dei primi passi in cui ho lavorato con artisti di serie A. Lavorare con Glenn Hughes, Ian Paice, Carmine Appice, Ken Hensley, Steve Walsh, James Christian e tutti quei ragazzi di primo livello é stato stranamente naturale. Sapevo di essere nato per fare quello e di aver lavorato duramente per essere lì, quindi mi sono avvicinato agli albums e ai tours con loro sapendo che se ero lì, forse ero abbastanza bravo per essere il ragazzo che cercavano in quel momento. Moonstone si é trasformato in diversi tour con Paice, Hughes, Bernie Marsden e Carmine in tutta Europa ed é stata una delle più divertenti e compiute bands in cui sia mai stato. Devo molto a Matt Filippini. Ha creduto in me, e la musica che abbiamo scritto ha un posto speciale nel mio cuore, perché abbiamo scritto l’ intero “Rebel on the run” album senza limiti e regole che é una cosa piuttosto rara nel “dentro la scatola” business come il music business.

MR: Nel 2014 hai suonato, prodotto, e scritto alcune canzoni per tre grandi uscite, e sto parlando di: L.R.S., Three Lions, e Rated X! Alessandro: ci sono fin troppi musicisti mostruosi all’ interno di questi tre albums/progetti! Ti prego, raccontaci quello che vuoi di questi ragazzi, e anche un po’ del dietro le quinte:-)
AD: Incominciamo con L.R.S. Semplicemente amo questo album e ho amato lavorare con quei ragazzi. Sinceramente é stato incredibile. Avevo Tommy, Mike e Josh qui e ci siamo divertiti un sacco scrivendo grande musica. Quando questi ragazzi sono nei paraggi significa guai. Ne ho viste di tutti i colori con loro, ma niente batte quando Tommy si é perso nel bosco intorno allo studio. Vivo in un parco naturale. Cammini due minuti fuori dallo studio e sei nella natura selvaggia. Quando stavamo tracciando le chitarre, Tommy ha deciso che era arrivata l’ora di andare nel bosco senza cellulare in un posto che non conosceva. Per quasi cinque ore non sapevamo nemmeno se fosse vivo o cosa! Poi, all’improvviso qualcuno ha bussato alla porta ed era Tommy che ha cominciato a raccontarci di come si era perso e di quante volte era passato vicino allo studio senza accorgersene.
Con i Three Lions é andato tutto liscio ed é stato figo. Nigel é venuto e ha cantato tutti i pezzi in 3/4 giorni. Che grande talento é Vinny Burns e che bello che é lavorare con lui. E qui di nuovo nulla può battere la notte in cui li ho portati in pizzeria ed era tutto pieno. Abbiamo quindi dovuto aspettare quasi un’ora per aver un tavolo e quasi un’ora anche per le pizze. Non ho mai visto nessuno bere così tante birre come Vinny. Ho perso il conto, ma é stato piuttosto sorprendente specialmente per uno come me che non beve alcolici.
Con i Rated X é stata una strada accidentata. Una grande esperienza musicale, ma creare un disco con una band a distanza é stato un incubo a tratti. Ho scritto la maggior parte del cd, quindi sono piuttosto fiero di ciò, e grazie a questo album ho avuto finalmente la possibilità di lavorare con Joe Lynn Turner. Il risultato é stato un disco di atmosfera anni 70 con una grande consegna musicale. Andremo in tour quest’ estate e la cosa é piuttosto buona!

MR: Ora parliamo del solo e unico Mr. Fergie Frederiksen! Il giorno che é deceduto ha lasciato un vuoto nei nostri cuori! Hai lavorato con lui. Che tipo di uomo, amico, e musicista era Fergie?
AD: Fergie. Il mio caro fratello Fergie. Non potevi che amare un ragazzo come lui. Non ho mai incontrato un musicista con meno ego di lui. Anche se era un grande cantante, sappiamo tutti che mi diceva sempre: “Sono qui per darti la miglior esperienza che tu possa avere con me”. É entrato nel mio studio con grande rispetto per me e totale dedizione per le canzoni. Abbiamo condiviso storie incredibili mentre eravamo insieme, e sono fiero di poterlo chiamare amico e fratello. Che perdita incolmabile.

