Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.
effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!
13 Luglio 2014 8 Commenti Alessandro Lifonti
Ragazzi, voglio partire dai ringraziamenti! Grazie di cuore Federico Martinelli! Grazie per aver organizzato un evento del genere, grazie per aver portato a Clusone una band del calibro dei Quireboys, e grazie per avermi dato la possibilità d’ intervistare una leggenda come Spike!
Insieme a me c’ é come sempre il mio compagno di avventure Gianluca Firmo. Federico ci porta all’ albergo dove alloggia la band, e finiamo in camera di Spike dove su un tavolo ci sono tutti i cocktails possibili immaginari che Spike ovviamente si sta scolando uno alla volta. Spike é veramente un rocker d’ altri tempi: personaggio alla mano, umile, e parecchio ubriaco :-))
Nota la maglietta di Mike Tramp che sto indossando, e l’ intervista inizia così per caso proprio parlando del cantante dei White Lion!
intervista a cura di Alessandro Lifonti
SP:: …a quei tempi al Marquee club, credo che abbiamo suonato con ogni gruppo che veniva in città, e i white lion erano uno di quelli. Ma per i gruppi che venivano al Marquee non c’ erano drinks….quindi vaffanculo LOL. Suonavamo lì tutto il tempo. La prima settimana hanno suonato i Guns ‘n’ roses, e noi la sera dopo. Così é come ci siamo conosciuti!
MR:: Te lo devo chiedere: dove diavolo é Vito Bratta?
SP:: Ohhhh, mi ricordo Vito! Non l’ ho più visto dai tempi del Marquee. Probabilmente si sta ancora allenando con la chitarra LOL! Poi l’ ho rivisto quando abbiamo fatto da supporto a Ozzy. I nostri sentieri si sono incrociati un sacco di volte. Questo é il mio primo drink dopo 8 giorni. Niente alcohol per 8 giorni, ahhhhh!
MR:: Abbiamo questo concerto stasera. Come siete arrivati qui a Clusone?
SP:: Non ne ho idea. Pensavo dovessimo suonare a Milano, ahhhh. Non capivo neanche perché stessimo guidando così tanto, quindi ho chiesto “dove stiamo andando?”. Poi ho visto tutte queste montagne e ho chiesto nuovamente “stiamo andando in Svizzera? Ahhhh!”. Devo controllare il mio conto in banca. LOL.
MR:: I quireboys hanno pubblicato diversi albums. Le persone sognano ancora ad occhi aperti quando parlano di “a bit of what you fancy”. Secondo te per quale motivo quel disco é un po’ più ricordato rispetto agli altri?
SP:: Beh, ovviamente sai, quando pensi a quel disco quello era…..ci sono voluti 5 anni per avere un contratto discografico. Quello era il nostro primo disco, prime canzoni, primo songwriting. Quando abbiamo suonato 7 o’ clock non aveva un ritornello. Ho messo il ritornello quando siamo andati a Los Angeles a registrare l’ album. Credo sia stato molto più facile per noi perché abbiamo avuto molto tempo per registrarlo.
MR: Credo che una delle vostre migliori canzoni sia “Mona lisa smiled”. Com’ é nata quella canzone? Perché la Mona Lisa?
SP: Beh, ero a Barcellona con Neil Taylor. Stavamo registrando un album acustico insieme, e parlando con una sua amica, questa ragazza mi ha spiegato l’ intero scenario di cosa é successo in Spagna durante il periodo di Salvador Dali, e quando la sua ragazza o moglie é morta, é stata seppellita in una cassa con la mano che usciva di fuori, e ció che doveva succedere alla sua morte é che doveva essere seppellito vicino a lei con la mano che si univa alla sua. E lui é ancora nel museo, e lei lo sta aspettando, e la ragione della Mona Lisa é che tutto ció che ha fatto Salvador Dali, c’é sempre qualcosa sul dipinto che lui usa sullo sfondo, una piccola cosa che piace.
Non é riguardo al bere questa volta, ahhhh.
MR:: Il gruppo ha un nuovo album (black eyed sons), e tu un nuovo album solista! Cosa ci puoi dire di queste due nuove uscite?
SP: Il nuovo disco contiene 3 cd. Uno é un live registrato a Londra. Il nostro manager voleva fare qualcosa di speciale per i nostri fans visto che é il trentesimo anniversario della band. Siamo andati in studio e abbiamo registrato 16-17 canzoni, ma poi ci siamo detti: “mettiamo 10 canzoni sul disco, perché c’ é già un sacco di materiale sopra.” Ai giorni nostri alcuni gruppi mettono 20 canzoni su un album, ma andiamo é troppo. Per i soldi che ti pagano é un grande contratto. Il mio album solista si chiama “100% pure Frankie Miller”. É cominciato tutto 4-5 anni fa quando ho incontrato la moglie di Frankie. Frankie é il mio eroe. É uno dei più grandi songwriters. Sua moglie é venuta a diversi concerti dei Quireboys, e un giorno mi ha detto che aveva qualcosa come 300-400 demos che lui aveva registrato in casa e nessuno aveva sentito. Quindi ho preso 16-18 canzoni per l’ album. Non volevo fare un album tributo. Tutti quelli che suonano sul disco sono collegati a me o a Frankie. Sono veramente felice e se tutto va bene a Settembre faremo qualche concerto.
MR: Se potessi scegliere un solo ricordo di questi ultimi 30 anni, quale sarebbe e perché?
SP: Ovviamente direi quando siamo andati in tour negli States, e quando ci é stato chiesto di aprire per i Rolling Stones nello stadio della mia città Natale Newcastle. Siamo arrivati il giorno prima e ho trascorso tutta la giornata sul terreno di gioco.
Da quella volta ho avuto l’ onore di scrivere una canzone per Sir. Bobby Robson che ha allenato il Newcastle.
MR: Andrete in tour anche nel Nord America! Secondo te, quale differenza c’ é, se c’ é differenza, tra il panorama rock europeo e americano ai giorni nostri?
SP: Siamo andati un sacco di volte in tour in America, ma quando sei un inglese e sei circondato da americani non é facile. Ho vissuto lì per 15 anni e ho avuto una ragazza americana. Mi ha portato alle riunioni degli alcolisti anonimi, ahhhhh LOL! In California se bevi un drink nel pomeriggio pensano che sei un’ alcolista, ahhhhh! Abbiamo suonato al Monster of cruise due volte. É andata così bene che il nostro promoter ci ha detto che avremmo dovuto fare un tour. É una tournée molto lunga, non ci sono molti giorni liberi!
MR: Vuoi dire qualcosa ai tuoi fans italiani?
SP: Amo l’ Italia. Mi piacerebbe comprare una casa quassù. Non abbiamo suonato abbastanza in Italia perché abbiamo avuto troppi agenti. A stasera.
MR: Spike, grazie di nuovo per essere stato con noi oggi!
© 2014, Alessandro Lifonti. All rights reserved.
Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli