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HiRock Festival 2013 – Day 2 – Il concerto annullato e l’avventura rock per eccellenza (pt.1)

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HiRock Festival 2013 – Day 2 – Il concerto annullato e l’avventura rock per eccellenza (pt.1)

12 Giugno 2013 13 Commenti Iacopo Mezzano

HiRock-Festival-2013-ChiemgauAvrei dovuto parlarvi di una seconda giornata di HiRock Festival strepitosa, sulla carta forse ancora più bella della prima (che, e credo sia giusto l’appunto, ho vissuto anche io assieme a Lorenzo, condividendo le sue stesse entusiastiche emozioni e sensazioni). Avrei dovuto raccontarvi degli FM e del fenomeno vocale Steve Overland, di un Rick Springfield venuto dalla sua Australia per incantare il popolo tedesco, dei Survivor sul palco con i loro due leggendari cantanti, dei Toto e di uno show dalla setlist pazzesca per il loro trentacinquennale, e di una piccola località della Germania a nome Inzell che per due giorni si sarebbe dovuta tramutare nella perfetta Mecca dell’AOR.

Invece, con il cuore che dopo una settimana è ancora a pezzi, devo raccontarvi di un evento annullato prima del suo inizio e di tanta, tantissima pioggia a rovinare i programmi di un concerto ma soprattutto la tranquilla esistenza degli abitanti di diverse magnifiche località della regione tedesca dello Chiemgau. Una vera tragedia che ho vissuto in prima persona (fortunatamente senza conseguenze fisiche, se non tanta delusione e rabbia) e che indirettamente mi ha portato a vivere un’esperienza e un viaggio di ritorno a casa a suo modo emozionanti e all’insegna del puro spirito rock.

Tutto ha inizio il mattino del giorno dello show, data 2 giugno. Non sono un dormiglione di natura, e già alle 07:30 saluto quel bontempone di Morfeo e decido di risvegliarmi dai miei sogni. Ancor prima di tirare su le tapparelle delle finestre della mia ferienwohnung a 800 metri dalla Max Aicher Arena (la sede del concerto) tendo l’orecchio per ascoltare se finalmente la continua e forte pioggia dei giorni precedenti ha deciso di lasciare la vallata. Niente da fare, il tipico suono del temporale fa immediatamente compagnia al (leggero) fischio agli orecchi post-prime file della sera precedente, e ho il primo brutto presentimento che qualcosa oggi non debba funzionare. Stropiccio gli occhi, sgranchisco i miei arti intorpiditi, e mestamente decido di guardare al di là delle finestre. Questo lo “spettacolo”..

Inzell pioggia

Vi assicuro che l’immagine non rende perfettamente di quanta dannata pioggia stesse cadendo in Germania da 48 e più ore. Un vero muro d’acqua.

Una ventina di minuti dopo sto facendo colazione in compagnia di Facebook e del mio tablet (dovete sapere che le circa 12 ore di viaggio in treno e bus che separano Genova da Inzell me le sono fatte completamente in solitaria, guidato dal solo amore per il rock..) e posto in bacheca un già eloquente “piove che Dio la manda..”, condito poi da una serie di ignari ‘mi piace’. Pensate che meno di 24 ore prima sfottevo gente e me la tiravo come un pavone perchè ero in viaggio verso l’Hi Rock.. what the Hell!! Comunque, visto che le sfortune non vengono mai da sole, tac, mi salta completamente la connessione wi-fi e mi ritrovo per la prima volta dalla mia partenza veramente solo.

Non mi perdo assolutamente d’animo, anzi, non nego che forse le tante ore senza internet che vivrò da qui in avanti (tanto perchè lo sappiate, la rete ripartirà solo in Italia, tra quasi 2 giorni e centinaia e centinaia di caratteri di questo articolo) saranno poi tra le migliori dell’intera quattro-giorni oltre confine. Così mi vesto e, un matto, decido di affrontare il temporale con il mio piccolissimo ombrello per andare a fare una bella passeggiata. Trovo un panificio aperto anche se è domenica (non è che la fortuna magari..) e scopro che Inzell è un paesino davvero grazioso. Con le scarpe e i vestiti ormai zuppi faccio per iniziare a tornare a casa quando, tagliando per un’altra stradina, mi imbatto in questo..

fiume inzell

Dentro di me penso: “questo doveva essere un torrente, un piccolo torrente.. se una cosina così sta per straripare non è che..”. No. Cancello subito il brutto pensiero (e sono già due..) dalla mia mente. Ok, questa regione non è che un insieme di tanti fiumi e poi laghi, ma no, una cosa così non può succedere proprio il giorno in cui devono suonare i miei eroi..

