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Recensione

80/100

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Steve Lukather – Transition – Recensione

04 Agosto 2013 17 Commenti Lorenzo Pietra

genere: Melodic Rock
anno: 2013
etichetta: Mascot Records

Tracklist:

1) Judgement Day
2) Creep Motel
3) Once Again
4) Right The Wrong
5) Transition
6) Last Man Standing
7) Do I Stand Alone
8) Rest Of The World
9) Smile

Formazione:

Steve Lukather - voce e chitarra (1-9)
C.J. Vanston - tastiere (1-9)
Steve Weingart - tastiere(5, 9)
Renee Jones - basso (3)
Eric Valentine - batteria(6, 7, 8)
Lee Sklar - basso (1, 2)
Nathan East - basso (8)
John Pierce - basso (4, 6, 7)
Tal Wilkenfeld - basso (5)
Gregg Bissonette - batteria (2, 5)
Chad Smith - batteria (4)
Tos Panos - batteria (1, 3)
Lenny Castro - percussioni (2, 3, 6, 8)
Trev Lukather - chitarra (4)

 

 

A tre anni di distanza da All’s Well That Ends Well Steve Lukather ci delizia con questo nuovo Transition, con tantissimi ospiti di alto livello. L’album suona impeccabile; suoni perfetti, frizzanti con melodie azzeccate e, superfluo dirlo, una chitarra da pelle d’oca. La musica proposta passa dal classico AoR dei Toto, al melodic Rock, al blues….

….già dall’iniziale Judgement Day col suo rock malinconico il chitarrista lascia il segno; l’intro tastiere-basso con Steve che sembra parlare e il suo lento incedere pieno di melodia che esplode in un crescendo rock. Creep Motel è il classico rock-blues che tanto piace a Lukather e non servono tante parole per spiegarlo, mentre con Once Again ci troviamo di fronte al tipico sound dei Toto; pianoforte e chitarra per un lento classico, con un refrain semplice ma di grande effetto. Right The Wrong corre su sentieri più AoR con grande eleganza, a partire dal basso pulsante in primo piano, al piano in sottofondo che crea atmosfera, alla voce trascinante di Steve. Oltre sei minuti di poesia. La title track Transition è un pezzo strumentale e apre con una chitarra elettrica e sprazzi di tastiera, un pezzo quasi fusion con base rock dove Lukather si esprime in tutto la sua classe. La parte centrale acustica, l’assolo di chitarra, l’atmosfera cupa ci faranno sognare per tutta la canzone. Last Man Standing ritorna sull’AoR con atmosfere pop, suonando molto anni ottanta, col suo refrain che si stampa subito in testa. Do I stand Alone è un melodic rock più moderno con ancora un gran lavoro alle chitarre e il solito ritornello impeccabile. Rest Of The World, l’unico brano non scritto da Lukather, è un blues rock dove si respira Eric Clapton in tutti i suoi quattro minuti di durata. L’ hammond in sottofondo, la chitarra tagliente, i cori femminili in sottofondo….un pezzo veramente stupendo. Si chiude con la cover di Charlie Chaplin(!) Smile, riarrangiata in chiave rock. Pezzo strumentale che chiude un album veramente di alto livello.

IN CONCLUSIONE:

Steve Lukather si conferma un artista di classe; un album che ogni chitarrista rock dovrebbe avere nel suo scaffale. Classe, suoni perfetti, melodie per un “genio” della musica.

 

© 2013 – 2022, Lorenzo Pietra. All rights reserved.

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