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HiRock Festival 2013 – Day 2 – Il concerto annullato e l’avventura rock per eccellenza (pt.2)

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HiRock Festival 2013 – Day 2 – Il concerto annullato e l’avventura rock per eccellenza (pt.2)

23 Giugno 2013 4 Commenti Iacopo Mezzano

HiRock-Festival-2013-Chiemgau1Avrei dovuto parlarvi di una seconda giornata di HiRock Festival strepitosa, con FM, Rick Springfield, Survivor e Toto, e di una piccola località della Germania a nome Inzell che per due giorni si sarebbe dovuta tramutare nella perfetta Mecca dell’AOR.

Invece eccomi qui a riprendere il racconto di un non show (se vi siete persi l’articolo HiRock Festival 2013 – Day 2 – Il concerto annullato e l’avventura rock per eccellenza (pt.1) basta un clic qui) con la narrazione dell’impossibile viaggio di ritorno a casa, infinito, complicato, ma emozionante e all’insegna del puro spirito rock.

3 giugno 2013, ore 6 in punto. Due ore prima di quelli che erano i programmi previsti per il mio tranquillo viaggio di ritorno, suona la sveglia su una Germania sotto le acque come la città di Atlantide. Asciugo la solita bavetta ai lati della bocca che sempre accompagna i miei sogni e tiro su le tapparelle. Non piove. Una metà di me gioisce (dai che il peggio è passato!), l’altra metà impazzisce di rabbia e maledice uno ad uno tutti gli dei dell’Olimpo greco per aver deciso di far smettere il nubifragio oggi e non ieri, che magari il concerto non saltava.. (chiedo scusa se qualche politeista ellenico è rimasto offeso dalla mia bestemmia, non era mia intenzione.)

Preparati i bagagli in fretta e furia, trovo il tempo di fare una veloce colazione davanti alla tv, cercando di capire qualcosa di quello che dicono i telegiornali. Tra parole incomprensibili, osservo così le prime immagini di una catastrofe d’inondazioni nella mia zona e in mezza Germania, e inizio seriamente a preoccuparmi sull’andazzo di questa giornata e del mio ritorno a casa. Comunque, alle sette in punto e con l’ombrello finalmente nello zaino nonostante un cielo ancora plumbeo, salto sul primo bus per Traunstein, cittadina dalla quale dovrò poi prendere un treno locale per Rosenheim e da li cominciare ufficialmente il mio viaggio di ritorno destinazione l’Italia.

Mentre percorro la quindicina di km che mi separano da questa mia prima meta e guardo fuori dal finestrino paesaggi montani che con poche nubi sono davvero bellissimi, mi vengono in mente Capitan Andy e Paolo. Decido di mandare loro un sms per sapere come è andata la notte in auto e come procede il loro viaggio. La risposta che mi arriva dopo qualche minuto non è delle più incoraggianti, ed è del tipo: “Abbiamo provato a puntare verso Monaco di Baviera per fare il Brennero, ma ci dicono che il passo è chiuso e a Rosenheim è tutto allagato. Stiamo tornando verso Inzell sperando di poter passare dall’Austria ed entrare in Italia da Udine..” Ignaro delle mie future sorti mando loro un ‘in bocca al lupo’ mentre, sceso finalmente dal bus, mi dirigo in stazione.

Panico. Leggo i tabelloni e non c’è un treno che sia uno dato in arrivo. Machecazz.. afferro la mia valigia trolley e sfreccio dentro il centro informazioni delle Ferrovie Tedesche, terzo in coda dietro a due vecchi rimbecilliti che sono preoccupati (lo intuisco dalle espressioni) di come possono fare a raggiungere la società dove tutte le mattine si fanno un cicchetto e una partitina a ramino (ok, forse ho fantasticato un po’, ma dieci minuti di blablabla con l’operatore potevano risparmiarseli..). Arriva il mio turno e in un inglese rigorosamente maccheronico dico: ‘non c’è un treno a pagarlo oro, come arrivo in Italia?’. Il tizio ride e risponde pacifico: ‘no way (non c’è modo)’. Fingo una risata, quella tipica che si usa per dare dello scemo a qualcuno. Lui contraccambia con la stessa moneta, e mi ride di nuovo in faccia. Caspita, ho un avversario della mia portata.
‘No bus, no train, nothing de nothing?’, domando con fare ancora italianissimo. ‘Nothing’ è la risposta, condita da nuove risate e sguardo furbo al collega, che mi guarda e ride pure lui. Sopprimo la voglia di scavalcare il bancone e sfasciargli quelle teste di **** (anche perchè son grossi e son già tanto stanco che le occhiaie mi accarezzano l’ombelico) e ci riprovo: ‘So, how can I return to Italy? Is everything under water? (quindi, come posso tornare in Italia? E’ tutto sott’acqua?)‘. Colpiti nell’orgoglio nazionalista, i due spengono il loro sorriso (vittoria!!) e con facce da funerale mi dicono che si, tutto è sotto l’acqua del lago Chiemsee. Ferrovia, autostrada, cittadine, tutto. E mi consigliano di rimanere a dormire li altri due giorni, che forse la situazione in quell’arco di tempo migliorerà.

