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13 Marzo 2013 27 Commenti Andrea Vizzari
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Frontiers
Tracklist:
01. Walk Away
02. Learn To Live Again
03. Rise Up
04. Love Heals
05. What You Want
06. The Moment
07. Bad Boy
08. On The Run
09. Broken Wings
10. Shot
11. Still Believe
12. Still Unbroken
Formazione:
Jeff Scott Soto - Voce
Erik Mårtensson - Chitarre / Cori / Tastiere
Robert Säll - Tastiere / Chitarra
Magnus Henriksson - Chitarra
Robban Bäck - Batteria
Quando nel 2009 fu annunciato il progetto WET, il melodic rock non aveva ancora vissuto quel periodo di rinascita vero e proprio che sarebbe cominciato da lì a poco e che avrebbe visto proprio nel debutto di questo progetto la propria punta di diamante.
Ai quei tempi, del trio delle meraviglie formato da Erik Mårtensson, Robert Säll e Jeff Scott Soto, soltanto quest’ultimo godeva di una reputazione e di un fanbase tali da causare la febbre per l’attesa di un prodotto dalla qualità, poi confermate, assolute. Sappiamo poi quanto sia stato fatto successivamente con le loro band principali (Eclipse e Work Of Art) e con gli innumerevoli contributi nel songwriting di numerosi progetti proiettando sia Säll che soprattutto Martensson nel gotha del panorama aor/melodic rock odierno.
Quell’unione perfetta tra l’orecchiabilità e freschezza di un prodotto Aor con la “cattiveria” di un hard rock di stampo, ovviamente Talisman/Eclipse, ha fatto la fortuna di “Wet” ed era quasi scontato immaginarsi i tre musicisti riuniti una seconda volta per dare vita al suo successore, arrivato dopo ben 4 anni e intitolato appunto “Rise Up”.
Chiamati a raccolta gli amici Magnus Henriksson alla chitarra e Robban Bäck dietro le pelli (entrambi negli Eclipse) il terzetto aveva l’ingombrante peso di confermare il grandioso lavoro svolto nel precedente disco, e perchè no anche superare le aspettative e regalarci un’altra perla; dopo numerosi ascolti quest’ultima ipotesi era forse fin troppo esagerata in quanto impresa quasi impossibile constatando quanto i nostri si siano limitati “soltanto” a confermare una seconda volta il loro innato talento dando alla luce semplicemente un disco di ottima fattura, energico, granitico.
Si comincia con un trittico da urlo (seppur meno imponente del debutto) rappresentato da “Walk Away”, il singolo “Learn To Live Again” (in cui Soto duetta con Martensson) e la titletrack “Rise Up”, primi biglietti di visita confezionati in una scatola contenente la solita voce grintosa e graffiante di Soto, melodie ariose e mai banali, riff certosini ricamati dal solito Henriksson e ritornelli semplicemente perfetti che non faticherete a urlare dopo i primi due ascolti. A “Love Heals” spetta il compito di stupire ed emozionare l’ascoltatore con la ben rodata formula della power ballad in cui l’unico e indiscusso protagonista è Jeff Scott Soto, emozionante e delicato nelle strofe prima della classica esplosione nel ritornello in cui può esprimersi al massimo. Successivamente i ritmi si fanno più movimentati con delle midtempo come “What You Want”, “The Moment” e “Broken Wings”, in cui il gruppo sembra adagiarsi sugli allori senza strafare o cercare il guizzo vincente. Parliamo obiettivamente sempre di buone canzoni ma decisamente trascurabili. Il registro cambia decisamente con pezzi come “Bad Boy”, “On The Run” e “Shot”, autentiche bombe di hard rock melodico dal piglio decisamente ottantiano. Come non restare colpiti dal meraviglioso refrain “bombastico” di “Bad Boy” e dall’altrettanto trascinante refrain di “Shot” con tanto di assolo esagerato, senza dimenticare “On The Run” che per pochi minuti ci riporta al grande songwriting presente sul debutto.
A chiusura di questo “Rise Up” troviamo “Still Believe In Us”, seconda super ballad del disco con il solito Soto sugli scudi e la traccia finale “Still Unbroken”, tiratissima nel suo incedere dal sound fin troppo debitore agli Eclipse di Erik Martensson.
IN CONCLUSIONE
Aspettarsi un altro super disco come il debutto da parte di Soto, Martensson e Sall probabilmente era eccessivo e “Rise Up” ne è la prova lampante. Indubbiamente è un ottimo disco e sarà senza indugi uno dei migliori di tutto il 2013, un disco che molte band moderne si sognano di fare, suonato e prodotto come si deve ma…ma manca quella freschezza e quella novità che si potevano riscontrare nel debutto, più genuino e con molti più picchi creativi come “If I Fall”, “Invincible”, “One Day At A Time”, “Brothers In Arms” o “Comes Down Like Rain”. Certo in questi quattro 4 anni i membri del gruppo sono stati piuttosto occupati, quasi senza sosta, in tantissimi progetti (specialmente Martensson e Säll) quindi presumo che una volta riuniti per dare alla luce questo “Rise Up” si siano trovati con le pile leggermente scariche, ma un plauso va fatto comunque per il grandioso lavoro svolto.
Il gruppo si dimostra ancora una volta uno degli act più importanti del panorama melodico odierno consapevoli che, presi singolarmente o con le loro band d’origine, saranno in grado di regalarci altri lavori degni di nota tenendo vivo un genere che ha sicuramente bisogno di persone del loro calibro.
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