MR: É ora di parlare degli Hardline. Siamo tutti eccitati perché qualche settimana fa la band ha annunciato che ci sarà un nuovo album. Secondo me gli Hardline sono un gruppo molto sottovalutato. Avete grandi canzoni, e un cantante potente: Johnny Gioeli! Cosa ci possiamo aspettare dal prossimo disco?
AD: Brutta musica. Vi dovete aspettare brutta musica. Scherzo! L’ album é quasi scritto. Ho già scritto 14 canzoni, ma ce ne sono ancora tre nel processo di essere fatte. Questo sarà davvero buono. Posso promettervelo. Johnny é eccitato per i nuovi pezzi, e ci sarà un ballata piano e voce che vi renderà molto felici.

MR: Revolution Saints! Frontiers ha raggruppato tre grandi musicisti che hanno registrato un fantastico disco prodotto ancora una volta dal miglior uomo in circolazione: Alessandro Del Vecchio! Ale, cosa pensi di questo lavoro, perché Castronovo non lascia da parte la batteria e incomincia una nuova carriera come cantante? La sua performance sul cd é incredible!
AD: Deen non ha mai lasciato da parte la batteria. Hai sentito come picchia quella batteria sul disco? Cosa posso dirti? É stata un’ esperienza incredibile. Immagina un ragazzo italiano che produce queste leggende in un solo album. Aggiungi il fatto che canto su una canzone che ho scritto in cui c’è Neal Schon. Aggiungi che tutti i singoli li ho scritti io, e che l’ album é in classifica su Billboard. Ne é uscito semplicemente un gran cd, e immagino che sarà il mio album da battere per molto tempo.

MR: Hai prodotto molti altri dischi come Shining Line, Lionville, Revolution Road, e ultimamente mixato Room Experience. Tutto grande materiale. Vuoi dire qualcosa riguardo a questi progetti?
AD: Shining Line, Lionville, e Room Experience hanno tutti in comune lo stesso uomo in cabina di pilotaggio: Pierpaolo Monti! Lo conosciamo tutti come Zorro: l’uomo mascherato dell’ AOR. É un grande amico. Mi ha sostenuto e ha creduto in me quando ho iniziato quindi gli devo molto. “Strong enough” degli Shining Line é uno dei pezzi migliori a cui abbia mai lavorato. Revolution Road (quante rivoluzioni hanno a che fare con me????) é un grande album che é più una versione blues del tipico melodic rock ed é caratterizzato da un incredibile lavoro di chitarra.

MR: Hai anche scritto per Find me, Place Vendome, Wheels of fire, e così via. Come fai ad essere ancora così ispirato quando devi scrivere una canzone dopo tutte quelle che hai scritto fino ad ora?
AD: Sinceramente non sono sempre così ispirato. Non sono come tutti quei ragazzi che si siedono al piano e scrivono. Scrivo quando devo scrivere e questa cosa tiene la musica che ho dentro di me pronta per i momenti giusti. Per quanto riguarda i testi, cerco sempre di trovare qualcosa di diverso anche se, l’ argomento amore nell’ Aor “deve” essere presente, sai cosa voglio dire. Sono anche ispirato perché non ascolto molto spesso questo genere per cui lavoro. Se pensi che i miei generi preferiti sono Americana e R&B, ciò ti dà una prospettiva diversa sul mio songwriting.

MR: Stai producendo il nuovo disco di Ted Poley, giusto? Come suonano le nuove canzoni?
AD: Sarà veramente figo. Le canzoni sono di presa diretta, e ogni volta che sento la voce di Ted mi ritrovo a sorridere. Adoro Ted e sarà fantastico suonare dal vivo con lui!

MR: Negli ultimi anni sei diventato, artisticamente parlando, una delle colonne portanti della nostrana Frontiers Music. Puoi parlarci di come è iniziata questa tua collaborazione con loro?
AD: Ho solo inviato la giusta mail nel momento giusto, e mi sono ritrovato a scrivere per ciò che é diventato Find me. Dopo una settimana ho scritto per il disco solista di Gioeli, che poi é diventata la mia prima produzione con loro, e la rinascita di Hardline con me e Johnny al timone. Li rispetto molto e meritano ogni singolo successo che hanno. Che grande etichetta. Non posso parlare male di loro. Niente! Serafino mi sta dando la possibilità di lavorare con la musica che amo, e con i miei idoli da ragazzino! Chi é più fortunato di me?

