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31 Maggio 2013 8 Commenti Denis Abello
genere: Hard Rock
anno: 2013
etichetta: AFM
Tracklist:
01. Graveyard city
02. Tears in the rain
03. Heart of Babylon
04. Cry for love
05. Alissa
06. The ghost in your heart
07. Bane of my existence
08. More than one way home
09. The killer in you
10. The saint and the sinner
11. Victim of love
12. Open your eyes
Formazione:
David Readman – Voce
Alex Beyrodt – Chitarre
Markus Kullmann – Batteria
Mat Sinner – Basso
Jimmy Kresic - Tastiere
Terzo album per il combo Voodoo Circle, figlio dell’idea di Alex Beyrodt (ex Primal Fear, Sinner, Silent Force), che da progetto in studio nel corso del tempo ha saputo trasformarsi in una vera e propria band rodata e macinata che al momento vede tra le sue fila nomi di tutto rispetto quali quello di Matt Sinner, la voce dei Pink Cream 69 David Readman, Markus Kullman alla batteria e Jimmy Kresic alle tastiere.
Chi conosce la band sa che quello che mettono sul piatto è nient’altro che un sano Hard Rock di chiara matrice ottantiana e che rifà il verso ai migliori anni del serpente bianco. Non resta quindi altro da fare che buttarci nell’ascolto di questa loro nuova fatica.
Una potente sferzata di chitarra ci inchioda sulle note di Graveyard city e ci si aspetterebbe di sentire le corde vocali di Coverdale su questo pezzo, ma devo ammettere che anche Readman si trova dannatamente a suo agio su queste tonalità.
L’album da qui in avanti si gioca così sempre su sonorità mai troppo distanti dal classicissimo hard rock whitesnake style con una serie di brani tutti abbastanza riusciti e su cui su tutti spicca la prova vocale di David Readman, vero valore aggiunto di questo lavoro.
Ascoltatevi, per capire, la granitica Heart of Babylon, anche se forse i momenti più riusciti si ritrovano su pezzi meno potenti come il primo singolo Cry for Love o sulle note melliflue di Alissa o sull’avvolgente chitarra di More Than One Way Home per finire sui ritornelli di Victim of Love.
Notevoli comunque anche alcuni pezzi da ascoltarsi a “rotta di collo” come Bane of my Existence o The Killer in You così come la conclusiva Open Your Eyes.
IN CONCLUSIONE
Se proprio non puoi inventare niente di nuovo almeno quello che cerchi di reinterpretare fallo nel migliore dei modi possibili… ed è quello che hanno fatto i Voodoo Circle. Chiariamo subito che da questo More Than One Way Home non traspare nemmeno una nota di originalità, ma tanta bravura da una band in ottima forma quello traspare eccome.
Per gli amanti dei Whitesnake questo è un album da non farsi scappare con pezzi che non sfigurerebbero affatto nella discografia del serpente bianco e se quello che solitamente rischia di bruciare chi tenta di avvicinarsi alle sonorità care al buon vecchio David Coverdale è proprio il confronto con la sua ugola devo dire che da questo punto di vista David Readman non sfigura e anzi non fa rimpiangere minimamente il vecchio leone dell’hard rock… che l’allievo abbia superato il maestro? Forse no, ma almeno se l’è giocata alla pari.
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