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State Cows – The Second One – Recensione

28 Maggio 2013 3 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Westcoast
anno: 2013
etichetta: Avenue of Allies

Tracklist:

01 This Time
02 In The City
03 Mister White
04 Hard Goodbye
05 Scofflaws
06 I Got Myself Together
07 Finally Fair and Balanced
08 Center of the Sun
09 California Gold
10 Nineteen Eighty-One

Formazione:

Daniel Andersson : vocals, guitars
Stefan Olofsson : keyboards, synth bass
Peter Olofsson: drums
Lars-Erik Dahle: bass
Mikael Emsing: percussion
Marcuz Granberg, Christian Thomsen: backing vocals

Ospiti:

Bill Champlin: vocals on “Finally Fair and Balanced”
Michael Landau: guitar solo on “This Time”
Jay Graydon: guitar solo on “In The City”
Peter Friestedt: guitar solo on “Mister White”
Sven Larsson: guitar solo on “Hard Goodbye”
Ian Bairnson: guitar solo on “I Got Myself Together”
Peter Holmqvist: guitar solo on “Scofflaws”
Göran Turborn: guitar solo on “California Gold”
Samuel Muntlin: EWI solo on “Nineteen Eighty-One”
Pär Wretling: flugelhorn solo on “Mister White”, flugelhorn on “California Gold”
Per Bejstam: trumpets, flugelhorn on “In The City”

 

 

Se l’incredibile fascino della musica westcoast ha contagiato i vostri padiglioni auricolari avrete sicuramente sentito parlare del progetto svedese State Cows, formazione a due guidata dalle menti di Daniel Andersson (vocals, guitars) e Stefan Olofsson (keyboards, synth bass), che ha esordito qualche anno fa con un album omonimo di tutto rispetto.

Il duo ritorna sul mercato, come sempre fiancheggiato da un nutrito numero di ospiti, con il suo secondo prodotto discografico, intitolato semplicemente The Second One e già disponibile nei negozi via Avenue of Allies.

A fare da apertura all’album è This Time, che ospita Michael Landau nel suo bell’assolo di chitarra. Un grande produzione, fatta di suoni caldi e avvolgenti, dona carattere a un pezzo che raggiunge il suo apice sul ritornello, corale e splendidamente cantato da Andersson. In The City è un pezzo soft e dall’atmosfera soffusa e da tramonto rosso su uno skyline illuminato da luci al neon, dove è ancora la coralità del refrain, unita ad ottimi arrangiamenti, a impressionare l’ascoltatore. Eccezionale la traccia numero tre Mister White, avvalorata da un grandissimo lavoro di chitarre di Andersson e dell’opsite illustre Peter Friestedt. Sugli scudi qui anche il resto della formazione (e in particolare il bassista Lars-Erik Dahle), con grandi parti di tastiere di Olofsson che regalano tonalità di colore a un pezzo davvero da lode. E’ Sven Larrson ad accompagnare poi la band in Hard Goodbye, componimento raffinato, sognante e perfetto per un giro in auto d’estate lungo la costa, con Scofflaws che prosegue con sonorità e sensazioni simili, e con i soliti arrangiamenti pregiati e raffinati.

Inizia l’ipotetica side B dell’album con I Got Myself Together, componimento dal grande groove e dalle tastiere in primissimo piano, con Andersson perfetto nella sua interpretazione vocale, carismatica e passionale in un ritornello in puro stile Chicago. Ed ecco non a caso arrivare Bill Champlin a cantare nella bella Finally Fair and Balanced, canzone tutta feeling e appeal, pezzo pregiato di questa produzione tutto da assaporare ascolto dopo ascolto. Infine Center of the Sun e la power ballad California Gold (straordinariamente estiva quanto un pezzo dei The Beach Boys) fanno da grande anticipazione al brano di chiusura Nineteen Eighty-One, componimento dalla struttura simile alle produzioni dei primi Asia che donerà ulteriore valore a questo album praticamente perfetto di weastcoast anni duemila.

IN CONCLUSIONE..

Un’altra piccola gemma della nostra musica tutta da assaporare, nota dopo nota.. Gli State Cows hanno fatto di nuovo centro producendosi in un weastcoast AOR con davvero pochissimi eguali negli anni recenti. The Second One è un disco che trasuda di emozioni e magico appeal, e un prodotto fondamentale per la discografica di tutti gli appassionati di queste sonorità da tramonto su una spiaggia californiana..

 

© 2013 – 2022, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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