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Recensione

85/100

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Bruce Springsteen – High Hopes – Recensione

12 Gennaio 2014 10 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Rock
anno: 2014
etichetta: Columbia / Sony Music

Tracklist:

1.High Hopes (Tim Scott McConnell)
2.Harry's Place
3.American Skin (41 Shots)
4.Just Like Fire Would (Chris Bailey)
5.Down In The Hole
6.Heaven's Wall
7.Frankie Fell In Love
8.This Is Your Sword
9.Hunter Of Invisible Game
10.The Ghost of Tom Joad
11.The Wall
12.Dream Baby Dream (Martin Rev, Alan Vega)

Formazione:

Bruce Springsteen – voce principale, chitarra, armonica, piano, percussioni
Tom Morello - chitarra elettrica
Roy Bittan – piano, tastiera, fisarmonica
Danny Federici – organo, tastiera (tracce 2, 11)
Nils Lofgren – chitarra, cori
Patti Scialfa – cori
Garry Tallent – basso
Steven Van Zandt – chitarra, mandolino, cori
Max Weinberg – batteria (eccetto la traccia 8)

 

Ancora lui, Bruce Springsteen “The Boss” che torna a deliziarci con un nuovo studio album intitolato High Hopes. Il lavoro è il frutto della mente dello stesso Springsteen e dell’amico Tom Morello (Rage Against The Machine) e comprende una selezione di cover, brani mai pubblicati e riedizioni di classici del Boss. Penso che per questo lavoro la recensione Track By Track sia l’unico modo per cogliere la grandezza di questo album.

1. High Hopes – E’ la prima cover. Il brano originale era degli Havelinas, band punk-rock Losangelina degli anni ’90 ma in questa veste il brano si trasforma in un insieme di chitarre acustiche, elettriche, fiati e parla di speranza, futuro e sogni. Primo brano, primo centro.

2. Harry’s Place – Siamo di fronte ad una outtake di The Rising, ma sono sicuro che grazie al suo sound vagamente pop, ai suoi inserti di sax, al basso pulsante non avrebbe sfigurato su nessun album di Springsteen. Canzone tutta “parlata” con un solo di sax e diversi effetti sonori che lasciano il segno.

3.  American Skin(41 shot) – Un vecchio brano del 1999 riproposto in versione ballad, con un bellissimo assolo di chitarra di Tom Morello. La canzone è stata eseguita spesso nei live e parla dell’assassinio di un immigrato da parte della polizia americana, ucciso proprio con 41 colpi. Oltre sette minuti di pelle d’oca.

4. Just Like Fire Would – Seconda cover, questa volta della punk banda australiana The Saints, molto amata da Bruce. Il sound è molto rock ma ricorda più la carriera solista di Springsteen, hammond in sottofondo e chitarre acustiche in primo piano. Solito grande refrain.

5. Down In The Hole – Altra outtake da The Rising. Un brano di grande effetto che a tratti richiama I’m on Fire. Intro con cori quasi etnici, canzone struggente, per chi ama Springsteen nel lato più acustico è pura poesia. L’assolo di hammond è ad opera del grande Danny Federici. Stupenda.

6. Heaven’s Wall –  La storia narra che, prima di Wrecking Ball, il Boss volesse far uscire un disco gospel, poi l’idea fu scartata e rimasero solo alcuni brani nel cassetto. Ecco uno di quelli; un rock con inserti gospel. Bellissimi gli inserti di violino, e  il ritornello positivo (Raise Your Hands!) che entra subito in testa. Tom Morello fa ancora la differenza con un bell’assolo.

7. Frankie Fell In Love – Stavolta siamo di fronte ad uno “scarto” di Working On A Dream. Il brano è semplicemente stupendo; la chitarra acustica col violino che accompagna l’intro e l’esplosione del ritornello in pieno stile E-Street. Grande.

8. This Is Your Sword – Fuori dagli schemi “Springsteniani”, con inserti folk, tante cornamuse e banjo ma con la solita carica positiva che solo il boss sa dare.

9. Hunter Of Invisible Game – Dolce canzone outtake da Wrecking Ball, un brano tastiera e voce, un tributo a Bob Dylan, arricchito da una serie di archi e violini che sembrano parlare.

10. The Ghost Of Tom Joad – La canzone penso non abbia bisogno di presentazioni, in questa veste western-rock, con Tom Morello sugli scudi tra chitarra e voce, diventano sette minuti di rock potente con un assolo melodico e riuscitissimo. Bellissima.

11. The Wall – Un brano che è un capolavoro. Dedicato a Walter Chicon, leader dei The Misfists morto in battaglia in Vietnam, il brano è composto da una dolcissima chitarra arpeggiata e un pianoforte-tastiera in sottofondo. L’assolo di tromba è da pelle d’oca. Springsteen completa l’opera con la sua voce bassa e dannatamente coinvolgente. Proprio Il Boss dichiarò che questa canzone è “un tributo a tutti quelli che avevano tanto da dire ma che furono mandati a sparare e farsi sparare”

12. Dream Baby Dream – Si chiude con la cover dei Suicide, la parte “electro-punk” viene sostiuita da archi e violini e il solito Springsteen la fa diventare sua. Una canzone delicata, sofferta che fa sognare….quindi Dream Baby….Dream!!!

IN CONCLUSIONE:

Springsteen ci regala un’altra perla di bellezza. Se questi sono chiamati “scarti” ben vengano e se le cover sono così magistralmente eseguite che ci regali altre mille canzoni. Grazie Boss!

© 2014 – 2022, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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