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Shannon – Circus of Lost Souls – Recensione

03 Marzo 2013 3 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2013
etichetta: Mad Association

Tracklist:

01. Ride To Live
02. Forever Now
03. Halfway To Heaven
04. Can't Stop The Rain *
05. Don't Get Me Wrong
06. Dust To Dust
07. Death On The Run
08. Let's Make Rock
09. Kick It Down
10. I Don't Need You Anymore
11. In Your Eyes
12. Drive Me Crazy
13. Smalltown Boy (cover)

* migliore canzone

Formazione:

Olivier Del Valle - lead vocal
Thierry Dagincourt - keyboards & backing vocals
Patrice Louis - guitar & backing vocals
Philippe Sassard - bass & backing vocals
Jean Marc Anzil - drums

 

Mi arrabbio quando ascolto album belli, dotati di un songwriting magari avvincente e ben ragionato, e mi trovo costretto a gettare nel cassonetto gli stessi a causa di una produzione raccappricciante. E questo è successo recentemente con i Wild Rose, e succede ora anche con i melodic hard rockers francesi Shannon. Uff.

Circle of Lost Souls, disco numero tre di questa formazione attiva già dal 1998 (ma vittima nel tempo di innumerevoli cambi di line-up), è uscito il 1 marzo per la misconosciuta label Mad Association, forte anche di ottime comparsate in duetto o come coristi di Harry Hess (Harem Scarem), Tony Mills (Shy, TNT), Paul Sabu, e componenti di Praying Mantis e Sideburn.

E poi? E poi quest’album sarebbe stato bello se non bellissimo, meritevole almeno di un voto/un voto e mezzo in più, se non ci fosse stata questa produzione terribile, dove le voci si mischiano a tastiere dal volume spropositato, e le chitarre stanno li, senza arte ne parte, tra una mediocre batteria (parlo sempre di suoni) e un basso quasi inascoltabile. Un quasi schifo totale che mi fa andare su tutte le furie, che mi spingerebbe a prendere e partire per la Francia per insultare qualcuno a caso, perchè è impossibile al giorno d’oggi, nell’era del computer e della qualità low-cost, continuare ad avere queste produzioni così abbozzate, impastate e inaudite. Tutto questo non ha un senso, sembra che la gente lo faccia apposta, che mi metta sotto il naso CD che mi piacciono ma impacchettati alla cazzo per farmi venire la nausea, così da vedermi sclerare. Tanto per farvelo sapere, non è divertente, e le mie coronarie vi stanno maledicendo.

Ma che valore può realmente avere ora il dire che la traccia Can’t Stop The Rain, proprio il pezzo dove la band è accompagnata da Hess, è una delle canzoni più belle che ho ascoltato in questo 2013? Come posso spingervi ad acquistare un album che ha sì uno stile bellissimo, molto hard rock americano, fatto da chitarre dal riffing straordinario e sempre in primo piano, da una sezione ritmica dirompente e da vocalità belle, altissime e intonate, ma poi il tutto si fatica ad ascoltare? Che pro avrei nel dirvi che la formazione usa qui al meglio la sua tecnica e che live questi pezzi saranno una bomba, quando in studio si ha un risultato simile?
Ma soprattutto, come faccio a dirvi senza rimorsi che tutto sommato però io un’ascoltatina al disco fossi in voi ce la darei, giusto per farvi rapire almeno una volta dalla super coralità di brani come I Don’t Need You Anymore, giusto per citarne uno (quasi) a caso?

Sapete che vi dico? Che tutto sommato a me è piaciuto, mi è venuto un gran mal di testa per colpa della confusione costante dei suoni ma pazienza, sotto certi versi ne è valsa la pena. Quindi, se siete un po’ masochisti fatelo vostro. Punto.

IN CONCLUSIONE

Tanto inascoltabile (colpa della tipica produzione da serie C) quanto bellissimo, questo terzo album degli Shannon ci dimostra ancora le grandi potenzialità di questo progetto, capace di prodursi in una musica molto americana nello stile e di grande impatto. A livello di composizioni è un disco da me consigliatissimo, ma prima di acquistarlo ricordatevi che è assolutamente rovinato da suoni terribilmente mal tarati. A voi la scelta.

© 2013 – 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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