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01 Maggio 2013 6 Commenti Iacopo Mezzano
genere: Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Dust On The Tracks Records
Tracklist:
1. This Is Rock'n'roll, Wankers!
2. Fly To The Rising Sun
3. Midnight Hour
4. Could You Love Me
5. Wastin' Miles
6. Church Of Clay
7. Mountain High
8. Cold White Love
9. A Spark From The Sacred Fire
10. Prince Of Moonlight
11. Till It Bleeds (Bonus Track)
12. Broken Uncles Inn (Bonus Track)
Formazione:
Matteo Bizzarri - Guitar
Filippo Cavallini - Bass Guitar
Federico Di Marco - Vocals
Alessandro Duò - Organ and Keys
Vincenzo Zairo – Drums
“Il vero hard rock classico è morto, band come Deep Purple o Led Zeppelin mai le avremo più!”. Quante volte abbiamo detto, o abbiamo sentito dire, queste parole parlando di formazioni, album, progetti e qualsivoglia affare musicale?
A muoverci un dubbio e a rendere un po’ meno verità imprescindibile questa comune affermazione sono oggi i Voodoo Highway da Ferrara, Italia. Si, avete capito bene, una formazione italiana è in corsa per la palma di top act 2013 in campo di hard rock classico, e Showdown, il loro nuovo album uscito il 26 aprile per la Dust On The Tracks Records, è un vero piccolo capolavoro tutto da scoprire..
Un disco che profuma di antico e di puro, e che racchiude al suo interno la vera essenza del rock passionale e fatto da carne e non da macchine. Nulla è studiato a tavolino, ogni nota è un flusso dall’anima che si trasforma in poesia. Dieci (più due bonus track) brani che si influenzano sì di Deep Purple, Uriah Heep e leggende varie, ma che si evolvono verso strutture tanto personali quanto originali, in un apocalisse di emozioni a confronto che ad oggi non ha eguali sulla scena internazionale, quantomeno tra le band considerabili emergenti. Canzoni dove l’organo hammond e le tastiere di Alessandro Duò non sono messe li tanto perchè ci devono stare, ma perchè occorrono per completare una sensazione, e tracce dove la chitarra di Matteo Bizzarri non ha una posizione di rilievo perchè è così la prassi, ma perchè ogni tocco di corda ha un qualcosa da raccontare. E ancora, abbiamo un basso caldo e sensuale (di Filippo Cavallini) ad accompagnare la batteria classica e magnetica (di Vincenzo Zairo) per dare ritmo e carattere vero alla magia, mentre il vocalizzo di Federico Di Marco racconta storie e muove i flussi come una brezza di mare le acque cristalline di un lago di montagna..
Showdown prende il via con This Is Rock’n’roll, Wankers!, inno di saccente rock settantiano, per farci poi volare sulle ali del tempo con la bella Fly To The Rising Sun, dove l’organo si abbina alle chitarre e poi alla voce in un tutt’uno di magia pura. Il refrain di Midnight Hour è il primo vero apice di questa produzione, mentre è il carattere e il carisma del cantante Di Marco a venire fuori preopotente in Could You Love Me. Capolavoro vero, di quelli che non si sentivano da anni, la traccia già singolo Wastin’ Miles, bellissimo viaggio sulle strade dell’emozione rock, e ancora grandiosa per ritmo e sound di chitarre e strumenti Church Of Clay, con l’aggressiva, rocciosa e prestante Mountain High a chiudere un super terzetto dell’album. Sul finale, sprizza energia e carica da ogni nota Cold White Love, seguita poi da una A Spark From The Sacred Fire di grande personalità e di caldo appeal, e da una conclusiva Prince Of Moonlight che mette la firma e i puntini sulle i a questo album-poema della purezza delle melodie del vero classic hard rock.
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