Non vi sto a descrivere la mia faccia. Sfoggio il mio (finto) lato cortese e rassegnato, e li saluto. Mi pare di sentirli di nuovo ridere alle mie spalle, forse è la mia fantasia (o forse no), fatto sta che non ho voglia di prendermela e, arreso, me ne vado fuori dalla stazione, sedendomi su una gradinata. Li, sconsolato, penso come fare per tirarmi fuori da questa situazione. Visto che tornare a piedi la vedo un po’ lunga, gioco l’ultima carta nella mie mani e telefono a Capitan Andy per vedere se è riuscito almeno lui ad arrivare da qualche parte. Mi risponde Paolo, l’amico, dicendomi di chiamarlo sul suo cellulare perchè quello di Andy si sta scaricando. Lo chiamo e, bontà divina, scopro che sono in autostrada molto vicini a dove sono io. Gli spiego la situazione e, senza neppure che sia io a chiederlo, si offrono di venirmi a prendere e di ospitarmi nella loro Multipla nel tentativo di tornare sani e salvi a casa.

Taglio più corta possibile questa parte di storia perchè ha davvero del tragi-comico. Sapendo di dover aspettare almeno una ventina di minuti, mi offro nel frattempo di incamminarmi in direzione dell’uscita autostradale più vicina, così da venire loro incontro. Cammino per circa 2-3 km (non scherzo) e non li vedo più arrivare. Telefono a Paolo che mi dice che sono fuori dall’autostrada, a Traunstein, ma non riescono a trovare neppure la stazione dove ero prima, figurarsi me che ormai sono disperso nella campagna tedesca (scoprirò poi che stavo andando nella direzione opposta a quella percorsa da loro..). Allora decidiamo di ritrovarci a Traunstein, sempre dalla stazione. Faccio marcia indietro sul mio cammino, provo a fare autostop, ma nessuno mi carica su. Dopo un po’ arrivo a una fermata del bus e, botta di fortuna mostruosa, arriva il mezzo proprio in quel momento. Pago il biglietto, salgo su, e cinque minuti dopo sono di nuovo alla stazione. Di Andy e Paolo manco l’ombra. Li chiamo, mi dicono che sono ancora a caccia della ferrovia, di leggere loro la via impronunciabile in cui mi trovo così che possano inserirla nel navigatore. Ci proviamo ma, dopo vari tentativi di spelling, non si trova. ‘Ok, ditemi dove siete voi così vi provo a raggiungere io’. Risposta: ‘siamo sotto un campanile più alto degli altri, a punta e con una sfera dorata sotto la croce’.

Immaginatevi me che vago per minuti e minuti per le vie di una cittadina sconosciuta, con il naso all’insù alla ricerca di un campanile.. vi siete fatti una bella risata? Giusto così, me la faccio anche io. Fatto sta che alle 10 del mattino in punto, circa due ore dopo la nostra prima telefonata e dopo un via-vai tra vicoli, strade, parchi e stradine, scorgo il benedetto campanile e, come un’oasi per un disperso nel deserto, la Multipla grigia con a bordo Andy e Paolo. Lancio in auto la valigia e lo zaino pieno di dischi (ma vuoto di cibo, avrò tempo poi per morire di fame..), saluto i miei ritrovati compagni di disavventure, mi accomodo sul sedile centrale dei tre anteriori dell’automobile, e alle 10 e venti partiamo destinazione.. un benzinaio che abbia del metano, visto che così è alimentata la mitica FIAT. Il più vicino nella direzione di Salisburgo? Ce lo trova al telefono il fratello di Andy, è a Puch, in Austria. Lo abbiamo impostato nel navigatore satellitare..

mappa_modificato-1

le lettere sono invertite (si va da da B ad A, scusate l’errore), comunque ecco l’itinerario da me percorso dalle sei del mattino, ora del risveglio, alle 10 e 20, momento in cui trovo Andy e Paolo.
Ah, lo vedete lo Chiemsee, il mega lago? Ecco, immaginarlo sopra l’autostrada rende bene l’idea del perchè punteremo il più in fretta possibile verso est..

(CONTINUA..)

© 2013, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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