MR: Il Frontiers festival non é poi così lontano! Alla fine i fans italiani avranno una seconda possibilità che non devono sprecare questa volta. Sei d’ accordo?
AD: Beh, non la vedo come una seconda possibilità. Penso che se sei un musicista e un fan di questo genere musicale, dovresti essere presente per il bene di supportare la scena e la musica che ami. Onestamente pensavo che i fans italiani potessero essere un pochino più aperti mentalmente , ma, hey, hai ció che hai, e chi é venuto lo scorso anno, e verrà quest’anno si divertirà.

MR: Ho già fatto questa domanda a Pierpaolo Monti in una recente intervista: secondo te, perché la scena aor/melodic rock in Italia é ancora così lontana dagli altri paesi europei?
AD: Non credo ci sia una scena melodic rock da nessuna parte. Questo genere ha un seguito talmente piccolo in giro per il mondo, che parlare di scena, specialmente in Italia, suona sbagliato alle mie orecchie. I concerti di rock melodico a Stoccolma, Stoccarda, o Londra, hanno gli stessi numeri di Milano. Se parliamo di gruppi di basso richiamo, siamo fortunati se ci sono tra le 100 e le 200 persone ai loro spettacoli. Questi sono i veri numeri. I Toto hanno fatto il tutto esaurito a Milano e in Italia per anni, ma questo ancora non ci rende un paese che segue il melodic rock, non é vero? Se parli del comportamento dei musicisti, sono stato quasi ovunque con la musica, e ho visto dappertutto gli stessi temi. Gelosia, ira, invidia, delusione e rabbia tra le bands. Questo non cambia in base alla bandiera o al paese sfortunatamente. Ciò che cambia é l’ individualità. Se lavori duro, sei competente, rispettoso e affidabile, e ce la farai. Non importa se sei italiano, ungherese, o altro. Se sei veramente bravo, ai giorni nostri con internet, puoi essere ovunque vuoi. Ma i tuoi desideri devono andare di pari passo con l’ impegno e il sacrificio nell’ essere davvero bravo, e non nell’essere un amatore che punta il dito verso qualcun’altro per scaricargli le proprie colpe. Amen 🙂

MR: Cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro di Alessandro Del Vecchio? Progetti, novità in vista?
AD: Sono troppi da menzionare. Sono nel mezzo di grandi albums che devono uscire che non voglio fare solo un nome. Sicuramente Hardline e Edge of Forever hanno un posto speciale sul calendario:-)

MR: Dicci qualche nome con cui vorresti lavorare in futuro….
AD: Journey, Whitesnake, Anneke, e probabilmente alcuni cantanti pop come Alanis Morrisette!

MR: Vediamo spesso tuo padre che ti segue ai concerti. Quanto é importante per te averlo al tuo fianco on the road?
AD: Lui é la ragione per cui io sono un musicista. Il suo supporto e il suo incoraggiamento sono ancora oggi una delle ragioni per cui sono qui. Renderlo felice é il mio obiettivo principale. Vorrei anche potergli ridare indietro almeno una piccola percentuale di quello che mi sta dando. Non potrei chiedere genitori migliori e una famiglia migliore onestamente. Vado anche con la mia Harley Davidson insieme a lui 🙂

MR: I tuoi cinque gruppi preferiti…..
AD: Queen, Deep Purple, Toto, Journey, e Rainbow….e la lista potrebbe andare avanti!

MR: E i tuoi cinque dischi preferiti….
AD: Queen “greatest hits”, Deep Purple “burn”, Genesis “selling England by the pound”, Rainbow “rising”, Black Sabbath “Heaven and Hell”

MR:
Ale, grazie di nuovo per quest’ intervista. Ci vediamo a Trezzo d’ Adda! Rock on!
AD: Grazie Ale (hey, bel nome) per avermi dato questa opportunità di parlare di musica e condividere i miei lavori con voi lettori! Ci vediamo a Trezzo, e voi ragazzi continuate ad essere il grande sito che tutti conosciamo!

© 2015, Alessandro Lifonti. All rights reserved.

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