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Recensione

75/100

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Sparklands – Tomocyclus – Recensione

10 Settembre 2013 5 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Aor
anno: 2013
etichetta: Avenue of Allies

Tracklist:

1) The Game (3:44)
2) Skyline (3:12)
3) Joanne (3:53)
4) Oasis (4:20)
5) Shattered Dream (3:35)
6) Afterlife (3:30)
7) State Of Mind (3:37)
8) The Feeling Has Gone (3:58)
9) Sparklands (instrumental) (3:58)
10) Let Sparks Fly (3:36)
11) Lost In Space And Time (5:06)
12) Let It Out (4:06)
13) Open Your Eyes (4:17)
14) Tomocyclus (4:04)

Formazione:

Thomas Riekerk: Lead and backing vocals
Robert 'Ty' Riekerk: Acoustic, electric guitars and keyboards
Simon Gitsels: Synthesizers and keyboards
Minco Eggersman: Drums, percussion, synthesizers and keyboards
Martijn Groeneveld: Synthesizers and keyboards

 

 

La musica è sempre stata tutto per Thomas Riekerk e suo fratello Robert Riekerk, due compositori cresciuti in Olanda a suon di Bad English, Giant, Toto e Foreigner, e co-autori (tra le altre) della bellissima traccia “Testify To Love” degli Avalon.

I due, riuniti sotto il moniker Sparklands, pubblicheranno il loro album di debutto Tomocyclus il 20 settembre via Avenue of Allies, affiancati da Rolf Perdok alla chitarra, Rob Vermeulen al basso e Colin Lee Vermeulen alla batteria.

Sicuramente un buon disco di esordio, avvalorato da diversi pregi ma anche purtroppo penalizzato nel giudizio da qualche difetto piuttosto marcato. Prima di tutto, a colpirci positivamente è il songrwiting dei fratelli Riekerk, davvero molto ispirato su alcune tracce (che adesso nomineremo), sempre di livello medio-altro sulle restanti. Molto bene di conseguenza anche le atmosfere e il mood piuttosto rilassato di cui gode il prodotto, capace di colpire e affascinare l’ascoltatore senza mai affaticarlo e impegnarlo troppo, per un disco quindi leggero e sempre di facile assimilazione. Positiva infine la prova generale della formazione, coesa nell’obiettivo di dare vita a un album di chiara ispirazione AOR ottantiana, denso di melodie e tracce orecchiabili.

Ora i difetti. Difficile rimanere entusiasti in primis dai suoni di produzione, piuttosto caserecci e lontani dagli standard massimi di cui gode il mercato discografico odierno, tanto che si ha spesso la sensazione di ascoltare un prodotto più di fine anni ’90 che dei più recenti anni duemila. Altro evidente problema, la prova vocale di Thomas Riekerk, sì intonata ma anche non particolarmente espressiva, e un po’ troppo monocorde. Regalando il ruolo di frontman a un altro musicista, o quantomeno lavorando maggiormente sull’impatto vocale in fase di produzione, si poteva certamente ottenere qualcosa di più in termini di voto finale.

Resta quindi tra le nostre mani un prodotto di poco superiore al livello che solitamente giudichiamo medio, forte di qualche hit quale la bella e notturna Skyline e una Joanne in stile Journey che sicuramente appassioneranno i fans più accaniti del genere. Molto bene ancora brani quali la dolce e curata ballad Shattered Dream o State Of Mind, con l’ottima track strumentale Sparklands a fare da antipasto alle ancora piuttosto riuscite Let Spark Fly e soprattutto Let It Out, quest’ultima forse vero apice qualitativo di Tomocyclus grazie al suo immediato appeal sonoro e atmosferico.

 

© 2013 – 2022, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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