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18 Maggio 2013 5 Commenti Denis Abello
genere: AOR
anno: 2013
etichetta: Harmony Factory
Tracklist:
01. Fire *
02. Can’t Hide My Heart
03. Gonna Lose Her
04. Remember Yesterday *
05. Mercury Falling *
06. Amber Lee
07. Caught Between Life & The Light *
08. Invincible
09. Flying Too Close To The Sun *
10. Soul Of Fire *
11. SOS
* migliori canzoni
Formazione:
Peter Scallan – voce
Greg Hart – chitarra elettrica e acustica
Mike Nolan – chitarra elettrica
Ian Edwards – Basso, Hammond
Andy Stewart – Piano
John Tonks – Batteria
Basta dire MORITZ ed il cuore di fans in tutto il mondo comincia a battere all’impazzata… o forse no? Lo show business che ruota attorno alla musica segue regole che sicuramente alle volte possono essere difficili da comprendere.
La teoria mi dice che se sei un gruppo bravo, formato da ottimi musicisti che sanno scrivere e suonare buona musica e che riesce a mettere insieme un album di sicuro valore il successo è praticamente assicurato. La pratica dello show business dice che in un caso come questo probabilmente quel disco vedrà la luce con 20 anni di ritardo (leggi la recensione di Undivided per capire).
Questa in tre righe la storia dei MORITZ, un gruppo che per il sottoscritto dovrebbe dividere il piedistallo con i vari Journey, Survivor ecc. ecc. e che invece si trova per puro caso in corso di rinascita solo in questi ultimi anni. Meglio tardi che mai mi viene da dire!
Torniamo però ora a questo SOS che ci capita di avere tra le mani e lasciatemi dilungare ancora un momento, perchè se è vero che la parte importante e consistente è la musica, il compianto Steve Jobs insegnava che anche l’occhio vuole la sua parte e che anche il “pacchetto” deve essere in grado di emozionare in modo da rendere tutta l’esperienza un qualcosa di unico ed irripetibile.
I MORITZ così stupiscono dal primo secondo ponendo una cura in questo SOS che traspare già semplicemente avvicinandosi al pacchetto che andremo a scartare. Con estrema semplicità ma forte di una gran eleganza letteralmente il disco si dischiude nelle nostre mani ponendoci un CD con la serigrafia dell’orologio del Big Bang quasi a voler significare che “non è mai troppo tardi ed il tempo a volte si può anche far tornare indietro”. Bello inoltre il booklet che olte ai classici testi e ringraziamenti porta con se un commento della band per ogni pezzo che aiuta ancora di più ad immergersi in quello che è il mondo dei MORITZ.
Inutile dire che quando si parte con l’ascolto lo stato mentale è già dei migliori e sentire un Peter Scallan che letteralmente ci infiamma l’animo con un Buuurning che lancia il rock classico classico che ci regalano le note di Fire è un vero e proprio lancio verso lo spazio.
Il sound vintage giocato tra basso e tastiere ci conduce per mano su Can’t Hide My Heart ed il notevole solo di Mike Nolan alla chitarra fa il resto. Chitarra che ritroviamo in primo piano sulla successiva Gonna Lose Her, pezzo di facile ascolto scritto in 10 minuti contati.
Impareggiabile l’entrata in scena di Remember Yesterday, una linea di basso che tiene le danze ed una prova sublime di Scallan alla voce. Un brivido lungo la schiena corre quando Mercury Falling fa la sua apparizione, un omaggio a forse una delle band più impareggiabili del mondo, i Queen, ed alla sua voce Freddie Mercury. Una prova magistrale della band con i giochi di chitarre che riportano alla mente i migliori anni della Regina e di quel talento eccezionale che è Brian May. Scallan mai così emozionante come sulle note di questo piccolo capolavoro.
Amber Lee riporta sulle strade del rock con un pezzo vibrato e frizzante.
Ancora un altro momento di primo piano per Scallan e la sua voce su Caught Between Life & The Light, brano che in se raccoglie tutta la riffinata eleganza e ricercatezza che la band riesce a mettere in gioco. Basato su un’esperienza personale dello stesso Scallan e dedicato a tutti quelli che hanno patito le sofferenze portate dal contatto con l’Alzheimer.
Rock a profusione sulle note di Invincible e della sua dodici corde. La mente torna ai Queen sulle note di Flying Too Close To The Sun suprattutto grazie al tocco di chitarra ed all’ennesima prova fuori dal comune di Scallan. L’intro semi blues in Soul of Fire ci conduce verso la titletrack e conclusiva SOS, gran pezzo diviso teoricamente in tre parti, start of life, mid life e end of life.
IN CONCLUSIONE
Se fai una cosa perchè ti piace e basta è probabile che il risultato sarà qualcosa di veramente buono… o al peggio se anche fosse una schifezza, non te ne fregherà assolutamente niente del giudizio degli altri. Nel caso dei MORITZ per fortuna si ricade nella prima ipotesi perchè sono riusciti a fare qualcosa che gli piace veramente (e si vede) ed il risultato è assolutamente eccezionale.
Questo SOS è quello che ogni fans di un certo AOR di stampo british si aspetterebbe ai giorni nostri.
Un ottimo songwriting con quel giusto tocco UK che si traduce in un lavoro ricercato ma senza mai risultare troppo affettato e snob, un’esecuzione da manuale con la giusta dose di cuore ed il valore aggiunto di una voce come quella di Peter Scallan che ancora riesce a scaldare gli animi degli AorLovers.
Questo SOS è un album da assaporare ascolto dopo ascolto, ti colpisce al primo impatto e ogni nuovo passaggio ti regala quel giro di chitarra, quel gioco di voce o tocco di basso che non ricordavi e che riescono ogni volta a farti riprovare un brivido lungo la schiena… un album da amare!
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