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Michael Monroe – Intervista

Michael Monroe – Intervista

13 Giugno 2014 11 Commenti Alessandro Lifonti

alessandro_lifonti_michael_monroeintervista a cura di Alessandro Lifonti

versione inglese

Domenica 18 Maggio 2014: devo intervistare Michael Monroe al Legend di Milano prima del suo concerto. Intervista fissata per le 17.30! Sono un po’ nervoso quindi per sicurezza parto un po’ prima da casa, e arrivo al locale verso le 16.30! Appena varco i cancelli del Legend mi trovo un bellissimo giardino davanti a me, con tanto di gazebi e gente che sta ancora pranzando. Poco più in là vedo un tipo sdraiato a torso nudo su un’ amaca. Sta mangiando delle patatine fritte e canticchia qualcosa. Lo scruto attentamente….azz, é proprio lui: Michael Monroe! Il suo manager me lo presenta, e ci sediamo ad un tavolino un po’ appartati dal resto del suo staff. Prima d’ iniziare l’ intervista, estraggo dal mio zaino il libretto di un suo disco (whatcha want) per farmelo autografare. Prendo il pennarello , ma é scarico….porca…..!
Lui mi dice “non fa niente”…..apre la sua borsetta (sì, proprio una borsetta), e tra lo smalto, il rimmel, e il rossetto, ecco apparire un pennarello….idolo! Mi scrive una dedica sul libretto, e poi ci disegna dei cuori e delle note musicali…..LOL!
Da qui inizia la pittoresca intervista. Ps Avevo preparato molte più domande per Michael, ma avevo solo 15 minuti di tempo, inoltre le sue risposte sono state molto esaurienti e ha cantato per circa 4-5 minuti…..ahhhhhh! Leggete con calma 😉

INTERVISTA

MR: Michael, hai cominciato con gli Hanoi Rocks nel 1979. Ti ricordi ancora i primi giorni della band, e se sì, cosa ti piacerebbe raccontarci di quei giorni?

MM: Tutto é cominciato quando io ed Andy MCcoy ci siamo incontrati. Stavamo cominciando a progettare il gruppo, e lo sai, ci é voluto qualche anno. Ci siamo incontrati nel 1976 o 1977 e ci sono voluti due o tre anni per avviare il tutto. I primi giorni c’ erano altri membri nel gruppo. C’ era Nasty Suicide. Io e Nasty abbiamo fatto alcune date insieme ad altri tre ragazzi finlandesi sotto il nome Hanoi Rocks. Andy era in un’ altra band a quel tempo e stava facendo un sacco di soldi…..vendevano oro in Finlandia. Il piano era quello di lasciare la Finlandia. Quello era il primo passo. Volevamo andar via dalla nostra terra. Così ci siamo trasferiti a Stoccolma. Vivevamo per strada. Io, Nasty e Sammy vivevamo per strada, Andy viveva in una casa. Io e Sammy eravamo come fratelli….così é come mi sento ancora. Nasty non suona più rock ‘ n’ roll. Non ho idea di cosa stessi facendo all’ epoca, tutto ció che sapevo era che dovevo seguire il mio cuore. Andare per quella strada. Ero un senza tetto con niente da perdere. Tutto quello che avevo era una scatola e una valigia e in un certo modo quello é stato il periodo più felice della mia vita. Sapevo che dovevo guadagnarmi da vivere con quella band. Non ho bisogno di molto per essere felice.

MR: Ti sei trasferito a New York nel 1985. Hai scritto diverse canzoni sulla grande mela. Cosa significa per te New York?
MM: É ancora una delle più grandi città del mondo. In qualche modo é la mia città Natale. Ho vissuto a Manhattan per 10 anni nello stesso appartamento. Quello é stato il periodo migliore della mia vita. Amo New York e sarà sempre parte di me.

