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Recensione

80/100

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Impera – Pieces Of Eden – Recensione

08 Dicembre 2013 9 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Escape Music / Frontiers Records

Tracklist:

01. Beast Within
02. These Chains
03. All Alone
04. Smalltown Blues
05. Since You've Been Gone
06. Goodbye
07. Easy Come
08. You And I
09. This Is War
10. Fire And The Flame

Formazione:

Matti Alfonzetti - Voce
Tommy Denander - Chtarra
J.K. Impera - Batteria
Mats Vassfjord - Basso

 

Seconda uscita per gli svedesi Impera, che dopo il buon esordio di Legacy Of Life, confermano l’ottima vena creativa del loro fondatore ed artefice dei brani J.K.Impera con questo nuovo Pieces Of Eden. Affiancato dal grande Tommy Denander alla chitarra e dall’ormai consolidato Matt Alfonzetti alla voce, la band sforna un bellissimo album incentrato sull’hard rock melodico e grazie anche ad una produzione di altissimo livello non può che essere uno dei migliori prodotti dell’anno.

Il disco presenta un sound massiccio, a partire proprio dall’ hard di Beast Within’ dove Denander sfodera una prestazione divina con riff rocciosi, una ritmica indemoniata e un refrain da hit. Non sono da meno le seguenti These Chains e All Alone dove ancora la chitarra la fa da padrona e sembra di tornare diretti negli eightes; la prima col suo ritornello quasi AoR, la seconda col suo chorus strepitoso che ci rimane subito in testa. La blueseggiante Smalltown Blues col suo basso pulsante e la chitarra che sembra parlare è divertente e spezza il ritmo del disco. La ballad Since You’ve Been Gone è ancora su lidi bluesy, con cori e chitarre ritmiche pulite; l’assolo vale l’intera canzone. Stupenda! Si continua con Goodbye, cover di Paul Stanley, che ci riporta sui binari hard-rock, con un bel riff in pieno stile ottantiano, una melodia devota proprio ai Kiss e un Denander che ad ogni strofa ci risponde a colpi di note…Più “easy listening” la successiva Easy Come, dove la ritmica si fa sentire e la melodia è assoluta protagonista. You And I è forse la traccia più debole del lotto, un rock più melodico ma senza la grinta sentita nel corso del disco ed infatti non riesce a lasciare il segno, essendo comunque una buona canzone. This Is War ci ricorda che Denander è ancora un Dio alle sei corde, con un riff pieno e roccioso e un Matt Alfonzetti sugli scudi. La conclusiva Fire And The Flame è una power ballad massiccia che rotola pian piano fino al concludersi dell’album ,con ancora con una chitarra incentrata sulla ritmica e un basso che si fa notare…

IN CONCLUSIONE:

Un disco per chi apprezza il sound anni’80. Nessuna innovazione, ma grande classe e tanta energia per un classico hard rock che farà risvegliare gli animi di tanti appassionati.

© 2013 – 2018, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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