Con la mente però ancora non del tutto serena torno al mio appartamentino, leggo un po’, mi guardo un film in tedesco alla tv (fortuna vuole che l’avevo già visto, se non non c’avrei capito un acca..), faccio un buon pranzo a base di pasta e altre robette che mi ero portato da Genova, mi preparo e mi dirigo all’Arena, camminando ancora sotto il diluvio lungo un chilometro scarso di strada inzuppata che mi fa serenamente (si fa per dire..) arrivare all’ingresso del concerto ancora una volta scolo fradicio.

Entro alla Max Aicher alle 15 meno 10 circa e non mi perquisiscono ne controllano i biglietti. Ancora una volta penso: “brutto segno..” (e tre..), ma è un presentimento strano che voglio subito cancellare dalla mia mente, tuffandomi testa e fondo schiena nelle belle bancarelle di CD e magliette per fare un po’ di spesa.

Ore 15:45. Mentre sto esaminando un vinile dei Boulevard (che poi comprerò), un tizio sale sul palco e attacca a parlare in tedesco. Manco a dirlo non ci capisco niente ma intuisco un qualcosa del tipo: “Piove che Dio la manda.. (si ok, questo l’avevo già detto ore fa io però..).. c’è casino per le strade e le autostrade, non si sa se tutte le band riusciranno ad arrivare all’Arena. Lo show comunque va avanti. Nel mentre cerchiamo di capirci un qualcosa pure noi, ecco a voi una leggenda del rock tedesco pronta a tenervi compagnia.. i The Hurricanes!!”. Immaginate ora la mia faccia con un espressione del tipo: “Beh, chi cazzo sono questi?!”. Ecco.
Sti poveracci si rivelano poi essere una (pure brava) cover band di classici rock, che per un’ora (!!!!) ci martellerà non vi dico cosa con riproposizioni di pezzi dei Creedence Clearwater Revival, Pink Floyd, Queen, etc, etc, con i tedeschi assatanati sotto il palco manco ci fosse il Messia, e tutti gli stranieri con le mani nei capelli e gli sbadigli al passeggino a stropicciarsi gli occhi per non crollare addormentati, con la noia a punzecchiarci infida e bastarda ad altezza costole e la rabbia a muoverci dentro, perchè ogni minuto suonato da sti simpaticoni vale esattamente un minuto in meno di show degli FM.

Finiscono intorno alle 16:30 e (per la prima volta in tutta la giornata) si accende in me la speranza che qualcosa forse inizierà a muoversi. Magari non suoneranno gli FM, su questo sì mi sono arreso, ma Springfield e gli altri sicuramente ora saliranno on stage e ci delizieranno con il loro rock, lo sento. E invece, accolti da un boato che neppure Maradona sapeva raccogliere al San Paolo, sempre loro, i ”mitici” The Hurricanes, riprendono a suonare per la gioia de.. dei tedeschi.

Felici loro, contenti tutti. Io prendo e vado alla toilette, che almeno li qualcosa da fare forse lo trovo.. Mentre mi sto avvicinando sempre più alla stanzetta con i bagni (lo sento soprattutto dall’odore) mi suona il cellulare. E’ Bruno Kraler (Laneslide, Brunorock..) che mi chiama per dirmi che è anche lui bloccato nel traffico e non sa se e quando riuscirà ad arrivare al concerto assieme al Guario e alla comitiva italiana. Mi chiede se ho informazioni sul concerto e se è vera la voce che circola su internet che solo i Toto suoneranno visto che gli altri non sono riusciti ad arrivare, ed è li, in quel preciso istante che capisco che qualcosa davvero non va (sensazione negativa numero 4) e che questo secondo giorno di HiRock Festival non s’ha da fare, ne ora ne mai.

Accade sempre e in questo preciso istante il miracolo che, e più avanti lo scoprirete, mi salverà da una permanenza sul suolo tedesco ben più lunga del previsto. Esattamente li dove mi sono fermato a rispondere al cellulare c’è un tizio italiano che, ascoltate le mie parole al telefono, mi domanda quali siano le notizie. Tra l’altro questo ragazzo, ho un flashback, l’ho incrociato ieri sera alla fine del concerto dei Whitesnake mentre ero con Lorenzo Pietra, e già allora ci siamo scambiati due parole sullo show appena concluso. Da cosa nasce cosa, iniziamo a chiaccherare e, forse anche in virtù dell’istinto da essere sociale che (dicono) l’uomo possieda, mi unisco a lui e al suo amico Paolo Lomba, e in trio torniamo all’interno dell’area concerti, dove gli uragani continuano senza sosta a suonare ormai da un’ora e mezza.

Chi mi conosce forse lo sa, sotto certi aspetti tendo ad essere un po’ un pavone, e cinque minuti dopo essermi unito ai due sono già li che gli domando: “ma ditemi, lo conoscete melodicrock.it?” e, ottenuta riposta affermativa, “sapete io sono Iacopo Mezzano”. Al che, mi trovo io spiazzato sentendomi rispondere dal tizio: “ma va, grande! Io sono Capitan Andy (per chi non lo sapesse, uno degli utenti che con più frequenza commenta i nostri articoli)!!” Fulmini e saette, va che il mondo è proprio piccolo!