MR: Hai lavorato e suonato con musicisti fenomenali durante la tua carriera, e ovviamente tu sei uno di loro. Qualche ricordo che vuoi dividere con noi?
MM: Una delle cose più fighe é stata quando dal nulla mi ha chiamato Steven Tyler . Aveva avuto il mio numero dal ragazzo del soundcheck nei primi anni. “Michael Monroe? Sono Steven Tyler! Voglio lavorare a del materiale!” Io ho detto: “Cosa?????”. Poi mi ha chiamato il suo capo e mi ha detto: “Abbiamo dato il tuo numero a Steven. Spero che non ti dispiaccia!” E io: “Ovviamente non mi dispiace!” Poi Steven mi ha chiamato ancora dicendomi: “Vorresti venire a suonare il sax con gli Aerosmith?”! Stavano facendo una Jam session al settantaseiesimo compleanno di Les Paul all’ hard rock café di New York city. Sono andato e ho suonato il sax. É stato un grande onore e una delle più grandi esperienze della mia vita. Jamming con gli Aerosmith….non potrebbe esserci di meglio. Inoltre Alice Cooper mi ha invitato tre volte a cantare alcune canzoni quando ha suonato in Finlandia.

MR: Quando riguardi indietro alla tua incredibile carriera, sei pienamente soddisfatto di tutte le cose che hai fatto o c’ é forse una piccola cosa che cambieresti?
MM: Se l’ avessi saputo meglio a quei tempi, probabilmente avrei fatto qualcosa in maniera diversa, ma ho fatto il meglio che potevo con la conoscenza che avevo a quel tempo, quindi non c’ é un punto in cui torni indietro e pensi “perché perché perché?”. Mi piace pensare che non ho rimpianti. Ovviamente ci sono un sacco di cose che cambieresti più tardi, ma sai, hai un solo colpo. Sono piuttosto felice di non aver venduto me stesso e la mia anima. Sono lieto di aver mantenuto la mia integrità.

MR: Voglio chiederti di una canzone chiamata “Keep our fire burning”. Credo sia una delle più grandi canzoni degli Hanoi Rocks. Perché non l’ avete messa su nessun disco?
MM: Beh, Andy ha scritto quella canzone nei primi anni ottanta. L’ hai poi passata ad un ragazzo giapponese. Negli anni a seguire quando io ed Andy abbiamo rimesso in piedi la band, quella song mi é venuta in mente e ho detto:”e riguardo a quel pezzo?” Così l’ abbiamo presa e fatta uscire come bonus-track su un singolo. (Ora Michael incomincia a cantarla).

MR: Sappiamo che Phil Lynott é il tuo eroe di sempre. L’ hai mai incontrato? Quanto la sua musica ti ha ispirato?
MM: La sua musica continua ad ispirarmi. Non ho mai avuto l’ opportunità di conoscerlo. É scomparso troppo presto. Ha una grande influenza su di me. C’ é una cover band dei Thin Lizzy nella città in cui vivo, e sono andato a suonare con loro una volta per divertimento. Abbiamo suonato “Killer on the loose” e “Johnny the fox”. Phil era unico. Il modo in cui cantava era come se parlasse raccontando delle storie. E credo che anche Elvis Presley fosse un fan di Phil. É stato il più grande di sempre. É un peccato che se ne sia andato così velocemente. (A questo punto Michael incomincia a cantare un pezzo di Phil Lynott).

MR: Se potessi recitare una parte in un film anni ottanta, che film sarebbe e perché?
MM: Non lo farei! Non sono un attore. Sono un rocker. Sarebbe solo in un film che parla della mia vita.

MR: Sei qui per promuovere il tuo nuovo album “Horns and Halos”. Cosa vuoi raccontare ai tuoi fans italiani in proposito e qual’ é il tuo programma per il futuro?
MM: Ohhhh, solo continuare a fare ció che sto facendo e cercare di farlo meglio. Horns and Halos é il secondo album di questa band. Questo disco é più un disco dell’ intera band rispetto a Sensory Overdrive. Suona più naturale e semplice. Ho dato molto più spazio al gruppo. Ai fans sembra piacere. Molte persone lo amano più del precedente. Incominceremo a scrivere il nuovo album in autunno.

MR: Ultimamente i tuoi ultimi albums hanno un suono più duro rispetto ai precedenti. “Life gets you dirty” e “Whatcha want” erano un po’ più melodici e vicini al sound degli Hanoi Rocks. Come riesci a continuare a cambiare da un sound ad un altro?
MM: Beh, sui miei ultimi due dischi c’ é una band. C’ é alchimia. Abbiamo messo insieme le nostre influenze. Credo sia dovuto ai musicisti. Adesso ho veramente un gruppo. É più definito. Ecco cos’ é. Sono veramente felice che ti piaccia “whatcha want”! Risate finali 😉
Michael Monroe

© 2014, Alessandro Lifonti. All rights reserved.

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