Non c’è però tempo di consacrare questa conoscenza face to face con altre parole che la musica si ferma e sale sul palco un altro organizzatore, questo con tanta pancia (agli uomini con tanta pancia le dichiarazioni di petto.. si sa!) che, senza timore, ci dice: “il concerto è annullato a causa del maltempo, nessuna band suonerà, potete andarvene a casa e forse vi ridaremo i soldi dei biglietti, non ora, magari più avanti.. comunque per chi non volesse già andare via, i The Hurricanes fanno ancora qualche pezzo, buona serata!”. Qualche fischio, 10/15 vaffanculo in italiano (non eravamo mica pochi sapete..) e un altro boato dei tedeschi che non aspettavano altro di sentire ancora un po’ di musica dei loro beniamini. Urrà!!

Delusi all’inverosimile, quasi con le lacrime agli occhi e il cuore in fiamme, noi italiani ci raduniamo e decidiamo il da farsi (e io mando un sms a Bruno Kraler per dirgli di tornarsene tranquillamnente a casa.. gli salverò quasi la vita.). Ognuno ha qualche informazione da casa, dal cellulare o dalla radio, che va a completare un puzzle drammatico: siamo bloccati dal maltempo a Inzell. Vi spiego perchè. Per tornare in Italia, via auto, treno, bus, bicicletta, a piedi, in tricilo, sulle ginocchia, seguendo a nuoto il corso dei fiumi, etc.., bisogna per forza di cose passare da:

a) Il Brennero –> impossibile, il passo è chiuso e inoltre il lago Chiemsee (a 20 km in quella direzione) ha deciso di fare una passeggiata sulla ferrovia, sull’autostrada e tra le vie della bella cittadina di Rosenheim.

b) Vie e passi secondari direi alquanto impervii –> tutti i fiumi han straripato, sarebbe quasi come decidere di attraversare a nuoto la Manica

c) passare dall’Austria via Salisburgo –> ci dicono che anche li tutto è andato o sta per andare a bagno.

Soluzione: fare la nanna a Inzell, poi domani si vedrà. Ok, per me zero problemi, l’appartamento l’ho ancora.. ma i poveri Capitan Andy e Paolo che son venuti in auto??!! Beh, lasciata l’area dei concerti io ci provo a farli ospitare da me, in una stanza del mio appartamento, ma la padrona gentilmente (davvero) ci comunica che non c’è più posto nella sua casa. Poi chiama il marito e vede se, cercando su internet, è possibile trovare una soluzione per i due. Niente di niente, tutto pieno, e Germania bloccata. Allora via, li accompagno prima a bussare a qualche hotel o pensione (non si sa mai..), ma è realmente tutto pieno. Al che i miei compagni di disavventura decidono di tagliar la testa al toro e dormire in macchina, pazienza il freddo e l’umido, l’han già fatto e la loro mitica Fiat Multipla è ben più che ampia. Alla fine, per loro una saggia decisione: si fossero messi per strada di notte con quel tempaccio chissà come andava a finire..

Giusto per non lasciarci così, con un ciao detto sotto la pioggia, decidiamo di consacrare finalmente la nostra conoscenza di fronte a una buona pizza, mangiata in un localino gestito da un giovane e una biondina (la sua ragazza? Boh, a me sembra che per tutta la sera faccia la scema con degli omoni del luogo, ma magari è usanza così da queste parti e sono io che come sempre penso male..). Finalmente ci facciamo una lunga chiaccherata su rocker incontrati, intervistati, visti e sognati, sulle nostre vite e occupazioni, sul più e sul meno, e poi ci scambiamo i corrispettivi numeri di cellulare con la promessa di contattarci non appena sopravvissuti da questo inferno e tornati in Italia (tenete a mente quest’ultimo dettaglio, sarà fondamentale per il corso degli eventi).

Quindi intorno alle otto e trenta di sera, le nostre strade si dividono con il mio ritorno in appartamento per la notte e con il loro ingresso in bagagliaio, sempre per la nottata. Poveracci.. Ma chissà, magari l’alba di un nuovo giorno ci farà per forza di cose reincontrare?! Tranquilli, lo scoprirete nella prossima puntata della mia cronaca dettagliata del NON Festival. Ma prima..

The Hurricanes

.. a voi una bellissima foto dei The Hurricanes, visibili in tutto il loro splendore!!! I-D-O-L-I .

 

(CONTINUA..)

PS. La tipa nella foto non è una componente stabile dei The Hurricanes, figuratevi un po’ se sti disgraziati potevano permettersi una corista.. è una di li, o una che è arrivata con un canotto, che gli ha fatto la gentilezza di saltare sul palco a cantare per calamitare un po’ di attenzioni. Obiettivo peraltro direi raggiunto, vai baby!

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